Capitolo 1

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Mi chiamo Eren jeager ho 16 anni e nessuna cazzo di voglia di andare a quel dannato concerto con mia sorella, sono ore che mi sto lamentando con Armin di questa cosa.

<che palle, ma perché mia sorella non ha amici e devo andarci per forza io con lei, odio quel gruppo, non fa altro che parlarne dalla mattina alla sera, AAAAAAAAAAA non so se sopravvivrò tutto quel tempo in mezzo al casino al rumore e a tutta quella gente... odio stare vicino a troppe persone.>
Ripetei  per l'ennesima volta, estremamente irritato.

<No Eren, tu odi le persone, è diverso.> Disse il mio migliore amico, visibilmente sfinito dal mio continuo lamentarmi e dal volume terribilmente alto delle canzoni dei NO NAME che stava ascoltando Mikasa... POSSIBILE CHE QUELLA NON POTESSE STARE DUE SECONDI SENZA CANTARE A SCUARCIAGOLA LE LORO CANZONI O SCLERARE PER QUANTO DOVREBBE ESSERE UN FICO H??? (in questa fanfiction Hanji sarà non binario e userà i pronomi maschili).

<Ma dai Eren, per il suo compleanno potresti almeno sopportarla un pochetto> disse Armin per cercare di farmi ragionare.

<MA DOVEVAMO FARE AFTER PER GUARDARCI MY HERO ACADEMIA...
eh va bene, non mi lamento più.> mi arresi dopo l'ultima temibile occhiataccia di Armin; era una persona molto calma ma, in questi casi uccide con lo sguardo; in realtà non l'avevo mai visto arrabbiarsi più di così, e non avrei mai voluto, perché ero a conoscenza del fatto che dietro al suo corpo così minuto nasconde una grande forza.

Dopo che il mio migliore amico riuscì a calmarmi continuammo per il resto della serata a sclerare di anime e manga come al solito;

Quando Armin se ne andò, mi stesi sul letto e esitando per un attimo, mi accinsi a frugare nello spazio che rimaneva tra il letto e il muro, ripescando un manga che stavo finendo il giorno prima, non un manga qualunque, uno yaoi...
Eh va bene, sono gay e ho paura di questo, non l'ho ancora detto a nessuno, né a mia sorella, né hai miei amici, dei miei genitori non parliamone proprio, loro sono fossilizzati sull'idea della famiglia tradizionale quindi non mi accetterebbero mai, mentre con i miei amici non ho semplicemente il coraggio, sono sbagliato per questo?

Perché sono gay e non ho neanche il coraggio di dirlo alle persone che sono più importanti per me e che mi hanno aiutato di più? Sì è vero, forse dovrei a loro almeno la verità, ma diciamo le cose come stanno in realtà, *tutti* hanno paura di mostrare quello che sono veramente, tutti portano una maschera; quindi l'unica cosa che mi differenzia dagli altri è il motivo per cui la porto e non ho intenzione di sentirmi diverso o sbagliato per questo.

Mi addormentai dopo aver finito il volume con questo pensiero in testa, di non essere sbagliato io, ma il mondo intorno a me...

La vita non va sempre come si desidera, questa frase mi giunse alla mente per colpa di quella maledetta sveglia che anche stavolta non mi aveva fatto alzare in tempo per la scuola,

<O sono io sordo o le sveglie non servono a svegliare le persone ma ad avvisarle che anche quel giorno, come tutti gli altri, sono in ritardo.>

<No Eren, sei tu ad essere sordo, io la sento benissimo e infatti sono in ritardo solo perché sei un coglione> mi disse mia sorella mentre con un braccio mi avvolse il collo stritolandomelo.

<E dai, basta Mikasa, lasciami...>

<Anche oggi in ritardo dannato, non ti smentisci mai>

<Tsk, neanche tu, faccia da cavallo> Jean mi dà proprio sui nervi, io e lui litighiamo sempre ma alla fine dai, possiamo dire che siamo amici, ma ovviamente questo è solo merito di Armin e Marco che ci dividono sempre, se non ci fossero loro non so cosa succederebbe.

ERERI~NO NAMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora