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«Complimenti, era tutto squisito» commenta Karen, «hai cucinato tu?» mi chiede, annuisco, «abbiamo cucinato tutti assieme in realtà» mi correggo appena ingoio il boccone, «l'unione fa la forza» dice sorridente Manny.
Subito dopo pranzo si sono tutti offerti di dare una mano a sparecchiare, ora mi è chiaro da chi ha preso Shawn: DA TUTTA LA SUA FAMIGLIA. Sono adorabili. Avevo tanta paura per niente. Certo, sono ancora un po' in imbarazzo, in fondo non è una cosa da tutti i giorni conoscere subito i genitori del proprio ragazzo, però sono davvero simpatici e hanno un ottimo senso dell'umorismo. Pensare che quel ragazzo riccioluto, dopo un intero mese di attesa straziante, sia finalmente diventato il mio ragazzo riccioluto mi stritola il cuore come un caldo abbraccio. Avete presente gli abbracci tanto amati da Olaf? Ecco, così.
«Bene, Shawn andiamo?» dice Aaliyah guardando il fratello, «si Liyah, ora andiamo» ridacchia, lei sorride e batte le mani emozionata, chissà dove vanno.
«Kaley vieni» mi prende la mano lei, io sorrido, «devo venire anche io? Scusate, non l'avevo capito» gesticolo un po', «non preoccuparti, non te l'ho detto» mi giustifica Shawn, «tranquillo, dove andiamo?» «mmh, a New York» dice in tono ovvio dandomi un bacio nella guancia, arrossisco appena, «ma siamo già a New York, ci abitiamo» rido, «si, lo so, aspetta» mi dice sorridente, faccio spallucce ed usciamo di casa.
Mentre ci incamminiamo verso la macchina noto lo sguardo complice di Alex e Annabeth, stanno tramando qualcosa alle mie spalle, lo so.
«Quindi sei riuscito a mantenere il segreto» sento dire a Karen in un sussurro, lui annuisce, «sono fiera di te» dice ancora salendo in macchina.
Dopo un quarto d'ora noto che siamo sulla strada per scuola, storco il naso confusa. Dove diavolo stiamo andando? La scuola è chiusa.
Quando sto per chiederglielo parcheggia e, appena siamo tutti giù, Ann mi tappa gli occhi.
«Aaaann, dai che fai?!» mi lamento, «fidati di me» dice continuando a tenere le mani sui miei occhi, «non so fino a che punto dovrei fidarmi di te, suonatrice di padelle» la prendo in giro, lei non risponde ma inizia a camminare obbligandomi quindi a fare lo stesso.
Sento il rumore di una porta che si apre, sto camminando da una decina di minuti, la curiosità mi ammazza, odio essere tenuta sulle spine, ho bisogno di sapere ogni cosa, ogni dettaglio di ogni giornata, mi piace tenere le cose sotto controllo, sono una persona organizzata.
Molti mi definirebbero ossessiva compulsiva, ma non è così, è solo che amo pianificare e non essere sconvolta dagli imprevisti.
Penso sia normale, no?
Anche se in realtà l'ultimo imprevisto non mi è dispiaciuto, ma Shawn è un caso a parte, non so nemmeno se posso definirlo un imprevisto, è più una sorta di bonus che la vita ha deciso di concedermi.
È un po' come la punta ripiena di cioccolato del cornetto, è appena iniziato ma già ho paura che finisca troppo in fretta.
E così, come il cornetto lascia quel dolcissimo sapore di cacao, sono certa che lui lascerà un dolcissimo ricordo di se, solo, che a differenza di quel buonissimo gelato, non ce ne sono altri come lui nel banco frigo della mia vita.
Ho appena definito la mia vita un bar, perfetto, c'è qualcosa che non va nel mio cervello.
Finalmente Ann mi libera gli occhi, li sbatto un paio di volte prima di rendermi conto di essere nell'auditorium del mio liceo.
«Tadááá» esordisce Alex, ero sicura centrassero entrambi, «perché siamo qui?!» chiedo guardandomi attorno, la mia voce rimbomba nel silenzio che ci avvolge, «per questo» dice Shawn, sopra al palco, con il microfono in mano, mi giro di scatto, ero troppo concentrata sul perché inesistente ai miei occhi, per notare che non era accanto a noi, «hey, che ci fai là sopra?» rido mentre cammino diretta alla prima fila, «mmmh, ci sono due motivi in realtà: 1)devo darti una notizia, 2)volevo farti sentire una canzone, e quale posto migliore di questo, no?» la sua voce esce fuori forte dalle casse che circondano il perimetro della stanza, «come hai fatto ad entrare?» poggio le braccia sopra al palco che da lontano sembra molto più alto di quello che è in realtà, lo osservo mentre sta seduto per terra a gambe incrociate, con la chitarra in grembo, «Mh, diciamo che Mrs Daila è molto gentile» risponde accennando una risata, sorrido, avrei dovuto immaginare che centrasse anche lei, è l'anima di questa scuola, senza di lei sarebbe piena di zombie senza voglia nemmeno di respirare, lei invece riporta tutto in vita! «Se posso scegliere voglio sentire prima la notizia, sono curiosa» dico entusiasta, è l'unica volta in cui non ho la minima idea di cosa possa essere, nessuno scenario mi passa lento nella mente aspettando di essere esaminato, «non puoi scegliere, mi dispiace, sentirai prima la canzone» ridacchia, alzo gli occhi al cielo e vado a sedermi nelle poltroncine accanto a tutti gli altri, intanto accorda la chitarra, «si intitola Crazy, e umh, nel caso tu te lo stia chiedendo: si, è su di te» arrossisce ed inizia a cantare. «Think I don't need a watch to tell the time, think I don't need the sun to help me shine, think I don't need a girl to be alright, guess I didn't know.
Thought I didn't need shoes on my feet, thought I didn't need a bed to fall asleep, thought I didn't need love to be complete, guess I didn't know that I just got this crazy feeling, I've been making someone wait for me, for me.
You're all I think about when I'm awake, part of every night and every day and everything's a mess when you're away, now I ain't know.
All of this is getting really old, I'm having trouble sleeping on my own, feeling like a house but not a home.
I want you to know that I just got this crazy feeling, I've been making someone wait for me, for me.
Guess I need a watch to tell the time, guess I need the sun to help me shine and I really need you in my life.
Now I know that you give me this crazy feeling and you won't have to wait no more for me, for me. And I just got this crazy feeling, I've been making someone wait for me» intona le note in modo perfetto e lo guardo affascinata, non riesco a pensare ad altro, solamente lo guardo mentre delicatamente pronuncia ogni sillaba. Ha scritto davvero tutto questo per me? Come può essere vero? Mi tremano appena, sorrido incredula.
«Beh, che ne dici?» dice timidamente cercando di cacciare via il solito ricciolino dal suo viso, «è bellissima Shawn» sorrido, «sul serio?» chiede e gli si illuminano gli occhi, «mhmh, grazie, è stupenda, sul serio» gesticolo, lui sorride.
«Credo sia arrivato il momento di darle la notizia, non credi?» dice suo padre mentre ci osserva felice, Shawn annuisce, «Kal» inizia, «si?» noto l'emozione che ha nella voce e la mia curiosità aumenta, «mh, sai che l'audizione è andata male, no? Beh, non da tutti i punti di vita, ma da quelli musicali si» ridacchia e mi sento terribilmente in colpa, se non fosse stato per me adesso starebbe vivendo il suo sogno, «mhmh» dico dispiaciuta, «beh, mi ha chiamato un'altra casa discografica, gli hanno parlato di me, vogliono che firmi un contratto» dice velocemente, la felicità gli si legge negli occhi.
«OH MIO DIO, È FANTASTICO» esclamo felice.
Felice.
Per i primi tre secondi.
Giusto il tempo di realizzare che questo vuol dire che gli devo dire addio. Forse sono egoista, insomma, sono felice per lui, lo merita davvero, ma non voglio lasciarlo andare, non voglio rimanere sola un'altra volta.

[Spazio me]
Heeeey heeeey, ecco qua il capitolo, ci ho messo secoli come al solito, lo so, scusate.
Spero vi piaccia❤️
Mmmh, come state vivendo la quarantena? Mi raccomando, rimanete a casa, eh

Room Mates||Shawn Mendes (2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora