Ora credo che stiate comprendendo quanto sia poco rilevante la copertina, l'abito, l'apparenza.
Per una vita avete dato importanza all'oggetto invece che all'animo, avete svilito le emozioni e chiuso a chiave in un cassetto i sentimenti; ciò che più di ogni altra cosa era di fondamentalmente importanza era APPARIRE e dimostrarsi degni di poterlo fare: il bell'aspetto, l'abito firmato, la scarpa dell'ultimo modello son venute prima dell'ESSENZA.
Cosa siete stati finora?
Esseri omologati alla ricerca di attenzioni e sguardi di plastica destinati alla vostra copertina e non alla vostra persona.
Ora,privati del contesto sociale, di quelle attenzioni e di quegli sguardi, vi ritrovate NUDI: nessun abito,nessuna scarpa, nessuna borsa, nessuna collana, non potete più mostrarvi.
Che cosa vi resta oltre all'apparenza?
Riuscite a capire che non è ciò che mette in moto la vostra vita e la manda avanti?
C'è ben altro sotto.
Ora, soli con voi, spogliati di ogni superficialità, non vi mancano quegli attimi in cui vi siete sentiti vivi, nei quali ciò che sembravate veniva dopo ciò eravate?
Io ho sempre sminuito l'apparenza, a volte anche disprezzata.
È l'elemento che ci fa distogliere l'attenzione dai nostri moti interni, è la MORTE della nostra essenza.
E mi son sempre chiesta come mai così tanta gente le desse quest'importanza.
Perché tutti intorno a me sembrano così presi da cose di poco conto?
Sembrano stare sempre bene.
E forse proprio per questo si concentrano su ciò che di più futile possa esistere: in questo modo non faranno attenzione a ciò che gli accade attorno o quantomeno lo noteranno con la coda dell'occhio e non gli daranno più di tanta importanza, non dovranno concentrarsi sul proprio stato d'animo o domandarsi il perché di quell'azione, di quell'emozione, di quel sentimento.
Insomma... ho capito che è stata messa in primo piano l'apparenza per fuggire da ciò che si è, il timore di ESSERE è prevalso.
Ma io da questo timore non mi son mai fatta sovrastare, ho preferito vivere facendo i conti con la mia essenza nella sua totalità: non sono mai fuggita dal dolore, dall'inadeguatezza, dal senso di disagio, anzi ci ho nuotato dentro, ho passato una vita a tuffarmici e a risalire in superficie per prendere il respiro qualche secondo, e poi nuovamente giù.
È stato questo che mi ha resa viva, e alla fine son giunta a riva.