Capitolo 2

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"Penso che dovremmo provarci."

Di tutti i momenti in cui potevi tirar fuori di nuovo l'argomento, hai deciso di sputare il rospo durante la colazione una mattina, apparentemente dal nulla, con Piper che ingoia il suo caffè, mentre si prepara a partire per la scuola, e tu seduta su uno degli sgabelli dell'isola della cucina ancora in pigiama, non era così che intendevi farlo.

Anche se non hai discusso ancora di questo con la tua terapeuta (e lei non l'ha tirato fuori -e non si sa se è qualcosa di cui dovresti essere grata o no), hai preso in considerazione quasi ogni giorno nella scorsa settimana.

Il pensiero è stato lì, pressato con una certa insistenza dopo che hai riconosciuto i tuoi... sentimenti nascosti al riguardo.

Lo stai girando nella tua testa e hai preso il tempo di pensare alle diverse prospettive. Esaminare da vicino ogni angolo. Usata la logica sulle paure che sono ancora lì, nascoste dietro le ombre del tuo essere logoro, pronte a tenderti un'imboscata, solo che questa volta, ti sei assicurata di mantenere la guardia alta ogni volta che qualche dubbio ha iniziato a strisciare fuori.

Piper -comprensibilmente- inclina la testa verso di te da dove è appoggiata al bancone della cucina, sorseggiando il suo caffè, tenendo la tazza con una mano mentre aggiusta il suo blazer con l'altra.

Gli occhi si restringono prima che batta le palpebre, perplessa.

"Scusa, cosa?"

Quello sguardo confuso.

È... piuttosto carino, davvero.

Probabilmente potresti anche sorridere di quell'espressione se non fosse per lo sforzo che stai attualmente mettendo per non mostrare il nervosismo suscitato da quel picco di panico che è divampato nella fossa dello stomaco dopo tale dichiarazione. Qualcosa che si potrebbe ancora scacciare via comunque dato il modo in cui agiti la tazza di caffè, asciugando una goccia sul manico.

Potresti fare marcia indietro.

Potresti fingere di non aver detto niente o di aver detto qualcos'altro. Devia la conversazione su... qualsiasi cosa tu stia parlando.

Per qualche motivo, però, sembra che ti sia spinta su una strada a senso unico. E più il silenzio si allunga, più diventa difficile mascherare il nervosismo che sorge dentro di te, o trovare una scusa di qualsiasi tipo.

Non è questo il punto comunque.

E così cerchi un altro po' di quel... coraggio che ti ha fatto parlare di nuovo dell'argomento, rilasciando un sospiro e attendendo  un momento per prendere voce prima di guardarla, spingendo le spalle indietro per evocare ancora più fiducia. Abbastanza da sperare che tale gesto riesca a mascherare la tua vulnerabilità quando invece riformuli la tua precedente dichiarazione in una domanda,

"Il tuo controllo ginecologico periodico... è ancora prenotato per la settimana prossima, giusto?"

Non pensi che potrebbe essere semplicemente la natura della domanda in se stessa, o il modo in cui mantieni e agiti la tazza del caffè dal manico.

Potrebbe essere quel piccolo tremolio nella tua voce, quell'inclinazione che la fa suonare leggermente -insolitamente- più alta e... un po' nervosa, nonostante la fiducia che la tua posizione e lo sguardo fermo può suggerire.

Tutto quello che sai è che gli occhi di Piper, da ristretti sempre leggermente con confusione, improvvisamente si allargano. Le pieghe tra le sopracciglia si stendono con la realizzazione immediata.

"Alex..."

È che... non sai esattamente cos'è.

Il tuo nome esce dalle sue labbra come un sospiro, ma il modo in cui ti guarda lo rende più simile ad un modo per dissuaderti con una certezza.

Syzygy - Oitnb *Traduzione*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora