«E gli uomini vollero
piuttosto le tenebre che la luce»
(Vangelo di Giovanni, III, 19)~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•
Davanti a me, il corpo esanime di un cervo.
È uno degli esemplari più belli che abbia mai visto. Il manto rossastro con sfumature grigie sul petto, le corna, ricoperte da una morbida peluria.È riverso a terra, a pochi centimetri dai miei piedi. Mi avvicino e gli chiudo gli occhi.
Mi dispiace, gli sussurro, come se potesse sentirmi. Come se potesse capire le mie parole, le parole di una bestia.
Alzo lo sguardo all'altezza del collo: lì i due fori che gli hanno procurato i miei canini. È morto e sono stata io ad ucciderlo.
Forse ho appena ammazzato un padre che tornava a casa. Forse i suoi cuccioli moriranno di fame. Per colpa mia.
Colpa, colpa.
Maledetta colpa. È l'unica emozione che provo sempre. Da più di quattrocento anni. Insieme al dolore.
Guardo il cervo per l'ultima volta: perdonami compagno, se puoi. Fallo tu al posto mio.
Stacco velocemente gli occhi da quel pelo rosso e, subito, avverto diversi odori nelle vicinanze. Vampiri, capisco che ci sono altri vampiri nei dintorni.
Poco dopo ne avverto altri, più forti. Ci sono anche dei licantropi, e si stanno avvicinando.Dopo alcuni secondi riesco a vederli. Sono a parecchi metri da me, ma la mia vista mi permette di individuarli comunque.
Sono in forma umana e sono dei bambini. Sono quattro e stanno correndo nel bosco, ignari di tutto.Ridono a crepapelle, e hanno in mano dei legnetti. Li sventolano in aria, li battono per terra, li usano per toccarsi.
Continuano a correre e sembrano felici. Quasi il cuore mi scoppia, nel vederli così, ingenui e spensierati.I bambini, che creature straordinarie. A qualsiasi specie appartengano, non sono mostri. Non sono bestie, non sono cattivi. Sono la purezza che la Natura ci ha regalato. Sono il suo dono più bello.
Un campanello d'allarme comincia a squillarmi dentro. Avverto i passi dei vampiri dirigersi verso il gruppo dei lupetti. Sono in tre, e sento la loro sete. Hanno fame, ne hanno parecchia.
No.
Non possono farlo. Non possono bere il loro sangue, non possono ucciderli.
I miei piedi si muovono da soli. In pochi secondi raggiungo i bambini, e mi paro davanti a loro.
Tutti smettono di ridere e mi guardano confusi. Hanno capito che sono un vampiro, me ne accorgo dai loro visi agitati. Non c'è tempo da perdere, devono andarsene.
«Bambini, tornate a casa...correte, correte, presto!» le parole mi escono così velocemente che temo di non essermi spiegata bene.
Uno di loro, il maschietto più alto, mi guarda perplesso, con la fronte aggrottata. I suoi occhi, all'improvviso, si accedono e una scintilla di puro terrore li attraversa. Non sta più guardando me, ma oltre le mie spalle.
Capisco che sono arrivati. Che è troppo tardi.«Buonasera cari lupetti» sento sghignazzare i tre vampiri e, di colpo, mi blocco, non sapendo cosa fare. Ho paura, ma non per me. Non voglio assistere alla morte di questi bambini. Non potrei sopportarlo.
Non dopo...Sento lo sguardo dei vampiri poggiarsi su di me, e decido di voltarmi. Mi squadrano da sotto a sopra, gli occhi completamente rossi. Mi guardano in cagnesco, come se volessi rubare la loro cena.
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FABULA HOSTIUM- La ballata dei nemici erranti
ParanormalRomilia. Una vampira ultracentenaria incapace di ritrovare la felicità perduta. E' nota come la Furia Nera, ma nessuno conosce le circostanze della notte in cui si guadagnò quell'appellativo. Maximilian. Un licantropo Alpha, rispettato dal branco e...