Resne e Melecotte dal Giudice di Pace Storia vera di Magno

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2010 d.C. circa…

Le mattinate fresche di Maggio si sprecano troppo spesso a fare cose inutili, penso, mentre infilo il giubbotto di pelle sopra la camicia e accarezzo la gattina Janis, promettendole di tornare con una stiva di croccantini.

Al bar vicino l'ufficio del giudice di pace il tempo sembra scorrere più rapidamente del mio caffè e della mia paglia. Quel locale sotto i portici è come una bolla isolata dove chi entra beve-paga ed esce di fretta, correndo verso gli uffici della piazza. Mi siedo e mi godo un minuto di raccoglimento.

Tengo presente che mi aspetta una mattinata noiosa in tribunale per far pace a suon di bolle e gabelle con un signore che non voglio più denunciare, tanto il tempo scorre sopra a ogni offesa e una stretta di mano darà onore a entrambi molto più di una vita passata in cagnesco.

Comunque.

Prima di me si discute un'altra causa.

Il giudice entra e tutti ci si alza in piedi, è una stangona con tacco quindici, "taier" e occhi azzurri occhialuti di matura femminilità, seguita dal pubblico ministero bagnina di “Beiuotch” tacco 14, bionda e occhi chiari.

Ok, ho sbagliato mestiere, penso, dovevo fare l'avvocato figo.

Comincia il "Forum" paesano e un vecchietto che da piccolo ha sicuramente picchiato anche Garibaldi, viene chiamato l'attore d' ACCUSA USA USA USA...

L' austero riverbero dello stanzone appesantisce la coda di quella parola, ma il signor Resne dopo una decina di passi si siede a destra della gnocca occhialuta sopraelevata.

Signor Resne... Mi racconti cos'è successo! Chiede il giudice, mentre io lumo le sue calze velate di scuro sotto la scrivania e il tacco quindici alleggerito da una scarpa elegante come una rondine.

Ohi Sivgnorina... Io ero seduto davanti casa... Sa, sono pensionato e... Mia moglie Adelfia anche... E lei era in bugadara a spennare una galina per il brodo che poi fa i capeletti.... Che ci mette anche la noce moscata...

Signor Resne, la prego di attenersi ai fatti che riguardano lei e l'IMPUTATO ATO ATO ATO...

Ohi... Adesso poi ci e la racconto io sivgnorina... Che io ero sulla mia sedia nel cortile e quel signore è passato dalla strada in bicicletta e mi ha offeso.

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