Odio e amore

193 2 3
                                    

~20 gennaio~
Oggi senza contare sul fatto che Hittler verrà qui ad Auschwitz. Ma a fare che?!? Non puó restarsene a casa sua e farsi tre quarti di dittatura sua?!?
Certe volte vorrei che fosse lui sterminato!
-Tutti sotto le docce!- disse Girodelle.
Toccava entrare ad Andrè che quasi esitó ad entrare.
Se entra non ne uscirà vivo.
-Maggiore Girodelle rispedite ognuno nelle baracche! A breve arriverà Adolf Hittler e non mi sembra il caso di...accoglierlo...con dei funerali.-
-Aspettate, ormai sono...-
-NON. Contraddite. I miei. Ordini! Sono stata abbastanza chiara cosí?!?-
-Si...colonnello.-
-Bene.-
Il maggiore mi obbedí e fece entrare nelle baracche tutti meno Andrè.
Lo presi e lo portai in un angolo buio e riservato.
-Ma si puó sapere che cosa volete da me?!? Non posso neanche morire in pace?!?-
-NO! Se entri li dentro ci rimani secco! Non scherzo. Quelle sono camere a gas.-
-Camere a gas?!?-
-Camere a gas esatto!-
-Colonnello...si puó sapere perchè continuate ad avvisarmi di tutto questo? Avete ucciso mia madre e...lo so, che avete fatto strupare quella povera ragazza! Ed era mia cugina se volete saperlo! Mi avete tolto la famiglia. E ora mi volete togliere la scelta di morire? In fondo...sono qui per questo. Per morire!-
Si voltò tentando di andarsene.
-Andrè! Fermo!- lo afferrai per il braccio.
Lo guardai con gli occhi pieni di lacrime.
Non mi ero mai abbassata a tanto. Ma quest'uomo riesce a scatenarmi emozioni che non avevo mai provato. Sentimenti che non conoscevo.
-Lo so che mi odi. E non pretendo di avere il tuo perdono, perchè non me lo merito. Ma...quel giorno tu...non mi hai ucciso. Non ci sei riuscito. Cosa te lo ha impedito?-
-Il semplice fatto che non mi è mai piaciuta la violenza e...uccidere quel soldato è stato un grande errore. Me lo porto ancora sulla coscenza. Allora...voi con tutte le persone che avete ucciso, dovreste morire.-
-No...c'era una luce che brillava nei tuoi occhi, e non era odio.-
-Lo era eccome. Era odio.- si liberó e se ne andò.
Non avrò mai il suo perdono. È impossibile riuscirci.

Una persona che entrava nelle docce del campo di sterminio non ne usciva vivo.
Si chiudevano le vie d'accesso e d'uscita, e dalle docce e dai tombini, furiusciva il gas che in poco tempo riepiva le camere sostituendolo all'ossigeno.
La testa che scoppia e gira, l'impotenza e sentirsi debole, strozzato. Raschiare le unghie vicino alle porte per cercare salvezza ma in pochi minuti l'unica cosa che rimane sono i corpi senza vita. I cadaveri dei poveri sventurati in quelle camere, e le loro anime dannate per l'eternità.
Venivano bruciati i corpi, e l'odore nauseabondo e putrefatto di quei crematoi era terribile, da impressionare.
Quelle fornaci sempre accese, e il fuoco che nella notte illumina sinistro il buio dell'oscurità. Le porte dell'inferno, penso. Ogni volta che vedo quel focolare, è come vedere Satana che mi si avvicina sempre di piú, sempre di piú, per tirarmi dai piedi, afferrarmi le caviglie con le sue mani di fuoco e trascinarmi giù, sotto terra nel freddo e poi fino al centro dove domina un impero di anime condannate all'eterna pena e sofferenza di bruciare all'inferno fino al giorno del giudizio. E l'unica cosa che ti separa da quel momento è il rimorso della tua coscenza che stringe la tua anima in una morsa gridando vergogna, vigliaccheria, e condannata a morte. Una morte lenta e dolorosa. È questo il destino dei carnefici di Auschwitz. Tutti nello stesso posto andremo. Sotto terra, fino al centro della terra, dove la lava incandescente infiamma a morte e dolore le anime malvage e dannate.
Tante piccole fiamme che vedi bruciare nella notte. Di quelle devi avere paura. Perchè quelli...sono demoni.

Io provo un attrazione immensa verso quell'uomo. Tengo a lui e voglio le sue attenzioni. Adoro il suo volto i suoi occhi, il suo sguardo feroce.
Io mi sono innamorata di quegli occhi. Mi sono innamorata di lui, e mi fa soffrire pensare che mi odi e che voglia morire. Immagino la sua sofferenza. Per quanto mi sforzo a non apparire una tiranna per lui...lo saró sempre.
Ma io non taglio la corda. Lo amo e...non voglio che muoia.
-Colonnello Jarjayes come procedono le attività all'interno del campo di sterminio?-
-Tutto regolare.-
-Intoppi?-
-Alcuno.-
-Episodi particolari?-
-Morti sette donne incinta, 267 anziani, 150 anticappati, 200 bambini, 46 neonati e 30 uomini.-
-Bene.-
La voce di Adolf Hittler era come un ruggito feroce, un richiamo forte dall'inferno. Era il tormento.
Vidi che posò lo sguardo su di Andrè.
-Tu! Come ti chiami?!- chiese.
-2608.-
-Sei un uomo robusto, sopravvissuto, per niente logorato e anche forte. Potresti lavorare nei campi.-
Questo vuol dire che l'avrebbero trasferito in un'altro campo, e gli sarei stata lontana. Non solo... lo avrebbero torturato, usato, sfruttato. Non se ne parla nemmeno! Dovranno prima passare su di me!
-Signore, permettetemi di consigliarvi di non trasferire al campo 76 il 2608, poichè è sovraffollato e sarebbe un intoppo un uomo in piú.-
-Mh...già. Avete ragione colonnello. Sarebbe solo un impiccio. Beh...detto ció io ho molto da fare e vi lascio continuare da solo...sola...insomma...lascio continuare a voi colonnello.-
Non capisco perchè tutti si confondano nel chiamarmi al femminile. Quale problema hanno?
Beh...Hittler li ha tutti i problemi.

AUSCHWITZ-Lady OscarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora