<<Mamma, perché sono nato?>>
Da una domanda di un bambino erano fioriti dei ricordi nella mente di una giovane donna. Ricordi che nessuno avrebbe mai voluto rivivere. Ricordi destinati alla memoria. Per non commettere lo stesso orrore.
Una bambina, due bambini, tanti bambini. Tante donne. Tanti uomini. Tanti anziani. E...tanti soldati.
Molti erano stati uccisi al momento, ma di più erano quelli ancora vivi e destinati ad una morte lunga e dolorosa.
Tre gruppi: bambini al di sotto dei tredici anni al centro, donne sopra i tredici da una parte e uomini dall'altra. Neanche un neonato. Non c'erano. Ormai non più.Eccola. Isabella. Una ragazza di undici anni dai capelli neri lucidi e gli occhi viola. Stava piangendo. Piangeva perché voleva riabbracciare la sua famiglia. La sua adorata mamma, il suo adorato papà, i suoi nonni, sua zia e i suoi cugini, che erano davanti a lei e prendevano tutto questo come un gioco. Solo un gioco.
Un pazzo si divertiva a vedere tutta quella povera gente innocente soffrire.
Potevano mangiare, giocare, scherzare e lavorare di meno rispetto agli adulti quanti volessero, però quella non era vita. Avevano rinunciato alle loro identità. Erano stati tolti loro i nomi e i cognomi che li identificavano, che facevano di loro un essere vivente. Perfino le bestie venivano trattate meglio.
<<Da oggi sarai 73584...579338...71584>>
dicevano i soldati tedeschi. Se uno di loro udiva chiamare qualcuno per nome era la fine. I tedeschi sul posto si approfittavano di qualsiasi situazione per spararti. Per ucciderti.Isabella però aveva una spalla su cui contare: il suo migliore amico, Leslie.
Era un ragazzino di undici anni e mezzo dai capelli viola chiaro e gli occhi di un blu profondo.
I due si erano incontrati sul treno che li aveva condotti in quel posto. Da subito nacque una forte amicizia.Il giorno in cui Isabella e Leslie scoprirono il segreto fu quando seguirono due soldati che stavano accompagnando cinque bambini- tra cui i cuginetti della ragazza- "alle docce", aspettando tutto il tempo accovacciati dietro una vecchia cisterna. Quella stessa sera un gruppetto andò a recuperare i cadaveri di una trentina di persone per poi sotterrarli o bruciarli, in modo da eliminare le prove.
<<L-Leslie... dimmi...dimmi che quelli non sono i miei...>> Isabella scoppiò in lacrime. Vedere i corpi morti dei suoi piccoli familiari era dura.
Leslie abbracciò Isabella per confortarla. Anche lui ne era rimasto scioccato. I suoi occhi erano pieni di rabbia. Erano lucidi. Ma non per il pianto. Per vendetta. Dovevano scappare da quei campi di concentramento.
<<Leslie->>
<<I-Isabella?>>
<<-promettimi... promettimi che tu non mi abbandonerai!>> la ragazza lo strinse ancora più forte e soffocava tra quei singhiozzi.
<<Non posso mantenere al cento per cento questa promessa, Isabella. Ma è una promessa e cercherò di mantenerla, da buon migliore amico>>
Le sorrise.
<<G-Giurin g-iurello?>> si staccò lentamente guardando l'amico dritto negli occhi in cerca di speranza.
<<Giurin giurello>> Leslie mostrò un sorriso ancor più illuminato. Voleva scappare. Voleva portare in salvo Isabella. Ad ogni costo. Pur di sacrificarsi.Peccato che il destino aveva già scelto la sorte e sei mesi dopo di lunga battaglia i soldati vennero a chiamare lui, o meglio il suo numero.
<<-Come on!...73584 Come on! 568...->>
In quel momento cadde tutto il mondo su Isabella. Voleva cadere anche lei. Farsi sparare dai soldati per non restare in piedi. E farla finita. Leslie se ne accorse e guardava-senza farsi accorgere- duro Isabella, trasmettendogli sicurezza e anche di non muoversi, di restare immobile.
Prima di andare Leslie si girò verso Isabella e le disse:
<<Metticela tutta e sopravvivi a questo inferno. Fallo per te ma anche per me. Ti voglio più che bene Isabella. Rimarrai sempre nel mio cuore e anche io nel tuo. Non dimenticare anche il nostro segreto.>>
<<Leslie, io non ce la facci->>
<<Questo non è un addio. È un arrivederci, ok? Ciao Isabella>> le sorrise.Quella figura con un sorriso che trasmetteva calore ed un completo a righe bianche e blu rimase impresso nella mente della ragazza.
Per giorni non faceva che piangere. La sera aggomitolasti nel suo letto e abituarsi a quei singhiozzi silenziosi. A volte allungava la mano in cerca di lui ma sapeva che lui non c'era più. Non in quel mondo. Ma in un altro, colmo di pace e felicità. Lui era felice adesso. Poteva vivere spensierato finalmente. Quindi anche lei doveva sorridere. Doveva farlo per se stessa e per lui.
Doveva vivere per entrambi.Le settimane volavano e il freddo inverno portò anche la neve. Era difficile lavorare e si soffriva il freddo avendo solo due stracci.
Come al solito si misero in riga e quella mattina i due soldati chiamarono lei.
Però. C'è un "però".
Un certo "William Minerva" aveva fatto il suo nome per recarsi nella sua fabbrica dove sarebbe rimasta a lavorare.
Isabella aveva paura. Che cosa avrebbe fatto? Era solo un modo per ucciderla?
Giunta lì ebbe la sua risposta.
Era ancora viva. Anche quando ormai dei soldati non ce n'era neanche l'ombra.<<Venite tutti! Forza! Abbiamo una nuova compagna! Potete uscire>>
Fecero capolino cinque bambini meno dei sette anni. Poi apparve un gruppetto di ragazzi. Alcuni della sua età e altri un po' più grandi. E infine gli adulti.
<<Non avere paura. Qui siamo tutti ebrei, tranne il capo. Pur essendo tedesco è in realtà buono. Ci ha salvato le penne>> disse un ragazzo finendo con una leggera risatina. <<Io sono Yugo, lui è Lucas poi ci sono Maria, Vincent, Mike, John, Flore e Annie. I piccoli Abel, Pedro, Krone, Nicolas, Hilda e Sykie. Infine gli adulti Hanna...->>
<<Ciao>> fecero tutti gli altri in coro.
<<P-potete usare i v-vostri n-nomi?>>
<<Sì, beh finché non ci fanno visita i nazisti>>
<<Oh... allora, io sono Isabella. Piacere di conoscervi!>>Isabella passò gli anni con la sua nuova famiglia. Il signore che si faceva chiamare "W. Minerva" fingeva veramente di essere nazista e cercava di chiamare alla sua azienda più ebrei possibili, in modo da farli fuggire dal loro crudele destino.
Quella era un'azienda di libri e lui aveva forzato i tedeschi a consegnare ogni mese cinque o sei libri almeno ad ogni gruppo. Così che potessero allenarsi a leggere per quando avrebbero dovuto girare dei mini-film per far vedere che in realtà loro li stavano trattando bene e non il contrario. Menzogne.
Quello era tutto un piano perché dentro alle pagine del libro c'erano degli indizi e codici che sfortunatamente pochi potevano decifrare. Ma almeno era sicuro. Perché solo gli ebrei li conoscevano.
Fu proprio così che Leslie scoprì quel modo di scappare e si mise in contatto col "tedesco buono" (così veniva chiamato dagli ebrei che sapevano di lui) e fece in modo che Isabella si salvasse.
I pensieri della giovane cadevano sempre sul suo migliore amico. Aveva fatto nuove amicizie, veniva trattata bene ma... non era quello che le faceva continuare ad andare avanti. Era un segreto. Il segreto. Che custodivano loro due. Leslie un giorno le aveva fatto sentire una melodia bellissima. Diceva che era la ninnananna che la mamma sin da piccolo gli cantava. Lui aveva deciso di condividerla con Isabella.
Era ciò a darle forza. La cantava sempre in silenzio e anche negli anni avvenire. Sempre. La teneva a cuore.La guerra finì e la giovane-ormai quattordicenne- poté riabbracciare la sua mamma, eunica sopravvissuta della famiglia oltre alla figlia.
Sedici anni dopo sposò Yūgo, lo stesso Yūgo che era più grande di lei di un anno e che al primo impatto si era comportato in modo gentile e scherzoso verso la nuova arrivata in quella nuova casa. Provando più di una semplice simpatia.
Adesso Isabella è la madre di un bambino bellissimo è una moglie stupenda. Ogni giorno si reca al cimitero per portare un fiore e salutare il suo amico di infanzia separatosi dalla vita a soli dodici anni.
<<Mio caro Ray, tu sei il frutto di un grande amore tra me e tuo padre ma tutto questo grazie ad una promessa di una forte amicizia di un lontano passato, sempre vivo nei miei ricordi. Ti voglio bene, mio dolce bambino.
Adesso vai però, Norman ed Emma ti stanno aspettando>>
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ღ𝐞,𝐲𝐨𝐮 𝐚𝐧𝐝 ღ𝐲 ღ𝐞ღ𝐨𝐫𝐢𝐞𝐬.🎞❣️✨ 🅞🅝🅔 🅢🅗🅞🅣🅢 [COMPLETA]
Fanfiction𝐏𝐞𝐫 𝐧𝐨𝐧 𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞. Rɪᴄᴏɴᴏsᴄᴇʀᴇ ɪ ғᴀᴛᴛɪ ᴀᴄᴄᴀᴅᴜᴛɪ ᴇ̀ ɪʟ ᴘʀɪᴍᴏ ᴘᴀssᴏ ᴘᴇʀ ɴᴏɴ ʀɪᴘᴇᴛᴇʀᴇ ʟᴏ sᴛᴇssᴏɴᴏ ᴏʀʀᴏʀᴇ. •~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~• 𝚀𝚞𝚎𝚜𝚝𝚊 𝚎̀ 𝚞𝚗𝚊 𝚏𝚊𝚗𝚏𝚒𝚌𝚝𝚒𝚘𝚗 𝚍𝚎𝚕 𝚖𝚘𝚗𝚍𝚘 𝚍𝚒 𝚃𝙿�...