La ragazza si svegliò a causa di un rumore in bagno.
Aprì gli occhi di scatto e aggrottò le sopracciglia quando non percepì Stuart nella sua metà del letto. Altri rumori di oggetti che cadevano in bagno. Juliet si tolse le coperte di dosso, raccattò una vecchia maglia dei The Human League che aveva trovato sulla sedia dove il ragazzo dai capelli blu ammassava di solito i vestiti e se la mise. Fece una rapida corsa in bagno, dove trovò Stuart che frugava con insistenza nell'armadietto dove tenevano i medicinali. -Cazzo, Stu- borbottò lei, prima di avvicinarglisi e scansarlo. Il ragazzo era nudo, tranne per i boxer neri e delle calze, anch'esse nere. Sul collo e sul petto dei piccoli lividi violacei spiccavano sulla sua carnagione chiara. Avevano fatto l'amore la notte prima, e quelli erano i segni del loro amore, della passione che li aveva travolti entrambi. Juliet era convinta di avere anche lei dei segni di succhiotti e morsi sotto la maglietta, ma non ne era del tutto sicura. Stuart si appoggiò alla parete, imprecando. -Gli antidolorifici- disse, coprendosi il viso con le mani -Non trovo i miei antidolorifici.- -Aspetta 'n attimo- Disse Juliet mentre tirava fuori ad uno ad uno i medicinali dall'armadietto, fino a trovare la scatoletta degli antidolorifici. Tirò fuori due pillole e le porse a Stuart, che nel frattempo si premeva le mani contro le tempie. Lui guardò verso la ragazza e dopo aver preso le pillole dalla sua mano, le ingoiò velocemente, poi corse al lavandino per aprire l'acqua e bere direttamente dal rubinetto. Juliet rimase a guardarlo, e pensò che, anche compiendo un gesto tanto insulso e quotidiano come quello, Stuart rimaneva il ragazzo più bello che avesse mai visto in quasi ventinove anni di vita. Certo, a causa delle forti dosi di antidolorifici poteva sembrare un ragazzo poco sveglio e dall'aria assente, ma per lei era perfetto anche così. Per lei era perfetto anche se gli mancavano gli incisivi anteriori, anche se gli occhi erano completamente neri a causa degli ifemi. Anzi, per lei era perfetto sopratutto per queste caratteristiche, che lo rendevano unico. Era perfetto con quello squisito accento londinese che aveva, era perfetto quando si metteva a suonare la sua tastiera e la casa veniva invasa da quelle note dolci, che raccontavano di sofferenze e di vittorie, di perdite e conquiste. Era perfetto quando teneva la sigaretta fra le labbra e con espressione assorta fissava le curiose forme che assumeva il fumo quando lo faceva uscire dalla bocca. Era perfetto quando appena sveglio faceva le boccacce davanti allo specchio e quando scuoteva i capelli per cercare di domarli. Era bello, Stuart, forse anche troppo per lei, che non si sentiva mai abbastanza per lui. Mentre lui era facilmente riconoscibile già dagli occhi, lei non aveva niente che la contraddistinguesse da tutte le altre ragazze. Nessun difetto o anomalia fisica. L'unica cosa per la quale era "famosa" era l'essere la fidanzata di Stuart Pot, cantante e tastierista dei Gorillaz. E lo odiava. Odiava che la gente si rivolgesse a lei come "la ragazza di 2D" e non come a "Juliet Shade, sai, quella YouTuber..."Perchè era questo ciò che faceva, la YouTuber. Semplicemente, accendeva la videocamera del suo cellulare e cominciava a parlare. Parlare, parlare, sclerare, urlare, ascoltare musica, fare vlog. Aveva incontrato i Gorillaz proprio durante un suo vlog, dopo l'esibizione in live di Clint Eastwood, la sua canzone preferita. Con la videocamera del proprio cellulare accesa si era infiltrata nel backstage, dove aveva sbattuto la faccia contro il petto di Murdoc, che aveva subito urlato qualcosa tipo «SI PUÒ SAPERE CHI CAZZO È QUESTA RAGAZZINA?!» E poi, mentre tutti i membri dei Gorillaz e gli assistenti di scena la guardavano, Stuart aveva strillato «È LA MIA RAGAZZA!». Lei stava ancora registrando e nonostante avesse un'espressione incredula sul viso che tradiva l'affermazione del tastierista, Juliet resse il gioco. Andarono tutti insieme a festeggiare in un bar vicino e fu lì che lei toccò letteralmente il cielo con un dito. Stuart la presentava in giro con un sorriso orgolioso e lei arrossiva e cercava di nascondersi dietro la schiena del ragazzo. Juliet era su di giri, e per tranquillizzarla, il tastierista le sussurrava frasi dolci all'orecchio come «Non preoccuparti piccola, fra poco ci liberiamo di loro e potremo avere un po' di tempo per noi» seguiti da bacini delicati sulla fronte sul naso. Stuart osservò il riflesso della sua fidanzata allo specchio. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e sembrava pensierosa. In quanto a lui, stava giá accusando gli effetti collaterali dell'antidolorifico. -Juliet- chiamò lui, facendo riscuotere la ragazza dai suoi pensieri. Cercò di muoversi verso di lei, ma inciampò sui propri piedi e le finì addosso, quasi rischiando di farla cadere. Ma la ragazza, essendo forte, riuscì a sorreggerlo. Le loro labbra si trovarono a pochi centimetri di distanza e le unirono ripetutamente in una serie di bacini dolci; finché Stuart non fece un grosso sbadiglio, mettendo in bella mostra i denti e anche gli spazi dove essi avrebbero dovuto essere presenti. -Sonno?- Chiese Juliet guardando il proprio ragazzo con un leggero sorriso. -N-n-no- sbadigliò nuovamente lui, passandosi una mano sugli occhi totalmente neri. -Ho capito- disse lei, prendendo Stuart sottobraccio e conducendolo verso il letto -Qualcuno qui dovrebbe tornare a dormire.- -Nooo- protestò lui -Non ne ho bisogno, posso stare sveglio.- -Stuart, conosci gli effetti collaterali di quell'antidolorifico. Sonnolenza. Se non ti sdrai subito sarò costretta a trascinare il tuo corpicino esanime fino al letto, e sai che non ho letteralmente le forze per farcela.- -Mmh, d'accordo- borbottò lui prima di sdraiarsi sul letto -Però mi dai mille baci.- Sorrisero entrambi, e mentre Juliet si distendeva accanto al ragazzo, disse -Appena ti svegli te ne darò ancora di più, contento?- -Adesso sì.- Confermò il ragazzo girandosi verso di lei, in modo da averla di fronte. Juliet guardò a lungo il fidanzato prima di accorgersi delle sue lunghe dita che percorrevano lentamente le lettere che formavano il nome della band sulla maglietta. Le sue dita accarezzavano delicatamente il tessuto della maglietta e sfioravano le clavicole di sotto. La ragazza rabbrividì a quel gesto, destando l'attenzione ormai alla deriva di Stuart. -Penso che questa maglietta ti stia tanto bene Juliet...- disse lui con voce strascicata dal sonno, prima di tirarla a sè e baciarla, per poi chiudere gli occhi e addormentarsi. Juliet sorrise, avvicinandosi sempre più al ragazzo dormiente, fino ad arrivare ad accostare l'orecchio al petto del fidanzato ed ascoltarne i battiti del suo cuore, che erano calmi e regolari. Chiuse gli occhi e prima di addormentarsi, sussurrò una sola frase. -Ti amo, Stuart Pot-.
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Painkiller - Gorillaz
RomanceIn verità, Juliet Shade non si sarebbe mai aspettata di poter destare l'attenzione di Stuart Pot, frontman dei Gorillaz.