Una possibile SCP/Creepypasta

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Asako's PoV

Non mi ricordo da quanto sono qui, in questa cella, incatenata, come le tante altre persone qui.

Mi ricordo il mio nome, ce l'avevo sulla traghetta un po' di tempo fa, ora il nome "Asako", sulla targa insieme al numero, è stato rimpiazzato con solo "518".

A me non piace, è come se non avessi più un'identità.

A volte quando passa uno di quei fantasmi con i camici bianchi gli chiedo "Chi sono?" "Quanti anni ho?" "Perché sono qui?" ma non mi rispondono mai, tirano avanti senza nemmeno guardarmi.

Ho tentato più volte di rompere le catene, ma sono dure, strette, fredde e chiuse a chiave.

Le braccia e le gambe sono piene di segni rossi, me li fanno tutti i giorni, anche sul viso, ed esce dell'acqua rossa dai segni, ma è densa, e ha un sapore ferroso.

Oltre ai segni rossi, ogni giorno mi iniettano qualcosa in corpo, sempre la stessa sostanza bluastra.

Non mi piace qui, c'è sempre qualcuno che urla o dice parolacce, o cerca di scappare, e chi ci prova non lo si vede più in giro.

Mi dicono tutti che sono molto piccola per capire, mi dicono che sono giovane e sarei dovuta essere a scuola o a qualche festa.

Io chiedevo sempre "Cos'è la scuola?" "Cos'è una festa?" e mi dicevano "Sicuramente un posto migliore di questo."

Non ho mai avuto qualcuno con cui parlare liberamente, le celle singole lo impedivano.

Un giorno è arrivata una nuova ragazza, come al solito vediamo quanto resiste questa l'hanno messa nella mia cella perché non ce n'erano di libere.

Lei aveva gli occhi grigio chiaro, mescolato all'azzurro, i capelli molto scuri, cortissimi e piuttosto sporchi, la pelle molto abbronzata, coperta di segni più chiari e uno sguardo assente.

Mi ha guardato e mi ha fatto

???: "Sai come ti chiami?"

Inclinai la testa in segno di confusione.

Asako: "In che senso?"

???: "Ci sono persone come noi, che sono rinchiuse da talmente tanto da dimenticarsi il proprio nome... tu sai il tuo?"

Asako: "Il mio nome è Asako, il cognome non lo so."

???: "Beata te, io non mi ricordo come mi chiamo, sono sempre stata un numero, ora sono 794."

Asako: "E se ti dessi un nome?"

???: "Non lo so... tu non hai perso la fantasia?"

Asako: "Non credo... che ne pensi di Nirel?"

Nirel: "Nirel... mi piace, Nirel è un bel nome."

Asako: "Credo che potremmo andare d'accordo, sai."

Nirel: "Credo anche io, Asako."

Alla fine siamo davvero andate d'accordo, solo che un giorno, Nirel l'hanno presa i fantasmi in bianco, e non l'ho più rivista.

Ho provato di andarla a cercare di notte, ma mi hanno scoperto.

Mi hanno fatto addormentare, e al risveglio ero legata a un tavolo, con la bocca tappata da del nastro adesivo e una luce bianca molto forte puntata dritta in faccia.

???: "Vedo che ti sei svegliata, e adesso è il momento della punizione per non avere rispettato il coprifuoco."

Come dicono gli altri, cazzo

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