La Gilda

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Mi risvegliai convinta di ritrovarmi in camera mia pronta a iniziare a giocare e che tutto quello che era successo fosse stato solamente un brutto sogno. Aprii gli occhi con il sorriso stampato sul volto, ma quando finalmente mi resi conto di trovarmi dentro hogwarts il mio sorriso si spense e gli occhi rimasero sbarrati. Tutte le altre cominciarono a sbraitare impanicate, a quanto pareva avevamo pensato tutte che fosse stato un brutto sogno. "Calmatevi!" urlai con quanto più fiato avevo in corpo. Con mia sorpresa funzionò, si sedettero ognuna sul proprio letto e mi guardavano come a incitarmi a dire quello che pensavo. "L'unico modo per uscirne vivi è mantenere la calma prima di tutto, e fare squadra dobbiamo sbrigarci a finire questi 100 livelli" dissi con calma e risolutezza "i nostri veri corpi stanno lì fuori, nel mondo reale, tenuti in vita da dei macchinari, più tempo passiamo qui dentro più tempo sprechiamo nella vita reale." continuai il mio discorso cominciando a intrecciarmi i capelli dal nervoso.

"E quindi cosa pensi di fare?" mi chiese una delle mie compagne di dormitorio, la osservai meglio e sopra di lei apparse una scritta, Liz, e sotto una lunga linea verde.

"Semplice, bisogna fare squadra, fra di noi, e con gli altri. Dobbiamo terminare il prima possibile questo gioco mortale" dissi con tutta la determinazione che avevo in corpo.

Le altre annuirono e andammo tutte a prepararci. Fino alla colazione fu tutto tranquillo, non volava una mosca, eravamo ancora tutti shockati da questa nuovs situazione. Presi la mia tazza con il caffelatte e cominciai a berne un po'. Era buono, naturalmente lo era, nel nerve gear vi erano dei software minuziosi che trasmettevano al cervello le sensazioni di mangiare, e riproducevano in modo meticoloso i sapori del mondo reale. Ma si trattava di illussioni, il mio corpo reale non otteneva nessuna energia da quella colazione e quanto meno il mio avatar. Mentre ero persa nei miei pensieri si avvicinò un ragazzo, più grande di me e con una prensenza fisica che incuteva timore. Posai delicatemente la tazza sul tavolo, mi sedetti meglio e lo fissai come per invitarlo a parlare. "Ho sentito dire che conosci già tutti gli incantesimi e le pozioni del primo anno." Disse il ragazzo, continuai a guardarlo con fare interrogativo, non capivo dove volesse andare a parare. "Abbiamo creato una piccola gilda con i giocatori migliori di questo gioco mortale, e la tua presenza significherebbe molto per noi." Me lo guardai e cercai di capire se scoppiare a ridergli in faccia o accettare. "Vabene, entrerò a far parte della tua gilda, a due condizioni, voglio avere un posto di comando e anche le mie compagne entreranno a far parte della gilda." Dissi con sguardo di sfida, o accettavano le mie condizioni o potevano anche scordarsi la mia unione alla gilda. "I-io n-ne dovrei discutere col c-capo" farfugliò il ragazzo. "Non c'è nulla da discutere, se il capo di questa gilda mi vuole tra i suoi accetterà le mie condizioni senza lamentarsi." Dissi alzandomi dal tavolo e uscendo dalla sala. Odiavo la gente così demente, passai davanti al muro dove solitamente, o almeno nei libri e nei film, erano appesi gli annunci e per poco non mi sentii male. Quello era l'elenco dei giocatori mao, e ...

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