Quanto state per leggere è venuto in mente ad Hoel per tirar un po' su di morale Semperinfelix. (Eh no, poco vale, ahi me lassa!)
Procediamo dunque con la quinta e buona lettura,
Hoel e Semperinfelix
***
Laddove si vuol dimostrare come una versione di latino, tradotta letteralmente a senso o peggio ancor a caso, possa portare a conseguenze ben più gravi di un brutto voto.
Isabella di Francia, figliola del fu Filippo il Bello e madre del giovane re Edoardo III Plantageneto, si torceva le dita assieme al suo amante Lord Roger Mortimer.
Dal Castello di Berkeley, nel Gloucestershire, da ben cinque mesi se ne stava prigioniero il marito suo e deposto re d'Inghilterra, Edoardo II, che malgrado i trattamenti non esattamente di favore dei suoi "custodi" i baroni Lord Thomas Berkeley e Lord John Maltravers, proprio non ne voleva sapere di crepare, venendole incontro. Infatti, fintanto che il previo re rimaneva in vita, una qualsiasi insurrezione poteva rovesciare l'ancor traballante governo del giovane suo figliolo.
"Insomma", sbottò un giorno Lord Mortimer dinanzi all'ennesima missiva in cui lo si informava dell'eccellente salute dell'ex-re, "lo abbiamo esposto alle correnti gelide del castello; messo nelle stanze più fredde dopo avergli lanciato secchiate d'acqua; ridotto i pasti ad uno solo al giorno; lasciato da cinque mesi con le stesse mutande e camicia; sputato catarro nella birra; gli abbiamo messo le cimici e pulci nel letto e per settimane non gli abbiamo cambiato il pitale ... E seguita tuttora a respirare?"
Isabella non seppe cosa ribattere.
"Sul serio, perché non lo accoppiamo e basta? Un ordine e uno dei miei uomini va, lo getta dalla finestra e torna. Facile! Che vuoi che sia?"
"No!", s'impuntò la donna. "Resta comunque un re unto dal Signore! Sarebbe sacrilegio ucciderlo!" e prima che un esasperato Mortimer potesse controargomentare su tali quisquiglie, ella proseguì furba: "Ci sono ordini, per cui uno non può essere considerato responsabile. La volontà di Dio si manifesterà nella comprensione di colui che riceverà questa lettera."
E detto questo si mise a scrivere.
"Eduardum occidere nolite timere bonum est", srotolò il messaggio il barone Lord John Maltravers. E rivolto al castellano Lord Thomas Berkeley: "Ma è uno scherzo questo?"
L'uomo, guarda caso genero di Lord Mortimer, lesse dapprima con sufficienza la frase, per poi sbiancare peggio di un panno sbattuto. "Ehm ...", farfugliò, la gola d'un tratto secca. "Penso sia ... Non uccidete Edoardo, bisogna avere paura?"
Silenzio.
"Potrei sapere quale idiota t'ha insegnato il latino? Per non parlare della traduzione, manco senso compiuto!", schioccò Lord Maltravers la lingua in disapprovazione. "Dai!"
Lord Berkeley si gonfiò peggio d'un rospo, piccato. "Avanti, traduci tu se sei così bravo!"
"Facile: Non temete di uccidere Edoardo, è cosa buona!"
"Puoah, tutto sbagliato!", s'intestardì il dileggiato.
"E invece no!"
"E invece sì!"
"Sancte Georgi, adiuva me!", allargò in alto le braccia Lord Maltravers. "Allora, analizziamo: Eduardum /occidere /nolite / timere/ bonum est ovvero: Edoardo / uccidere/ non / aver paura / buono è. Rigiri un po' la frase per renderla più fluida ed ecco la traduzione: Non temete di uccidere Edoardo, è cosa buona!"
Lord Berkeley, ostinato, scosse il capo e pigliando di malagrazia il messaggio, puntò i verbi sotto al naso dell'erudito cialtrone: "E se fosse, scusa, Edoardo non uccidere, aver paura buono è?"
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I conti del Canvìn
Historical Fiction[In collaborazione con Hoel] Raccolta assolutamente demenziale composta da riflessioni e rielaborazioni in chiave comica di eventi, aneddoti più o meno veri e burle ai danni di personaggi storici, necessaria panacea per le badilate di seriosità che...