Fine

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Dopo un tragitto lungo dietro il funebre carro

in dove sostava la bara dell'ormai defunto,

giunti eccoci d'innanzi alle porte

del sacro luogo

di eterno riposo.

Alberi e cespugli, che divoravan la zona,

di inverno vestiti.

Alla mia destra e alla mia sinistra

pianti e urla di insopportabile angoscia,

mai

in vita mia

vidi tanto dolore.

Del morto, i parenti, straziati

dalla dipartita prematura.

La moglie, gentil donna,

dalle lunghe e neri vesti , piangeva.

Ella, disperata

ormai sul punto di svenire.

La madre, ancora in vita,

non osava celare quel suo straziante tormento

di aver, per sempre, il figlio perso.

Ad un tratto la moglie, costretta è, ad andar via, per non restare un secondo in più

nell'eterno dolore.

Mai mi sarei aspettato, per giunta, di udire le voci di chi dicesse che il corpo ormai in fase di putrefazione, scoppiasse.

Il figlio! Ahi, mio caro,

separato da anni 4 dal suo adorato genitore, mai fu e sarà più in grado di dir lui vogliose parole.

Familiari, parenti, tutti in fila,

per le condoglianze, oramai posti

verso madre, moglie e figli.

Bacio e stretta di mano, l'azione di condoglio

nei confronti di essi.

Anche se eco, mirando e osservando,

l'espressione schifata e piena di lacrime,

non capivo, in qual modo, nonostante

la ripetuta richiesta,

continuassero gli affranti a porgere

la sudata guancia.

Io, al centro di questo, non oso dir parola,

Io, in codesto firmamento di anime in pena, auguro di mai riuscir

a provar

simil dolore.

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