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"Ciao bella, vuoi comprare?" Alzo lo sguardo dal cellulare e nego con la testa per poi riconcentrarmi sull'ultima foto postata da Jennifer alla ricerca di qualche suo difetto. È una delle ragazze più carine del paese. Dopo un po'mi stufo di cercare un qualcosa di inesistente e mi lascio andare sulla distesa di sabbia.
Mi sto altamente annoiando e non so che fare, di uscire non se ne parla neanche, decido quindi di alzarmi e tornare semplicemente a casa a dormire. Mi pulisco i jeans neri e metto bene la canottiera e la felpa che indosso.

Apro la porta di casa e butto le chiavi sul mobile che c'è all'ingresso.
Inizia a squillare il mio cellulare e dopo il terzo squillo rispondo.
«Mamma è tutto ok?»le chiedo dopo aver letto il nome sul display.
«No, non è tutto ok. Mi sono dimenticata diversi documenti a casa e tra mezz'ora dovrò esporre il mio progetto.. Questa sarà la volta buona in cui il capo mi licenzierà» dice con voce fin troppo acuta.
La immagino giocherellare con il braccialetto che tiene sempre al polso, è un gesto che fa spesso quando è  agitata.
È una donna particolarmente allegra ma che si fa prendere facilmente dall'ansia.
«Dai dato che sono la tua figlia preferita te li porto, tanto non sto facendo nulla.. Dove li hai messi?» ridacchio.
«Guarda sul mobile all'entrata, li ho lasciati lì quando stavo allacciando le scarpe a quella peste di tuo fratello» sospira.
Ridacchio «Va bene mamma dai dammi il tempo di sistemarmi e in venti minuti sono da te» guardo l'orologio.
«Cooosa non ce la farai mai, sbrig-» inizia a dire con voce acuta ma non le lascio il tempo di concludere che le chiudo la telefonata.

Mi cambio velocemente la felpa e faccio la coda, dai dovrei arrivare in tempo.
Aspettando il pullman inizio a pensare al fatto che dovrò ricominciare la scuola tra una settimana e ancora non ho preso neanche una penna.
Non mi pesa molto andarci anzi, mi diverto abbastanza dato che vado d'accordo con tutti, o quasi.

Arriva il pullman e mi fermo a salutare diverse persone, dopo di che appoggio i documenti nel sedile affianco al mio per sistemarmi la coda e metto le cuffie facendo scorrere la musica nelle mie orecchie, chiudo gli occhi appoggiando la testa sul finestrino beandomi delle dolci note.
Dopo qualche canzone apro gli occhi e mi rendo conto di aver superato la fermata a cui sarei dovuta scendere da un bel po'.
«cazzo cazzo cazzo cazzo» subito dopo aver prenotato la fermata scendo velocemente dal pullman e inizio a correre verso l'edificio in cui mia madre lavora, ci manca solo che cada a terra e mi faccia male, ma fortunatamente non accade e arrivo sana e salva e in perfetto orario da mia madre, che appena mi vede sembra sia sul punto di avere un attacco isterico.
«Oh grazie a dio sei arrivata Aria, dove sono i documenti tesoro?» tira un sospiro di sollievo e mi abbraccia velocemente.
«Eccol- oh..» cazzo.
«Aria dimmi che non l'hai fatto sul serio..» mi prega mia madre.
«Giuro che sono uscita di casa con i documenti in mano.. li avrò dimenticati in pullman» mi scuso con lo sguardo.
«No io giuro che ti amm-» viene interrotta da una voce a me conosciuta che mi chiama.
Io e mia madre ci giriamo e vediamo un ragazzo palesemente affaticato venirci incontro.

«Aria hai dimenticato questi in pullman credo che-» lo blocca mia madre che strappa velocemente dalle sue mani i documenti e li annalizza con attenzione.
«Oh tu sei un dono di madre natura, ti dovrebbero fare santo grazie mille davvero» lo ringrazia mia madre per poi entrare velocemente nel suo ufficio. Ciao anche a te mamma, no davvero..
Lascio perdere quando quel ragazzo mi pone una domanda «Ti ricordi di me Aria?» si gratta il retro del collo imbarazzato facendomi quasi tenerezza.
«Certo che mi ricordo di te, sei Lucas Murphy, siamo stati anche assieme alle medie» gli sorrido felice, è bello averlo incontrato di nuovo, l'ho visto un paio di volte a scuola ma non ci siamo mai fermati a parlare se non per scambiare qualche saluto di sfuggita.
«Si siamo stati assieme finché non hai deciso di chiudere» mi dice per poi continuare capendo di avermi messa a disagio «vedo che non sei cambiata per nulla, sei sempre la solita sbadata».
«Tu invece sei sempre.. hem..» mi blocco non sapendo che dire, la verità è che ci chiusi quando mi accorsi che non avesse alcuna personalità, quindi effettivamente non so se sia cambiato o se sia sempre uguale.

«Mi sei mancata sai?» sorride.
«Tu sei meno timido di prima a quanto pare»gli sorrido infastidita, non ha mai avuto il coraggio di dirmi una frase del genere mentre stavamo assieme e ora si permette di dirmela dopo due minuti in cui parliamo?!

«Devo andare..» continuo facendo il sorriso meno falso possibile, alla fine ci sono stata assieme non posso trattarlo male.
«Se vuoi ti accompagno» mi risponde.
«No grazie devo andare da.. da mio fratello si, si proprio da mio fratello» cerco di essere il più convincente possibile, diciamocelo non sono mai stata brava a dire bugie.
«Oh va bene».
Scendiamo velocemente le scale in silenzio e ringrazio che non si sia messo a dire niente di stravagante.

«Beh..ciao lucas e grazie per avermi riportato i documenti» gli sorrido cordialmente e mi volto andando
nella direzione opposta alla sua aumentando il passo quando lo sento dire «allora ti cerco in questi giorni va bene?».
Faccio finta di non aver sentito e mi dirigo verso casa.

Hey, spero che la storia vi piaccia davvero, se è così lasciate una stellina. Se invece non vi è piaciuto qualcosa scrivetemelo nei commenti e cercherò di migliorare.
Segnalatemi eventuali errori grammaticali, li correggerò..
È davvero importante per me, spero lo facciate.
Buona giornata.

I|I °Hold me° I|IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora