8 - 𝘓'𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘧𝘪𝘯𝘨𝘦𝘳𝘦

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Perché non aveva insistito di più per un nuovo incarico? Perché non aveva tirato fuori qualche lacrima?
Lei si accigliò.
Le lacrime erano per i manipolatori e le bambine.
L'unica cosa che sapeva era che non poteva restare a bordo dell'Enterprise-A.
Non l'avrebbe fatto.

Prese diversi respiri profondi e si lasciò cadere sul bordo del duro materasso.
Fissò i bauli e le borse al centro della sua nuova stanza assegnata: stanza 9 - 2 - 3F - 126, proprio accanto a Leonard.
L'ufficiale del personale si era scusato profusamente per il suo errore nell'assegnarli agli stessi alloggi, e poi si era scusato di nuovo quando l'aveva informata che non c'erano altri alloggi degli ufficiali superiori disponibili oltre a quelli che per caso condividevano un muro con la stanza di Leonard McCoy.

Chiuse gli occhi e fece una smorfia.
A Leonard piaceva; questo era ovvio.
Quando non permetteva ai suoi pensieri di intromettersi, sapeva che anche lui le piaceva.

Semplicemente non avrebbe mai funzionato. La sua carriera doveva venire prima degli uomini; dopo Jim e Roger, aveva fatto una promessa a se stessa.
La Flotta Stellare sarebbe sempre stata presente, ma il sesso opposto andava e veniva a suo piacimento.
Anche se fosse disposta a ignorare la sua regola sul non frequentare uomini nella Flotta Stellare, avrebbe dovuto piegarsi piuttosto duramente per uscire con l'ufficiale medico capo di un'astronave di cui era anche la capo nfermiera.
Per non parlare di quella storia con James Kirk, il suo ex fidanzato e il migliore amico di Leonard.
Lei rabbrividì.

Non c'era quasi nulla che potesse convincerla che non avrebbe trascorso i successivi diciotto mesi come oggetto di pettegolezzi feroci e indagatori.
Era già abbastanza brutto essere Christine "la vittima dopo l'incidente della Constellation", e ora sarebbe stata Christine "che andò a letto con il Capitano e con il CMO".

Qualsiasi risultato professionale sarebbe immediatamente coinvolto nel sospetto di favoritismi e di andare a letto con il capo. Era sicura che non sarebbe stata nemmeno in grado di prendersi un giorno libero senza che qualcuno le sussurrasse una battuta sulle cose che doveva aver fatto per "farlo a modo suo".

Odiava come le voci correvano sulle astronavi, e ora era destinata a essere al centro della scena per sempre.

Ricacciò indietro un principio di lacrime di frustrazione e tirò i bottoni della sua divisa.

Avrebbe dovuto essere in infermeria tra circa cinque minuti e l'ultima cosa che voleva era arrivare in ritardo.
Indossò la sua divisa blu da medico, si controllò i capelli nello specchio vicino alla porta, allacciò il comunicatore alla cintura e si diresse veloce verso il lungo corridoio. Batté il piede mentre aspettava che il turboascensore la portasse in infermeria sul ponte 5, ma quando la porta si aprì, lottò contro l'impulso di voltarsi e correre.
Dentro c'erano due persone, il bel vulcaniano che aveva incontrato prima e lui: James Tiberius Kirk, capitano della nave stellare Enterprise, anche se tecnicamente era più corretto dire Enterprise-A, dato che aveva distrutto l'ultima nave che aveva comandato.

Sembrava sorpreso di vederla tanto quanto lei lo era di vederlo.

<< Tenente Chapel? >> chiese il comandante Spock, premendo un pulsante sul muro per tenere la porta.
<< Stava aspettando di entrare nel turboascensore? >>

Poteva sentire il calore salire alle sue guance.
Era rimasta lì a fissarli per diversi secondi con la bocca spalancata.
Ora non solo era andata a letto con il capitano e il CMO, ma probabilmente anche il primo ufficiale pensava che fosse una completa idiota.

Grandioso.

<< Sì, signore. >> mormorò, entrando tra i due uomini.

L'ascensore schizzò verso l'alto e si bloccò una frazione di secondo dopo, facendo sbilanciare i tre.

[  𝙎𝙥𝙚𝙚𝙙 𝘿𝙖𝙩𝙞𝙣𝙜  ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora