21. Mcdonald's.

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Amelia.
Dopo pochi convenevoli sulla giornata, non diciamo molto.

-ci fermiamo in pizzeria?- chiede Ignazio spezzando il silenzio.

Vuole proprio prolungare la mia agonia.

-in realtà sono un po' stanca. Preferirei prendere qualcosa da Mcdonald's e portare a casa.

Lui annuisce mentre si dirige al Mcdonald's dove ci fermiamo di solito per un Mcflurry.

Scendo io a prenotare e ritirare il cibo.

Mentre aspetto, il brusio della sala mi distrae da quello dei miei pensieri.

Ma l'attesa dura troppo poco e mi ritrovo a ritirare i sacchetti e rientrare in auto per un altro viaggio silenzioso.

Quando rientriamo a casa aiuto Ignazio con le buste del take-away nonostante le sue proteste, pur di fare qualcosa e non sentirmi inerme.
Il Mcdonald's per una sera non ci ucciderà. Anzi, forse la dose esagerata di patatine che ho ordinato potrebbe aiutarci.

Mangiamo sul tavolino davanti al divano, ma è tra un morso e l'altro che mi ritrovo a fissare Ignazio.

Non ci siamo praticamente detti nulla.

Lui se ne accorge e si volta verso di me, mette giù il panino.

-posso chiederti una cosa?- esordisco sentendomi una bambina stupida.

Lui annuisce, io continuo- ti ha dato fastidio oggi lo strudel, vero?

Lui sospira e annuisce- mi sento uno stupido. Scusa.

Scuoto la testa- non devi scusarti. Me ne sono accorta ma non ho trovato le parole per chiarire, e sono stata male tutto il giorno.

-anche io.-dice- mi spiace di essere stato silenzioso durante il viaggio stamattina.

-adesso rispondi a questa domanda. Ti ha dato fastidio che io abbia preso un dolce per lui o che io abbia preso lo stesso dolce sia a te che a lui?

Lui sospira- la seconda.

Lo guardo- non era per paragonarvi, Ignazio. Tu e lui non siete allo stesso livello per me, se è questo che ti è passato per la testa. Lo sai cosa sei per me. Chi sei. Lui è un amico e un collega, nulla di più. E il mio voleva essere un gesto gentile per un collega. Ho visto gli strudel e ho pensato che essendo un dolce tipico trentino potesse essere una specie di souvenir, un pensiero carino per un amico. Lo avresti fatto anche tu se ci avessi pensato. E se avessi capito che c'era anche Piero a lavoro con te lo avrei preso anche per lui.

Ignazio ride- gli ho dato il mio, perdonami.

Scoppio a ridere- hai fatto bene. Non ti comprerò mai più uno strudel.

-per carità. E comunque queste cose le so già tutte. È che sono uno stupido di tanto in tanto, tutto qui. Ora posso chiederti io una cosa?

-si.

-hai pensato che non fossi venuto a pranzo perché ero arrabbiato?

-il pensiero mi è baluginato davanti, sì. -ammetto.

Mi guarda negli occhi- non era per quello, giuro. Ero davvero impegnato. -dice dolcemente.

-e io ti credo. -gli rispondo sorridendogli. -e poi sono stata in buonissima compagnia. -mi prendo una piccola ripicca.

Lui deglutisce e si sforza di rimanere impassibile- con Franz?

Rido- no, testone. Con Gianluca.

La tensione sul suo volto si scioglie e sorride-scelgo Gianluca tutta la vita.

Rido, non ho mai voluto che questo argomento potesse diventare un taboo, perché i taboo sono sempre pronti lì, per sbucare nei momenti più sbagliati, per ferire e dividere e diventare armi di distruzione.

-Non la pensavi esattamente così qualche anno fa. -ammicco.

Lui ride e alza le mani - questo perché qualche anno fa eravate in rapporti diversi. Ora siete come due fratelli.

Quasi mi sale la nausea- ti pregooo! Lo sai che detesto quando dici cosi!

Lui scoppia a ridere. Non posso associare Gianluca a qualcosa di fraterno. È vero che il rapporto che ci lega oggi non ha nessuna implicazione romantica, ma il fatto che siamo stati insieme in maniera carnale non mi fa paragonare neanche lontanamente Gianluca a mio fratello. Mai e poi mai. Il solo pensiero è raccapricciante. E Ignazio lo sa bene.

Se la ride di gusto, io scuoto la testa-vergognati.

-temi di risultare incestuosa?

-zitto o ti ficco in bocca il cartone delle patatine. Svergognato.

-preferirei qualcos'altro.

-puoi scordatelo. Dopo questa immagine resterò casta per un paio di settimane.

Lui ride- non ce la faresti.

-forse no.-ammetto.

Finiamo di mangiare, poi guardiamo insieme un film stupido prendendo in giro gli attori e il doppiaggio patetico.

Terminiamo serenamente quella che è stata una giornata pesante.

Poi andiamo a fare la doccia insieme.
Stavolta non mi addormento tanto presto.

Ma proprio nel momento in cui Ignazio cede al sonno, a me viene in mente una cosa che mi sveglia del tutto. Anzi due.

Il ciclo non è ancora arrivato, un giorno in più da aggiungere al conto, invece che ai miei soliti, puntuali 27 giorni, siamo a 34. Ancora troppo poco per preoccuparsi, continuo a ripetermi.

E poi...quale sarebbe la distrazione positiva tanto recente e tanto assillante di Franz? Probabilmente non voglio neppure saperlo. No, decisamente non mi interessa.

Mi giro e rigiro nel letto.
Alla fine decido di combattere l'insonnia alzandomi. Socchiudo la porta della camera da letto e vado a lavorare un po' al capitolo.

Concentrazione: assente.
Incanalare energie? Impossibile.

Holaa! Ieri non pubblicato perché Wattpad mi sta dando qualche problema, non pubblica i capitoli, mi nasconde le views e i commenti, non mi  carica le storie degli altri. Oggi ci provo, satemi sapere se vedete il capitolo correttamente e se anche a voi dà problemi al momento per favore 😭😭.

Comunque: il chiarimento era d'obbligo, anche se ancora non si dicono tutto trascurando dettagli importanti. Il ritardo ancora non sembra troppo grave, che dite? Cosa pensate che accadrà? Vi bacio!
Spero a domani ❤

Ovunque sei é vicinissimo. Ignazio Boschetto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora