Ζωή (pt.1)

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Da quel mattino, incredibile ed inesprimibile, sono trascorse tre settimane. Tra sei giorni la contessina compirà diciott'anni e tra dieci sposerà il duca, ma, nonostante tenti di sfuggire disperatamente al suo infausto destino, purtroppo ne rimane intrappolata. Quando Victoria apre gli occhi e sorride al nuovo giorno, anziché ritrovarsi al suo fianco la premurosa Abba, c'è sua madre, la contessa. La fanciulla si rabbuia, rimembrando soltanto ora che quest'oggi devono dirigersi in chiesa per discutere delle ultime trattative per la cerimonia cristiana. Victoria tenta in tutti i modi di sfuggire dalle grinfie di sua madre o tardare quanto più possibile l'incontro col parroco quando suo padre entra in camera, prelevandola personalmente e scortandola sin dentro la carrozza. Il conte sale subito dopo la figlia, prendendo posto accanto alla moglie, esasperata dal comportamento di Victoria. Inutile soffermarsi sull'incontro tra la famiglia Martignano e lo sventurato prete. Victoria ha avvertito per tutto il tempo un malessere al petto tanto da svenire, ma, nonostante ciò, la trattativa si è conclusa a suo sfavore. Non appena giungono a casa, Victoria corre in scuderia, ma prima che possa giungere a destinazione, sua madre la insegue e la ferma, ghermendola per un braccio: «Dove credete d'andare?»

Con un gesto rapido e collerico, Victoria si libera dalla sua presa, mettendo distanza tra i loro corpi e ribattendo con le lacrime agli occhi: «Via di qui.»

La contessa chiude le palpebre e compie un profondo respiro, tentando disperatamente di non cadere in un momento d'isteria: «Dobbiamo pranzare e...»

«Voi dovete pranzare.»

«Finitela!» Tuona la contessa, avanzando minacciosa verso la figlia. «Dovete obbedire.»

«Eseguo le vostre volontà da quando sono venuta al mondo ed oggi ho firmato la mia condanna a morte solo per VOI.» Strilla Victoria con velenosità. «Adesso, se avete un misero riguardo ed amore per vostra figlia, lasciatele cavalcare e liberare il suo cuore dal dolore.»

La contessa dischiude le labbra per gridarle contro, zittendosi all'istante, in quanto alla fin dei conti provò la stessa furia della figlia prima di convolare a nozze. Dunque, in un momento di profondo amore e compassione, acconsente in un sospiro: «Siete libera per l'intero pomeriggio, ma dovrete presenziare per cena.»

Victoria strabuzza gli occhi per l'incredulità, sorridendole grata, per poi avanzare rapida verso la scuderia, dove ad attenderla c'è Dimitrij. Non appena la fanciulla scorge l'uomo, gli corre incontro, stringendolo forte a sé. Prima che possa rendersene conto, Victoria scoppia in un pianto nervoso e liberatorio, che pugnala l'animo dell'amato, addolorandolo sempre più. Dimitrij la stringe a sé, accarezzandole il capo con infinita dolcezza e sussurrandole parole di conforto.

«Oh Dimitrij! Una sventura! Una sventura!»

L'orticoltore le sfiora la gote, asciugandole una lacrima, per poi portarla alle labbra così da cancellare ogni traccia del suo dolore. Victoria lo fissa innamorata e disperata, in quanto nessun miracolo è avvenuto e la sua sorte è ormai segnata.

«Cos'è avvenuto?»

«Hanno firmato! Hanno firmato!»

«Il vostro matrimonio?»

«Oh sì!» Geme distrutta, infossando il suo volto nel petto di lui. «Il prete ed i miei genitori hanno firmato la mia condanna a morte!»

Dimitrij vorrebbe rimembrarle che nulla è cambiato da quando lui accettò di vivere con lei, ma il pianto di bimba e l'animo distrutto dell'amata lo scuotono a tal punto da incollerirsi per la terribile realtà. L'uomo compie un profondo respiro, si china in avanti e la fissa con sincero amore. Le afferra il volto tra le mani, grandi e calde, e con i pollici le asciuga il dolore, che le bagna le gote arrossate. Dimitrij non può che pensare a quanto sia bella pure nella sofferenza, ma è il suo sorriso a renderla davvero incantevole.

Victoria e Dimitrij Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora