Midgard

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Essere lasciati all'altare il giorno delle nozze non è decisamente bello.

Non che a me sia successo, diciamo piuttosto che le mie nozze siano state annullate un anno prima.

L'uomo che avrei dovuto sposare, per quanto ne sappia è scomparso e ora mi trovo promessa ad un altro.

Ma quello che non sanno è che non accadrà.

Non rinuncerò così facilmente all'uomo che ha sempre occupato i miei sogni. Ah se l'ho sognato, se avessi avuto in mente la sua immagine l'avrei consumata a furia di pensarlo. Il matrimonio combinato è stato deciso quando ero solo una bambina e sin da allora ha occupato la mia mente.

Ho fantasticato su che genere di uomo poteva essere sin dalla fanciullezza e la sua fantasia mi ha accompagnata per tutta l'adolescenza, mentre le mie coetanee parlavano d'amor di uomini diversi, io avevo sempre in testa lui, ah se l'avessi conisciuto, ah se l'avessi visto.

E pure un'occasione l'ebbi, ma per sventura o volere del fato, la sprecai.

Ricordo ancora il sontuoso banchetto, quando da giovinetta ancora poco esperta disquisivo con le mie compari sulle questioni d'amore, quando per sentito dire, mi venne all'orecchio notizia che nello stesso giardino si trovava lui.

Purtroppo i giovini uomini erano molti rendendo a chiunque impossibile riconoscere una persona a colpo d'occhio, non posso dire lo stesso per lui, mi giunse voce che un futuro sposo vide la sua sposa prima del tempo, spezzando così la tradizione e superstizione che accompagna tutti i matrimoni. Ne sono quasi sicura perché la ragazza che credo fosse stata vista da giovini fui io.

Tutto questo ora non può svanire così non può essere portato via dal vento, aspetto fedelmente il suo ritorno, ma non potendo rimanere senza maritarmi così a lungo ho fatto le mie scelte.

Domani scapperò.

Partirò per Midgard, terra così vicina ma al contempo lontana, simile ma differente, a cui mi sono preparata studiandola. Oh e state certi lo troverò.

Non può essere morto come mie consanguinee affermano, l'avremmo saputo allora, non ci sarebbe stato motivo di vergogna.

Piuttosto preferisco credere sia stato esiliato o scomparso, fatto sta che io lo troverò, a costo della mia stessa vita.

Il piano non è affato complicato, anzi, l'unico accorgimento una volta lá sarà quello di cambiare il nome, per quanto ne so, uno come il mio seppur bello non è di consuetudine. Dovrò anche disturbarmi a trovare un lavoro e una casa ma sono sicura che portandomi appresso qualche manufatto prezioso possa ricavarci qualche soldo.

La borsa è pronta già da molto, come la mia mente, devo solo trovare il coraggio per farlo, poi tutto si sistemerá. L'unica cosa con cui posso aggrapparmi a lui, pensiero costante, è il nome: Loki.

***

La mia decisione definitiva è quella di partire per Midgard, so che Loki è una divinità, relativamente come me, e uno dei posti in cui si hanno le sue ultime notizie è New York.

Certamente dovrò cambiare molto di me, come il nome ad esempio, ho una preferenza per Dawn (alba), mi pare grazioso. Dopodiché dovrò comprarmi abiti nuovi e soprattutto trovarmi una casa e un lavoro, immagino sia un'impresa, per quanto abbia studiato i midgardiani ci sono ancora molte cose che non so.

Il momento è giunto.

L'incantesimo consiste nell'addormerntamento per qualche ora, il tempo variava a seconda della dimensione da raggiungere. Ho deciso di farlo in camera mia per non destare troppi sospetti.

***

È notte fonda, eppure la città è così luminosa: le insegne dei negozi e dei locali miste ai fari delle automobili sono troppo abbaglianti, addirittura disorientanti, troppo per i miei occhi. Anche il fracasso non è indifferente, lo trovo insopportabile.

Da un locale vedo un uomo uscire barcollando leggermente:

- Scusi gentile signore, potrei sapere dove ottenere del denaro in cambio di questo?- dico mostrando un oggetto prezioso dalla borsa portato da casa.

- Ma che mi hai preso per un banco dei pegni? Che sei scema ragazza?!- detto questo se ne va gettando brutalmente a terra la bottiglia che reggeva in una mano.

Per quanto io abbia capito domani mi toccherà rivolgermi ad un banco dei pegni. Prima di tutto però devo trovare un luogo dove passare la notte, sarà più facile visitare la città di giorno.

Un parco attira la mia attenzione, sembra essere sconfinato: piante, panchine e verde in abbondanza, il mio sguardo non riesce a vederne la fine. Il cielo è sereno, non minaccia pioggia e le fronde di quell'albero sonoo quasi sicura mi stiano chiamando, credo che mi accamperò qui.

***

Il viaggio di ieri mi ha portato via molte energie e la luce dell'alba non riesce a svegliarmi, ma nel momento in cui apro gli occhi qualcosa di strano c'è: una ragazza con gli abifi molto simili ai miei mi accarezza i capelli mentre canta con tutta la sua banda seduta attorno a me: sembrano felici mentre percuotono i loro tamburi e accennano piccoli movimenti di danza. I colori dei loro vestiti sono molto belli, è come se avessero catturato un arcobaleno, e il turbinio di perline che ornano le loro treccine che si muovono sono una festa per gli occhi.

Tutti quanti ridono e si godono il sole mentre si passano un invilucro di carta fumante da cui ognuno inspira ed emette successivamente fumo.

- Ehi guardate... si è svegliata- dice quella che mi sta accarezzando i capelli, poi si alza un "ehhhh" di quieta felicità da parte degli altri.

Mi alzo mettendomi seduta allo stesso livello della ragazza:

- Chi siete voi?- chiedo gentilmente.

- Non importa chi siamo...- pausa - L'importante è cosa facciamo...- inspira - Ahhhh... unisciti a noi figlia della natura...- dice osservando l'orizzonte.

- Veramente starei cercando un posto dove stare e... ehm... una persona...- sono quasi intimorita a rivolgere loro la parola, non mi è mai capitato di parlare con un midgardiano e mi sento come un pesce fuor d'acqua.

- La tua casa è la natura, perché cercarsi una casa... Casa è sinonimo di prigionia...- pausa - Ma la ricerca di una persona, quella può essere assiciata alla ricerca della felicità...- un eco di voci pronuncia la parola "felicità".

- Conoscete per caso un uomo di nome Loki? Dovrebbe essere stato qui ultimamente...- chiedo tutto d'un fiato, pur sapendo che New York è vastissima e la gente che la abita è altrettanta.

- È un dio, proveniente da Asgard... - cerco di delinearlo meglio e magari di farglielo riconoscere.

Un ragazzo della banda che ha sentito quel nome abbandona il tamburello: - Un mio amico si chiama Loki... Fa della buona musica... -

Non ci posso credere, sgrano gli occhi e con un impeto dato dall'emozione dico: - E dove si trova?! Per favore ditemi che non state scherzando e che è quel dio di cui vi ho parlato! -

***

La sera stessa mi dirigo verso il locale di cui mi hanno parlato, non è un quartiere molto rassicurante, è abbastanza squallido rispetto alla città e anche la gente non sembra essere come quella che gira di giorno.

Sono agitata. Entro e subito un puzzo di alcol e sudore mi assale, il locale è più grande di come sembra da fuori, ma è lurido ugualmente: le pareti scrostate e piene di muffa saltano molto all'occhio. Un sacco di ragazzi al buio sbraita violentemente sulle note e accordi di quella che sembra musica.

Al centro del palco, illuminato se così si può definire, c'è un ragazzo a torso nudo che incita questa folla caotica. Ha la carnagione pallida su cui grondano goccioline di sudore, dalla punta dei capelli nero corvino agli addominali.

Urla più forte. La folla inizia a gridare il suo nome. Loki. Il mio cuore è a mille.

Il più grande inganno è l'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora