Dove il castello incomincerà il suo passo per distruggere le mura.
Tic, tac, tic, tac. Costruisci, disintegra,costruisci, disintegra...
Certo che picchi davvero forte. Non potresti dormire un po', come facevi tanto tempo fa?Se dormo, non avrai poi così tante certezze della mia esistenza. Te che parti prevenuto e non credi a nulla.
Se dormi, potrei smettere la mia cura e sarei seriamente in grado di riposarmi. Sai, le pillole sono amare e creano una strana patina sulla lingua. Doverle prendere è una "certezza" con delle basi solide: Tu esisti.
Non credo sia così importante la tua patina: preoccupati piuttosto di nutrirmi, visto che esisto. Queste pillole mi fanno sentire strano.
Se ti "nutro", come dici te, finiró per mangiare di nuovo un insetto. E quello strano sarò io.
O l'insetto o le pilloline, non hai molta scelta.
Facciamo che se smetto di prenderle mi fai mangiare una mela?
Non posso. Sento il bisogno di trasgredire, di guidarti verso il piacere.
Basta comandarmi.
Tu mi hai creato. Tu sei me.
Sei apparso all'improvviso, rompendo nella mia vita. Non era mia intenzione riaverti tra i piedi. Dovrei convincermi che forse le pastiglie hanno uno scopo.
Da quando "io sono apparso", hai avuto modo di riscattarti nella vita. Come credi che mi senta a stare qui, chiuso in questa prigione? Posso solo sbattere sulle pareti. E tu invece? Sei libero. Non si tratta di comandarti, ma di farti svegliare. Sarò solo una guida, nient'altro. Non farei mai nulla che ti disturba. Come io non comando te, tu non mi imponi di starmene qui in silenzio.
Pensa a nutrirmi adesso.Credo tu abbia ragione, forse dovrei interromperle giusto per un po'. Penso che la dottoressa Poppen non si preoccupi e sarà contenta se avrò avuto uno sviluppo emotivo.
Bravo Carl, così ti voglio.
E adesso, che cosa facciamo?
Beh, prima devo uscire da questo castello. Sarà anche fatto di cartone, ma queste mura sono belle resistenti...
Dimmi che cosa fare e proverò a darti una mano.
Ok, allora. Prendi quel coltello.
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Castelli di Cartone
Horror"Vivevo con l'ansia di svegliarmi una mattina e di essere capace di distinguere tutti i colori. Mi ero abituato fin troppo al bianco e nero. Vivevo con una flebile voce che comunque picchiava, e mi ripeteva di nutrirlo. Io sono Carl, il ragazzo dal...