Capitolo 2

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Songs
>Paradise-Bazzi
>Like strangers do-Aj Mitchell
>Immenso-fume


POV's Amelia

Apre la porta e non credevo fosse quel Daniele. È per questo che la sua voce al telefono mi era molto familiare, ma non ho dato troppo importanza. A quanto pare per me era più importante scappare via, anziché conoscerlo prima di persona e sapere specificatamente con chi avrei convissuto. 
Pensavo di non vederlo più dopo la maturità, dopo che ci siamo sforzati a dire un semplice ciao, che significava 'addio, a mai più.'
Ma eccolo qui davanti a me, mezzo nudo con un solo misero accappatoio che si aggrappa disperatamente alla sua vita. Ha un fisico perfetto e tonico, di uno che ogni tanto passa in palestra ma cerca di non diventare un pompatone. Ahimè ,mi cade l'occhio sul tatuaggio, posizionato poco sotto l'ombelico. Non faccio in tempo ad analizzarlo perché subito dopo essermi accorta di aver guardato nella parte sbagliata alzo di scatto gli occhi.

"Porca puttana..."impreca lui. Credo di essere rimasta paralizzata. 

Non dalla sua bellezza, precisiamolo. 

"Non posso tornare indietro!"mi esce spontaneo, quasi pregandolo. Mi mordo il labbro con il timore che mi mandi via ancora prima di essere la sua coinquilina e aspetto che lui ritorni in sé e dica qualcosa. Siamo entrambi sconvolti, uno più dell'altro.

"Tu riccona, che può permettersi tutto, sarai la mia futura coinquilina?"si mette a ridacchiare, e mi rendo conto di non averlo mai visto così da vicino come ora.

"Hai guardato troppo 'Riccanza' per caso? Quei programmi ti montano il cervello. Io non sono ricca, lavoro come cameriera. Mia madre è quella ricca."

"Lo dici mentre sul polso hai un braccialetto tempestato di diamanti?"chiede con un tono pungente mentre lo indica con un dito.
Mi ricordo bene le sue battute pronte, la sua lingua tagliente, e come rispondeva male ai professori. Non è cambiato per niente, è sempre il solito maleducato. Se non diceva qualcosa di cattivo rimaneva zitto zitto nel suo posto, ovvero l'ultimo banco in fondo accanto alla finestra.

"Me l'ha regalato mio padre per il mio quindicesimo compleanno..."borbotto a bassa voce. Daniele nota il mio imbarazzo e aggrotta la fronte come se avesse capito di aver fatto un errore. Sa bene che mio padre è morto in un incidente stradale tre anni fa.
Uno dei più famosi imprenditori di Milano muore per un incidente stradale.
Erano quelli i titoli dei giornali di quel gelido inverno. E mia madre, per farsi vedere affranta dal dolore, aveva invitato al funerale tutti i giornalisti e i cameraman per riprendere l'intera cerimonia. Un cameraman in particolare si focalizzava e zoomava sulla mia faccia fradicia di lacrime, nel mentre avevo uno sguardo perso. Mi aveva dato parecchio fastidio.

"Entra."si sposta per farmi spazio. Sorpassandolo percepisco l'evidenza differenza di altezze. É molto alto, sono certa che arrivi almeno ad un metro e ottanta. Entro titubante trascinando la valigia per poi avere la completa visione dell'appartamento. Se dovessi utilizzare due parole per descriverlo direi: disordinato e confusionario. Potrebbero essere le due caratteristiche principali di Daniele.
Noto sul lavandino che ci sono dei piatti da lavare e le sue cose sono sparsi mettendo sottosopra la casa, tra vestiti e cartacce di cibi confezionati.
Cerco di individuare lo stile che ha scelto per l'arredamento. Vintage non si può dire, ma dal colore bianco ingiallito del tavolo capisco che alcuni mobili hanno il doppio degli anni di Daniele.
È un openspace ridotto, però la cucina ha i suoi vantaggi; è abbastanza spaziosa, funzionante e moderna con colori freschi. Pare sia nuova.
Il soffitto della cucina è bassa per ospitare sopra il soppalco, e alzando di più la testa noto che ci sta un letto matrimoniale. E per arrivare su soppalco ci sono delle scale collocate accanto al muro e dotate di un corrimano fatto di legno. Dall'altra parte della stanza individuo anche una stufa di medie dimensioni, dotato di un ripiano fatto per mettere della legna.
In mezzo a tutti questi difetti, l'appartamento in sé non è per niente male; se fosse arredata con mobili decenti e se il muro fosse redipinto sarebbe perfetto.  Poi il soffitto intero fatto interamente di legno è molto alto, e segue la forma obliqua del tetto. Non ti da quella sensazione claustrofobica.
E in più, attraverso l'ampia porta-balcone che è priva di tende, vedo delle piante. Una marea di piante, così tante che ho l'impressione che fuori ci sia il cortile.
Chissà da quanto tempo vive qui...

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