Capitolo 3

92 11 8
                                    

Wei Wuxian fece ritorno al Pontile del Loto prima di quanto Feng Lan avesse previsto.
Tuttavia, aveva sospettato che l'ambiente rigido di regole e di dottrina del Clan Lan non avrebbe giovato al Maestro dei Discepoli.
Difatti, il ragazzo era stato espulso dopo solo qualche mese di permanenza. Il suo vivace spirito d'iniziativa non doveva esser stato gradito al Capoclan Qiren...

Feng Lan scorse il coetaneo comunque con piacere, il quale era già di nuovo attivo per le viuzze del grande villaggio: Yunmeng brillava nella sua completezza soltanto in sua presenza, gli andava riconosciuto...

I mesi trascorsero rapidi e leggeri in sua compagnia, con l'alternarsi di giornate tiepide e mattine piovose.
E fu nel giorno antecedente alla prima nevicata, che i ragazzi si soffermarono a conversare...

«È quasi un peccato che i colori del nostro clan sbiadiscano, all'arrivo dell'autunno...» commentò Feng Lan, osservando i petali dei fiori di loto appassire, condotti via dal soffio birbante del vento. Dense tinte castane avevano avvolto i pontili e il profumo dei fiori era svanito, lasciando posto all'aroma lacustre dei laghi.

«È divertente che sia proprio tu a dirlo, Feng Qiu» ridacchiò Wei Ying, rammentando al ragazzo il suo stesso nome di cortesia. "Qiu", difatti, significa 'autunno', mentre "Feng" ha la concezione di 'vento', ma per pronuncia anche di 'acero', pianta simbolica dalle caratteristiche sfumature della terza stagione.

L'altro sorrise imbarazzato, passandosi una mano fra i lisci capelli d'ebano che rappresentavano il suo titolo, ancora fedelmente acconciati col nastro di raso purpureo. Il compagno lo osservò, gli occhi di lillà maliziosi e scintillanti, incrociando le braccia dietro alla nuca con intrigante disinvoltura.
«È da un po' che volevo chiedertelo... Da dove spunta fuori quel gingillo tanto raffinato?» sogghignò, sporgendosi di lato: «Hai deciso di imitare il sottoscritto in eleganza oppure... è il regalo di qualche fanciulla?» lo punzecchiò.

Feng Lan arrossì e la risposta sorse subito chiara.

«Lo sapevo! Ben fatto, cugino, ben fatto! Allora, chi è la fortunata? Fa parte del nostro clan o... viene da fuori? A giudicare dalla qualità decorativa, parrebbe una dama di lodevoli origini, oltretutto... Avanti, racconta! Dove vi siete incontrati? Verrà alla Festa Zhongqiu?».

Come Feng Lan ben ricordava, Wei Wuxian era di notevole parlantina, ma le sue chiacchiere non erano mai un dispiacere... Non per lui, quantomeno.
Ammirava lo slancio socievole del Giovane Maestro ed ancor più rimirava la sua spiccata curiosità conoscitiva. Non l'aveva mai scorto studiare in vita sua, ma ben sapeva che per Wei Ying era la strada la maestra di vita. Apprendere sperimentando - e cacciandosi nei guai, naturalmente - era una delle sue doti migliori.

Wei Wuxian, letteralmente 'senza invidia', era bensì invidiabile sotto molti punti di vista.

«Non... Non ne ho davvero idea...» ammise Feng Lan, lisciando la fettuccia con i polpastrelli, come se stesse strofinando un porta fortuna, rimuginando.

La Festa della Luna era, effettivamente, alle porte...
Ed era un evento mondano al quale in pochi rinunciavano.
D'altronde, la promessa di Xiao Ya, rivolta col suo pegno, doveva pur essere soddisfatta, in qualche occasione...
Poteva trattarsi proprio di questa.
Non gli era parso che la fanciulla amasse invischiarsi nella folla - d'altro canto, aveva attraversato Yunmeng nel cuore della notte, senza soffermarsi in città, se non nella sua palafitta - tuttavia, magari, avrebbe fatto un'eccezione per tornare a trovare lui.
Valeva la pena confidare in questa piccola speranza...

Così, convinto delle proprie idee, proseguì nel suo racconto.
«L'ho incontrata in una notte insonne, stava attraversando lo stagno... Cantava un'idilliaca canzone d'amore e...» il ragazzo si interruppe all'istante, constatando che lo scenario descritto sarebbe potuto essere frainteso - e conoscendo l'indole maliziosa di Wei Wuxian, lo sarebbe stato di certo - decidendo dunque di optare per una risposta più diretta, porgendo però, a sua volta, una domanda: «Voi... Voi conoscete la leggenda della dama bianca?»
«Lo stai chiedendo a un povero diavolo che è stato segregato sulle montagne di Gusu Lan per dei mesi... Zero possibilità di notizie interessanti, solo sporadici richiami per alcune cacciate notturne e rare emergenze improvvise nei villaggi ai piè del monte...» sbuffò Wei Ying, posandosi una mano sul fianco con disappunto, lo sguardo volto al crepuscolo. La sfera rosso sangue sfumava d'arancio la spessa coltre di bruma, velando gli intricati pontili nerissimi.
«Di conseguenza, non posso far altro che chiederti... di raccontarmela» sorrise infine, volgendo lo sguardo all'amico.

Bai Furen - La Dama BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora