Metal

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Che sia davvero lui? Non è possibile, sono emozionata.

Il suo corpo è davvero magro eppure la sua voce così potente, acida, cattiva.

Aspetto la fine del "concerto" se così lo si può definire e vedo che entra in una porta situata dietro il palco, mi faccio strada tra la folla e dopo poco sono lì. Giro la maniglia arrugginita e entro.

Mi ritrovo nella penombra e se non fosse per una luce poco lontana no saprei dove andare. Mi avvicino piano, dov'è tutta la mia determinazione? Dov'è la voglia di cambiare il mio destino?

Ed infine eccolo, nella pallida luce di una lampadina attaccata al soffitto per un filo, mentre tiene in bocca un involucro di carta che fuma come quella dei ragazzi del parco, intento a soffiare fuori nuvole di fumo, l'aria è abbastanza pesante.

- E tu chi sei? Non dovresti essere qui...-

- Tu sei Loki giusto?- chiedo intimorita.

- Così mi faccio chimare. Quindi?- inarca un sopracciglio.

- Io sono... Sigyn di Asgard... la tua legittima sposa...- emetto con flebile voce e trovo il coraggio di guardarlo negli occhi, i quali si spalancano appena finisco la frase.

- Che cosa stai dicendo? Io non ho intenzione di prendere in moglie nessuno! Secondo te come la prenderebbe Vanessa?!-

- Chi è costei? Loki non dirmi che ti sei dimenticato di me...- alzo la voce senza pensare a quello che dico, poi indietreggio con un'espressione di tristezza mista a sfiducia.

- Non dirmi che hai annullato le nozze per questo... anzi per questa Vanessa...- una lacrima mi riga il volto, seguita subito da un'altra.

- Ascolta, io non ho annullato un bel niente e non credo nemmeno di conoscerti, mi stai semplicemente confondendo con qualcun'altro - emette una boccata di fumo - Non mi permetterei mai di deludere una ragazza carina come te, ma vedi io ho già una ragazza...- sorride asciugandomi gli occhi col pollice.

- C-chiedo perdono... credevo proprio che... insomma non sapevo che fosse un nome così comune... - abbassai il capo sconfitta.

- Ascolta, se sei davvero chi dici di essere non voglio nasconderti che il mio nome lo devo ad un dio che è sceso su New York un anno fa. La sua politica di conquista era strana, ma a me è piaciuto subito, aveva carattere, aveva carisma, aveva le carte in regola insomma. Non posso dire che abbia vinto, anzi è stato riportato a casa e punito, o almeno così si dice. Fatto sta che a me questa cosa sia rimasta e diciamolo pure, gli ho fregato il nome perché mi piace. Io in realtà mi chiamo Derek e non ho nulla a che fare con gli dei...- fece un altro tiro.

- Quindi non c'è possibilità che io lo riveda...- la tristezza mi pervase nuovamente prendendo il posto dell'imbarazzo.

- Ti dico una cosa: secondo me non è durato a lungo in detenzione, si vocifera infatti che il suo caro fratello sia tornato per stanarlo e riportarlo a casa, non so se mi capisci...- sorride poggiandomi una mano sulla spalla.

- Tu... dici?-

- Sì, io ci credo. Ce lo si può aspettare da un tipo in gamba, no? -

- Sì, hai ragione... Grazie - accenno un sorriso.

- Oh grazie a te di avermi ascoltato, mi sono divertito a chiacchierare con te. Torna a trovarmi quando vuoi, mi troverai qui a suonare.- fa un cenno con la mano.

- Lo farò certamente, il tuo aiuto è stato prezioso... posso solo porti un'ultima domanda? - chido timidamente accennando un sorriso mentre dentro di me tiro un sospiro di sollievo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 28, 2014 ⏰

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