Andrè Grandier il numero 2608

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Il rancio.
Avere fame era diventato un lusso.
Venivano portati dei calderoni enormi all'aperto dpve tutti riuniti aspettavano il pasto.
Una brodaglia cucinata di ossa verdure bollite, acqua e forse qualcos'altro.
Fatto sta che è nauseabonda, infatti i bambini vomitavano amcor prima che i calderoni arrivassero, talmente forte era la puzza. Questa brodaglia era spesso causa di molte infezioni intestinali e non solo.
Per non parlare dell'igene! Il WC era una fossa scavata dove tutti andavano a fare i loro bisogni, e quando dovevano lavarsi, si lavavano tutti in un'unica tinozza, una alla volta, sempre con la stessa acqua.
Per gli uomini non è tanto crudele ma per le donne che ogni mese hanno il ciclo mesttuale...beh...quello è un problema.
Per questo le donne morivano prima a causa di infezioni all'utero e alle ovaie.
Non c'era il problema dei capelli.
Oggi li raseranno tutti a zero.
Dal secondo giorno tutti devono essere rasati.
Una fila di persone pronti a farsi rasare, passavano uno dopo l'altro.
Le donne erano traumatizzate da ció, poichè portarli lunghissimi e di colpo non averne... era anche traumatico. Ci si sentiva nude.
Poi vidi andare avanti il numero 2608. Quell'uomo tanto affascinante, che non molla alla dura vita di questo posto e si fa avanti per essere rasato. Ma qualcosa mi impedisce di accettare ció.
Non voglio che gli taglino i capelli!
-FERMI!PER OGGI PUÓ BASTARE! Continuate solo a rasare le donne e i bambini, gli uomini, per oggi basta.-
-Agli ordini, sissignore!-
Rimandare non servirà a nulla.
Raseranno anche lui. Ma non glielo permetto!
Perchè provo tanto interesse in quell'uomo?!? Io non dovrei!
Ma qui dentro mi sembra l'unico capace di non piangere di non deprimersi. Sopravvive, freddo come il ghiaccio, non dice una parola.
Questo mi irrita facilmente. Perchè so che presto morirà. E non dovrei affezionarmi a un prigioniero.
Ma quale colpa ne ho?!?
-COLONNELLO! UNA DONNA STA PARTORENDO NELLA BARACCA 37!-
-Come?!?-
-Si colonnello la numero 2607!-
-Uccidete madre e figlio!- ordinai infine.
-No!- intervenne il moro che tanto mi intriga.
-Come sarebbe a dire no?!?! CHI TI HA DATO L'ORDINE O IL PERMESSO DI PARLARE, CHI TI HA INTERPELLATO?!? QUESTE SONO DECISIONI CHE SPETTANO A ME!-
-Uccidete me! Lasciate in vita lei!-
-Ci tieni a lei...chi è? La conosci?!?-
-È...mia madre.-
-Tua madre.- rimasi un attimo in silenzio.-2608 vieni!-
Mi seguí fino al punto in cui la madre stava partorendo.
-Madre!-
-Sta fermo li dove sei!-
Lo rimproverai.
Poi presi un fucile e glielo tesi.
-Adesso uccidila.-
-Che cosa?!?-
-Mi hai capito! Uccidi tua madre!-
Mi guardava con occhi sgranati e terrorizzati. -No, non posso farlo!-
-Preferisci morire tu?!?-
-Si!!-
La morte è una liverazione. No caro. Tu resterai qui ancora per molto.
-Soldati sparate!-
-NOO!-
BUM BUM BUM
tre colpi di fucile. Tre spari e la donna morí con tre buchi sanguinanti sul petto e sul ventre, avendo cosí ucciso anche il bambino ancora non nato.
Perchè ho ordinato di fare questo?!?
-Se piangi morirai. Uomo avvisato, mezzo salvato.-
-Siete una tiranna!!!- mi scherní.
-STA ZITTO! Ora porta il cadavere della tua genitrice nella fossa. Muoviti!-
Perchè sono cosí crudele? Non riesco davvero a ribellarmi a questo? Eppure mi sento sporca. Sporca, che piú sporca di cosí non si puó!

