Seconda Parte

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14 years old


Noia.
Si stava annoiando a morte.
Guardava distrattamente fuori la finestra, con un pugno a sorreggergli il mento, chiedendosi quando la campanella sarebbe suonata per segnare la fine delle lezioni.
Voleva direttamente arrivare al pomeriggio, durante il quale si sarebbe recato nella palestra della scuola che frequentava, la Kitagawa Daiichi, per allenarsi nella pallavolo insieme ai suoi compagni.
Si voltò verso la sua destra, dove vi era il banco di un certo moro dagli occhi color oliva.
Stava disegnando svogliatamente qualcosa sul suo quaderno.
Vi era qualche forma geometrica storpiata, così come un animale che sembrava piuttosto il disegno di un esperimento genetico mal riuscito -probabilmente doveva essere il tanto amato dal moro Godzilla-.
Ma si sapeva, Hajime non era mai stato bravo nel disegno.
Ma comunque bisognava apprezzare l'impegno.
Quando notò lo sguardo del castano su di sé, Iwaizumi si voltò nella sua direzione, ridendo sommessamente all'espressione annoiata dell'amico.
I due erano ormai in terza media, ma dopotutto non erano cambiati molto.
Erano comunque simili a 4 anni fa, quando si conobbero.
Ovviamente erano cresciuti molto, o meglio, Tōru era diventato più alto, mentre Hajime aveva accumulato solo qualche centimetro -ed ovviamente il castano non poteva non farglielo notare ogni volta che voleva-.
"Sta tranquillo che un giorno ti supererò" disse una volta il moro al ghigno divertito dell'amico.
Si incontravano ogni giorno e spesso si ritrovavano ancora in quel posto dove tutto era iniziato.
Entrambi erano membri del club di pallavolo della scuola, migliorando a vista d'occhio.
Oikawa aveva addirittura ricevuto un premio come 'Miglior palleggiatore' e ne era molto geloso.
Però, nonostante stesse diventando sempre più bravo, non si riteneva comunque soddisfatto al cento per cento.
Si allenava allo stremo, anche quando ormai tutti gli altri compagni se n'erano andati già da un pezzo.
In quel periodo si parlava molto di un certo Ushijima Wakatoshi, un giocatore della Shiratorizawa.
Era fortissimo, davvero eccezionale e aveva reso la sua squadra imbattibile.
Così forte che quando il Seijoh si era ritrovato a sfidarlo, non aveva vinto nemmeno un set.
Oikawa, quindi, si era messo in testa di doverlo superare, allenandosi tutto il tempo e recando non altro che nervosismo nella sua mente.
Le insicurezze, spesso e volentieri, salivano a galla, provando a distruggerlo piano piano.
Fortunatamente c'era Hajime, che non perdeva tempo a rinfacciargli quanto fosse stupido e quanto in realtà valesse.
Già, se non ci fosse stato Hajime a sostenerlo tutte le volte che crollava, pensava che probabilmente non avrebbe mai trovato la voglia di continuare a lottare per ciò e per chi amava.
Menomale che c'era lui.
"Neh, ho sentito domani sera fanno i fuochi d'artificio... allestiranno tante bancarelle con cibi e quant'altro, vogliamo andarci?" propose con un tono di voce basso, il maggiore.
Oikawa alzò gli occhi al cielo per qualche secondo, facendo mente locale degli impegni che avrebbe avuto il giorno dopo, costatando che non ne aveva nemmeno uno.
Il suo sguardo ritornò su quello del moro, mostrandogli un sorriso ed alzando un pollice per dare conferma.
Finalmente la campana suonò e Tōru, subito dopo aver sistemato tutto il materiale scolastico nello zaino, non ci pensò due volte a prendere per il polso il moro e fiondarsi fuori da quelle quattro mura alla velocità della luce, facendosi strada tra tutti i suoi coetanei.
"Secondo te dovrei mettere lo yukata?" domandò il castano mentre percorrevano la strada per ritornare a casa.
"Beh, se lo metti tu, lo metto anche io" affermò Iwaizumi, camminando con le mani nelle tasche.
Continuarono a chiacchierare di più e del meno -o per meglio dire, Oikawa parlava di alieni con occhi sognanti e Hajime si limitava ad annuire distrattamente- ed arrivarono davanti la casa del più grande.
"Allora ti passo a prendere io,  ci vediamo dopo in palestra!" lo salutò Iwaizumi.
In seguito il castano percorse l'ultimo tratto di strada da solo, arrivando finalmente a casa.

•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~

Quel pomeriggio, in palestra, Oikawa non era nella miglior forma.
E Iwaizumi l'aveva notato.
Continuava ad eseguire delle battute, una dopo l'altra, senza sosta, con l'intenzione di perfezionarle e di migliorare la sua tecnica.
E nonostante la stanchezza si faceva sempre più viva, vi era sempre qualcuno che lo ammirava.
Quel qualcuno era il tanto odiato da Oikawa, Kageyama Tobio.
Il castano non lo sopportava.
Quel Kageyama era un genio.
Migliorava a vista d'occhio e riusciva ad eseguire perfettamente passaggi anche più complicati.
Eppure Tōru lo odiava proprio per questo.
E sentendo la richiesta del suo kohai, il quale gli chiedeva di insegnargli quei servizi formidabili, lui sentì la rabbia ribollire in sé.
Inutile dire che provò ad attaccarlo, venendo prontamente fermato da Iwaizumi.
Appena il primino uscì dalla palestra, il moro non esitò a fargli una bella lavata di capo, accompagnata da una testata sul naso molto potente.
Gli fece una lunga ramanzina,  ribadendogli che in campo lui non era solo e che il team migliore è quello formato dai sei giocatori più forti.
Dopo quelle parole, Tōru si sentì invincibile.
Eh già, senza Iwaizumi, lui sarebbe stato davvero spacciato.
Era capace di farlo sentire meglio grazie al suo comportamento, freddo fuori, ma con un cuore d'oro.
Nonostante il suo carattere, si poteva notare tranquillamente quanto Hajime fosse premuroso nei confronti di Oikawa e quanto tenesse a lui.
Ovviamente, quel sentimento era ricambiato.
"Scusami, ti ho fatto davvero male, eh?"
chiese abbassandosi all'altezza di Tōru.
Si trovavano negli spogliatoi, Tōru era seduto su una panca mentre Iwaizumi, inginocchiato davanti a lui, gli stava pulendo la ferita.
Aveva preso il kit di pronto soccorso, utilizzando un batuffolo di ovatta, imbevuto di disinfettante.
Oikawa pensò che, nonostante egli lo minacciava sempre di picchiarlo, il moro aveva davvero un tocco leggero, la quale delicatezza lo faceva rabbrividire.
"Tranquillo, sto bene" affermò guardandosi le mani situate lungo le cosce.
"Grazie mille" disse, stringendo i pugni.
"E di cosa?" domandò Iwaizumi, con uno strano sorriso sul volto, mentre inoltrava un piccolo pezzettino di ovatta all'interno della narice di Tōru per evitare la fuoriuscita di ulteriorie sangue.
"Per tutto. Senza di te... io credo che sarei perso. Grazie mille".
Lo sguardo del castano ritornò su quello del più grande, trovandovi sul suo volto un dolce sorriso.
"Baka, non ringraziarmi. Siamo amici, no?" disse, mettendo un cerotto sotto il pezzo di ovatta per non farlo cadere.
Si rialzò, sistemando la cassetta di pronto soccorso e riponendola al suo posto.
Oikawa sfiorò con i polpastrelli il cerotto, ricordando il loro primo incontro.
Non poteva che essere ancora più felice di prima.


Patches~IwaOi || CompletataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora