Capitolo 1: La lettera del diavolo

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Fiocchi di neve colpiscono violentemente il vetro del vagone e si insinuano, come polvere, nelle fessure arrugginite del macchinario a vapore. Il suo volto giovane,
bagnato dal glaciale tocco dei fiocchi Transilvani era al quanto scosso e i suoi occhi chiusi immersi nel sonno sembravano cercare via di fuga da quel pensiero pieno di paura e di angoscia.
Paura di ciò che avrebbe trovato e angoscia di un passato che la perseguitava ormai da anni. Cassy, una ragazza ventenne, non aveva mai dimenticato l'abbandono del padre, nel convento "Angeli di Dio", in seguito alla morte della madre di dieci anni prima.
Era piccola, allora, ma le ultime parole dell'uomo rimasero impresse nella sua memoria, come pali nel terreno: "Un giorno capirai tutto, un giorno il tuo destino ti chiamerà a se e non potrai scappare dal tramonto".
Come poteva capire,una bambina cresciuta con tutto l'amore di un papà sentirsi dire queste parole e accettare il freddo abbraccio della solitudine?
Come poteva accettare il fatto che la sua vecchia vita non sarebbe mai tornata?
Non poteva ma era inevitabile.
L'incubo sembrava affievolirsi nel tempo, fino al momento in cui, una mattina come tante altre, ricevette una lettera proveniente dalla Transilvania.
Inizialmente pensò che avessero commesso uno sbaglio e che non fosse indirizzata a lei, poi lesse dietro il pezzo di carta una frase famigliare, già sentita: "Non scappare dal tramonto, Cassy;ricorda ciò che l'occhio non vede la luna lo rivela".
Un senso di inadeguatezza le attraversò la schiena come un serpente sulla sabbia, dei brividi punsero il corpo come aghi affilati, il suo respiro si fece sempre più profondo e ampio, i riflessi sembravano lasciarla sola nell'oscurità più profonda del suo cuore.
Aprì, con timore misto ad ansia, l'involucro di carta dove all'interno trovò un vecchio testo scritto che sembrava famigliare, ma non riconosceva.
il contenuto era assai emotivo ma allo stesso tempo incomprensibile a quella giovane mente:

Ciao Casey se stai leggendo questa lettera vuol dire che il mio tempo su questa terra è finito.
Il ruolo di protettore del libro e custode dei segreti della mia stirpe sembrano passare nelle tue mani.
Spero tu non abbandoni gli unici desideri di un padre di dare qualcosa ad una figlia.
In seguito a quel giorno la mia residenza passò da Roma fino alla Transilvania, l'indirizzo non è presente per evitare un casuale sbaglio.
Ricorda, tu sei mia figlia, l'unica che può sapere dove ho trascorso la mia vita, chiedi, cercami, pensa e soprattutto sua i sensi; se avrai già compiuto ventuno anni potrai capire.
Ti voglio un mondo di bene bambina mia.
Con affetto Richard, il tuo papà.

La poveretta rimase immobile ed esanime con il foglio della rivelazione ricoperto dal pianto di una figlia. Cassy, trovò nello scritto, una possibilità di conoscenza e di consapevolezza, se non addirittura di felicita anche se la ragazza non lasciava in disparte i sentimenti di dolore che l'avevano perseguitata per tutti questi anni.
Le gambe sembravano non volersi muovere, i suoi capelli rossi ricci parevano incresparsi col vento, i suoi occhi azzurri iniziavano ad assomigliare ad un fossato vuoto.
Rimase lì davanti al Colosseo, dove abitava, e riflesse su quel che gli fosse accaduto;due ore dopo torno alla sua abitazione con un passo più che felino simile a quello di uno zombie.
Passo tutta la giornata con un unico pensiero fisso: la lettera.
Non passarono neanche un paio di giorni che, Cassy, decise di partire per la transilvania così da seguire le orme del padre.
Era il 2 dicembre 1882 ed è proprio da qui che incomincia la strada frastagliata della giovane.

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