"È crudele! È una tiranna, assassina! Ha ucciso mio madre. Mia madre che stava partorendo! La odio! La odio!!!
Giuro vendetta! Giuro che la uccideró!"

Nei giorni seguenti 2608 non mi rivolgeva neanche uno sguardo, li ho cominciato a sentirne la mancanza

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Nei giorni seguenti 2608 non mi rivolgeva neanche uno sguardo, li ho cominciato a sentirne la mancanza.
Quell'uomo mi attrae. Mi attrae molto. E io ho ucciso la madre, e ho ucciso il suo fratellino o sorellina che stava nascendo.
Sono una persona crudele. Non sopporto piú questa vita!!! Sono stanca di uccidere e di veder morire la gente!!!
Mi costa cosí tanto. Non posso amare, non posso provare cose nuove, non sono libera. Sono chiusa in unaa gabbia, qui a dirigere il campo di Auschwitz.

In fila tutti i bambini che trattenevano il pianto, altrimenti sapevano che sarebbero morti.
Dal laboratorio avevano richieste delle nuove cavie, e questo significava che io avrei dovuto procurargli le nuove cavie.
Mi sento male solo a pensarci, ma devo.
-Tu! Vorresti tornare dalla tua mamma?-
-Si!-
-Chi altro?-
In cinque o sei alzarono la mano.
I soldati li condussero verso il treno.
I bambini sorridevano, convinti che presto sqrebbero tornati dalle loro madri e invece...mio Dio impediscimi di fare tutto questo!
Mi è caputato una volta di entrare nei laboratori scientifici. Ai bambini usati come cavie gli veniva ignettato il virus della tisi o tubercolosi, e una volta che non servivano piú, venivanò portati in uno scantinato, e impiccati. Quanto stanno soffrendo. Soffrono tutti qui, e i miei soldati non provano nulla, anzi...si divertono a veder soffrire e uccidere. Solo delle menti malate si divertirebbero con tutto questo olocausto generale.
IO NON MI DIVERTO!
Lo trovo crudele e meschino, malvagio e chi piú ne ha piú ne metta! Io mi sento uno schifo!
-Colonnello che ne facciamo degli altri vecchi?-
-Bruciateli.-
-Vivi?-
Deglutii...la risposta già la sapevano.
-Segui il codice.-
E il codice diceva di bruciare vivi gli anziani.
Quella fornace maledetta è sempre accesa, emanando dalle canne fumarie una nube nera e folta che puzzava terribilmente di carne bruciata.
Lascio il campo e torno di corsa nei miei alloggi e appena entro chiudo la porta a chiave e sbatto i pugni forte contro il legno, e urlo.
Gente che moriva senza aver fatto NULLA.
-NOOOOH!!!-
E scoppiai in lacrime. Ero esasperata. Terribilmente soppressa, non riuscivo più a sopportare quella crudeltà.
La mia crudeltà.
E quell'uomo...il 2608...Io voglio parlargli!!!

Mi sedetti alla scrivania e cominciai a cercare tra i documenti dei tesserati come diamine si chiamava quell'uomo.

Si chiama Andrè Grandier, nato in Francia, a Parigi il 26 agosto 1903. Ora ha trentun'anni, è piú grande di me di un anno.
Andrè...è un nome stupendo.
Andrè.
Andrè.

Non mi era mai successo di provare tutto questo i teresse per un prigioniero di Auschwitz.
Ma quando ti vedo sento il mio cuore battere piú forte.
Se non ci sei mi sembra che mi manchi l'aria. Ma...tu mi odierai certamente. Quante crudeltà che ti ho fatto.

AUSCHWITZ-Lady OscarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora