"È tutto iniziato qui, ragazzi," dice Giovanni.
Mani calde su birre fredde, sigarette accese e telefoni spenti.
Ci troviamo al bar vicino alla stazione dove, poco più di una settimana fa, ho incontrato i Contrabbandieri per la prima volta.
"Come sei drammatico."
Martino tiene il mio disegno nello zaino, in un raccoglitore trasparente. "Abbiamo ancora una giornata intera, ragazzi. Partiamo domattina."
"E io, sinceramente, non vedo l'ora di abbracciare Silvia."
Luca viene fulminato con lo sguardo dal resto del gruppo. Arrossisce.
"Cioè, mi piacerebbe che ci fossi anche tu, Mon. Non c'è un modo per infilarti nella valigia?"
Sorrido.
"Mi sa proprio di no, Lu'. Ma possiamo sempre fare il tentativo."
Gio mi stringe in un abbraccio.
"Ti infilo nella tasca della camicia."
"Prima o poi devi fare un salto a Roma. Ti presentiamo i nostri compagni."
"Andresti d'accordo con Emma Covitti, la ex zecca di Martino."
Mi giro a guardare Elia. Ha gli occhi stanchi, assonnati, malinconici. Eppure sembra contento.
Rimane in silenzio, ma ascolta. Quando capisce che lo sto osservando mi accenna un sorriso. Mette la mano sul mio ginocchio.
"La Covitti è una gran rottura di palle, Mon. Credo che Luchino ti abbia appena insultata."
"Mi hai scoperto."
Nel locale risuona "Walk on the Wild Side" di Lou Reed. Canticchio il testo a voce bassa, battendo le dita sul tavolo.
Giovanni dà un tiro alla sigaretta e inclina la testa all'indietro.
"Non posso credere di stare iniziando il quinto anno del liceo. Dopo il diploma diventiamo ufficialmente disoccupati."
Martino beve le ultime gocce di birra sul fondo del bicchiere.
"Io vado a vivere da Nicco e mi faccio mantenere. Fanculo tutto."
"Hai grandi progetti," scherza Elia.
"Hai idee migliori?"
"Puoi fare lo scienziato. Studi il cervello di Luchino e dimostri definitivamente che l'uomo deriva dalla scimmia."
"Guarda che per dimostrarlo basta guardarti," dico, timidamente.
Ho le guance rosse.
Fare battute in gruppo mi imbarazza sempre, per qualche motivo.
Giovanni e Luca scoppiano a ridere.
"Che cattiva!"
Elia mi stampa un bacio sulla fronte.
"Inaspettatissimo," commenta Martino. "Ormai sei una Contrabbandiera."
~
Il Poetto è la principale spiaggia di Cagliari: si estende dalla Sella del Diavolo a Quartu Sant'Elena e comprende anche Marina Piccola -un piccolo porto dotato di bar e ristoranti che si affacciano sul mare.
Non è una bella giornata: la luce del sole è debole, il cielo è coperto da nuvole e l'acqua è mossa.
Le onde sbattono con rabbia sulla riva, portandosi dietro alghe e conchiglie.
"La Sardegna ci dice addio in questo modo," dice Gio, in un sorriso.
"È per rendere la rottura meno dolorosa," scherza Martino.
Luca gli dà un colpo secco sulla spalla e rivolge uno sguardo a me e ad Elia.
"Nessun problema, Lu'. Ne abbiamo già parlato. E poi non è ancora il momento degli addii, no?"
Giovanni annuisce e scompiglia i capelli di Elia.
"Bravo il nostro principe azzurro! Alla fine, ti sei innamorato pure tu. È il fascino dei Garau."
"Il potere sardo, giusto, Gio?"
Scoppiamo tutti quanti a ridere.
"A proposito del potere sardo," dice Martino. "Non abbiamo terminato la sfida del secondo giorno. Io, Elia e Luchino vi avevamo distrutto."
"Ma c'è un tempo di merda!"
"E con questo?" si alza Luca. "È il nostro ultimo giorno a Cagliari."
Pochi minuti più tardi siamo tutti in acqua, divisi in squadre. Le nuvole si fanno grigie, la spiaggia si svuota, il bagnino agita la bandiera rossa.
Ma noi giochiamo.
Ci schizziamo, ridiamo, urliamo.
Bariamo, anche: Giovanni spinge Elia, Luca blocca Giovanni, Martino fa il solletico a me, io distraggo Luca.
Il gioco smette quasi di esistere, si trasforma in un divertimento sfumato.
Mentre corriamo da una parte all'altra della spiaggia, inizia a piovere.
Torniamo sui teli da mare.
Ho il fiato corto: non sono abituata a correre.
Non sono abituata a passare momenti come questi -momenti che sembrano infiniti, che mi fanno stare così bene.
"Cosa suono?" chiede Gio.
"Facile de Lo Stato Sociale?" propone Elia.
I ragazzi si scambiano uno sguardo tra loro e sorridono.
"Cosa c'è?" chiedo, girandomi verso Elia.
Non mi risponde.
Gio inizia a strimpellare la chitarra.
'Maledetto inverno, maledetta estate
Maledetta sete che non passa mai
Ma tu hai detto "Manchi, sola non ho pace"
O volevi dirlo e hai scritto "Come stai?"
In ogni tuo "sempre" c'è un "quasi"
In ogni tuo "mai" un "fino a domani"
Saranno tutte notti i nostri giorni
Tutte albe i nostri tramonti
Ti amo, ti odio, ti pago una birra
Tu non sei una stella, ma una scintilla
Dove passi i pensieri si fanno canzoni
E tornano di moda le mezze stagioni'
Martino e Luca si abbracciano e ondeggiano da un lato all'altro, Elia mi toglie un ciuffo di capelli dal volto. Ha il sorriso di un bambino.
Ci alziamo e balliamo male e ridiamo. Faccio una giravolta su me stessa e do un bacio sulla guancia a Giovanni.
'Con te la vita è così facile da essere impossibile
L'amore è così fragile da rompere le regole
La musica è più semplice, suonare è come ridere
E sono così libero che posso essere debole'
Mi sento arrossire mentre, sotto la pioggia, Elia mi mette entrambe le mani sulle guance e mi guarda negli occhi.
"Questa è una delle mie canzoni preferite, Mon. Ci tengo tanto. E tu me la ricordi."
Mi stampa tanti piccoli baci sul viso, così come io avevo fatto giorni fa per asciugargli le lacrime dalle guance.
'Poi mi sfotti, mi baci, mi urli in faccia e mi meni
Ma finché ci sei tu il mondo non è degli scemi'
La pioggia sembra diventare quasi più forte, ma la mia vista si offusca.
Come chiudo gli occhi sento una lacrima percorrermi la guancia.
Giovanni smette di suonare. Con un dito mi tocca il naso e fa il rumore del clacson.
Mi scappa una risata goffa.
Elia riprende a cantare. Con le mani sui miei polsi, mi obbliga ad oscillare le braccia al ritmo della musica. Gli altri ciondolano la testa a tempo e cantano.
Alla fine, canto pure io.
'La vita è così facile da essere impossibile
L'amore è così fragile da rompere le regole
La musica è più semplice, suonare è come ridere
E sono così libero che posso essere debole'Fine.
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Elia Santini || Facile
FanfictionSkam Italia, Elia Santini. Monica Garau, estate, Sardegna. Una settimana dei contrabbandieri a Cagliari. "Stai ascoltando Calcutta? Credevo fosse troppo poco indie per i tuoi gusti." "A volte cado nel main-stream," sorrido. "Soprattutto se non riesc...