La cerimonia

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Era un venerdì d'inverno, ero sull'Orient Express diretto a Budapest dove mi aspettava una premiazione come migliore investigatore dell'anno.
Nel frattempo osservavo la neve candida cadere su degli immensi prati: era meraviglioso.
Guardai l'orologio ed erano già le sette, andai subito in cabina per farmi una bella doccia calda.
Mi vestii: ero indeciso tra un vestito classico blu o un abito doppiopetto nero. Alla fine scelsi il doppiopetto, erano le otto e mi diressi nella carrozza ristorante. Arrivato mi accolse un signore, abbastanza robusto, vestito di bianco che mi fece accomodare e mi servì un bicchiere di  champagne, come aperitivo, poi mi diede il menù. Nella lista c'erano molte prelibatezze, io ordinai: tagliolini all'astice aromatizzati al lime, di secondo, gamberi e scampi alla griglia, da bere  una bottiglia di Ruinart.
Come di mia routine chiesi al cameriere di portarmi in camera verso le dieci e mezza una tazza di camomilla.
La mattina seguente alle dieci, arrivammo alla stazione di Budapest dove mi aspettava un taxi. Mi infilai il cappotto e uscii da questo meraviglioso treno. Nello scendere dagli scalini il capotreno mi tenne la mano ed io gli diedi la mancia dicendogli
"Complimenti per il treno".
Mi guardai in giro e vidi un signore che reggeva un cartello con scritto: INVESTIGATORE DUPONT EDGARD. Gli dissi
"Ciao Logan!".
Era il mio autista di fiducia lo seguii e salì su un un'imponente macchina che mi portò fino all'hotel. Arrivati, mi accompagnò con i miei bagagli fino alla stanza. Se ne andò.
Mi misi la tuta e mi infilai sotto le coperte per schiacciare un pisolino.
Alle quattro e mezza suonò la sveglia così andai a lavarmi e indossai lo smoking, mi misi il cappotto e scesi ad  aspettare Logan.
A mia insaputa arrivò con una maestosa limousine con i vetri oscurati, imbarazzato, salii.
Arrivato, due agenti di polizia mi scortarono fino all'ingresso principale dove mi accolse un signore che mi fece accomodare. A un certo punto il capo della polizia John Smith disse il mio nome al microfono, così mi alzai e raggiunsi il comandante Smith sul palco. Tutto d'un tratto si spensero le luci, non si vedeva più niente e quando di colpo si riaccesero...

Assassinio nell'ombra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora