~Capitolo 3~

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T/N's pov

Una volta giunta al cancello della scuola aspettai l'arrivo di Shoto. Lo vidi in lontananza che arrivava con il suo passo da figone patentato...ma che sto pensando, lui è solamente un "AMICO". Si piazzò davanti a me come un palo della luce e iniziò a fissarmi con i suoi occhi eterocromatici, in modo dolce.

Shoto:"Scusa se ti ho fatto aspettare"

Io:"Tranquillo sono appena arrivata"

Shoto:"Ok, allora andiamo?"

Io:"Sì andiamo"

Ci incamminammo verso il centro città per andare al centrocommerciale.

Skip time

Appena entrammo nel centrocommerciale vedemmo Kaminari seduto su una panchina con sguardo pensieroso. Iniziai ad avvicinarmi a lui, ma Shoto mi prese il polso e mi fece girare verso di lui.

Shoto:"Che ne dici di mangiare un gelato?"

Io:"Va bene"

Andammo alla gelateria di fronte e ordinammo i nostri gelati. Io presi un gelato a due gusti, Ciliegia e Panna, mentre Shoto prese un gelato al Limone. Ci sedemmo su una panchina e iniziammo a parlare.

Io:"Oddio Shoto mi sono appena resa conto che il mio gelato ha lo stesso colore dei tuoi capelli"

Shoto:"Ora che lo guardo meglio è vero"

Scoppiammo a ridere e mi accorsi che era la prima volta che mi sentivo così bene stando con qualcuno, questo ragazzo mi fa uno strano effetto.
Improvvisamente sentì un braccio dietro le mie spalle. Mi voltai ed incrociai lo sguardo di Kaminari.

Kaminari:"Ciao T/N, ah ciao Todoroki non ti avevo visto"

Io:"Ciao Kaminari" risposi spostandogli il braccio dalle mie spalle.

Shoto:"Che piacere vederti Kaminari" disse Shoto in un modo un po' infastidito.

Kaminari:"Che ci fate qui voi due soli soletti?"

Shoto:"Non sono ca...voli tuoi"

Io:"In verità Shoto voleva dire che dobbiamo andare via ora"

Kaminari:"Ok...ciao ragazzi, ci si vede domani a scuola"

Io:" Ciao Kaminari-kun"

Portai Shoto lontano da Kaminari e lo guardai in modo perplesso.

Io:"Shoto perché hai risposto in modo così sgarbato?"

Shoto:"Scusami non so' cosa mi sia preso" mi guardò con sguardo da cucciolo, dispiaciuto.

Io:"Non fa niente"

Skip time

Ci allontanammo dal centrocommerciale e ci dirigemmo verso il parco. Appena vidi che le altalene erano libere, mi ci fiondai subito, correndo come una bambina di 6 anni.

Shoto mi raggiunse subito con passo calmo e si sedette sull'altra altalena. Restammo in silenzio per un tempo che sembrò interminabile, fin quando Shoto non prese parola.

Shoto:"Senti, è da ieri che te lo volevo chiedere, ma quella cicatrice come te la sei procurata?"

Le mie mani iniziarono a tremare e respirare era diventato sempre più difficile. Shoto vide il mio improvviso stato di agitazione, prese le mie mani fra le sue e mi fissò dritto negli occhi.

Shoto:"Se non ne vuoi parlare, non farlo, non sei obbligata"

Io:"Ce la posso fare. Questa è una storia lunga, che mi ha portato ad avere questa cicatrice. Io naqui in una famiglia dove la parola "Violenza" regnava sovrana. Mio padre era un'alcolista e si divertiva a tormentare mia madre picchiandola fino a che non sveniva, ed io essendo ancora piccola non capivo il perché mia madre entrava nella mia stanza piangendo e mi abbracciava. Intanto crebbi e compì 4 anni, in breve tempo acquisì il mio quirk e la mia passione più grande: il canto. All'età di 5 anni, io e mia mamma eravamo nella mia stanza a giocare e senza farci sentire da mio padre iniziammo a cantare una canzoncina per bambini, quando di fianco a me vidi la sagoma di un bambino della mia stessa età. Mia madre esclamò che ero nata con due quirk, una cosa alquanto strana. Purtroppo mio padre ci sentì, aprì la porta della camera, prese mia madre per i capelli e la trascinò nel salotto, buttandola per terra. Io corsi in sala, mentre sentivo mio padre urlare che mi aveva rovinata, lo diceva con un coltello in mano, stava per colpire la mamma. Io mi lanciai per proteggerla e così papà colpì il mio occhio sinistro con il coltello. Dopo questo papà ha iniziato a urlarmi che ero uno stupido errore e che ero un mostro che non doveva esistere. Mamma non ci vide più dalla rabbia, prese il coltello dalle mani di papà e...lo uccise. Provai un senso di sollievo quando non vidi più papà a casa, ma non durò molto. Qualche settimana dopo mamma fece un'incidente, morendo sul colpo. Io ero in macchina con lei e venni sbalzata fuori. Finì sul marciapiede, guardavo la scena piangendo, non sapevo che fare, finché un signore mi prese in braccio dicendomi che si sarebbe preso cura di me. Ed è così che Aizawa-sensei divenne mio padre addottivo"

Shoto:"Cavolo mi dispiace tanto"

Io:"Tranquillo, non devi scusarti, non è colpa tua"

Shoto:"Ora che so' la tua storia, è giusto che io ti dica la mia"

Io:"Shoto, se non vuoi, non sei obbligato a dirmelo"

??:"Ciao ragazzi..."

Continua...
Bye Heros

Tu sei il mio sorriso (Shoto Todoroki x reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora