La mia maledettissima sveglia deve sempre rompere. Non un giorno che posso dormire tranquillamente. Mi stropiccio gli occhi e mi alzo dal mio letto matrimoniale. Mi guardo intorno. La mia camera era la cosa che mi esprimeva meglio. Aveva le pareri bianche con sopra delle mensole piene di libri. Si era un mio difetto. Adoravo leggere, è come avere più personalitá e poterle esprimere solo attraverso i libri. A fianco al mio letto c'è un piccolo comodino con sopra una lampada e la sveglia. Mi costringo ad alzarmi e vado verso lo specchio al centro della stanza. Dormivo sempre in intimo e alzarmi la mattina e vedermi allo specchio non era uno bello spettacolo. La mia pelle era bianchissima sembrava non avesse mai toccato il sole. Cosa accentuata maggiormente da i miei capelli neri. I miei occhi erano grandi e azzuro chiaro quasi bianco. L'unica cosa di cui non mi potevo lamentare era il mio corpo. Avevo le forme al posto giusto, ma non si vedevano perchè indossavo sempre maglioni. Ma li indossavo soprattutto per nascondere i tagli...si mi tagliavo. Non criticatemi è solo un modo per sentirmi meglio. Chiudo gli occhi per un paio di secondi prima di andarmi a preparare per il primo giorno di scuola. Presi un paglio di jeans neri a sigaretta e un maglione lungo blu sopra. Presi lo zaino e senza salutare uscii di casa e mi avviai verso scuola. Presi le cuffiette e il cellulare e mi misi ad ascoltare la canzone Demon degli Imagine Dragons. Quella canzone esprimeva la realtá. Molti potevano pensare che fosse una canzone demoniaca, ma invece è solo uno sfogo dei cantanti. Perchè ognuno dentro di noi ha i suoi demoni. Può saperlo o non saperlo, ma l'indifferenza non li rende inesistenti perchè tutto prima o poi si rivela. Assorta dai miei pensieri non mi accorgo che qualcuno mi sta seguendo. Cerco di far finta di non saperlo e continuo a camminare più tranquillamemte possibile. Ma dalla curiositá mi giro e mi ritrovo quell'idiota di Evans che mi cerca di raggiungere. Se vi state chiedendo chi è? Ecco lui é Bread Evans il puttaniere della scuola. Lui e il suo gruppo di amici mi sfottono sempre da quando sono al liceo solo perchè non glie l'ho voluta dare. Se vi state chiedendo se sono vergine? No non lo sono..ma non ne voglio parlare come l'ho persa solo il ricordo mi fa piangere. Assorta nei miei pensieri non mi sono accorta che Evans è vicino a me e mi sta parlando.
"Chi tace acconsente" sento solo questo.
"Ehm..cosa?" dico togliendomi le cuffiette.
"Ecco non solo sto qui a parlare con te, ma poi non mi ascolti neanche" dice sbuffando. Io alzo le spalle come per dire che non me ne frega niente. Stavo per rimettermi le cuffiette nelle orecchie, ma lui mi ferma.
"Ho detto che oggi a mensa ti siedi con me e i miei amici" dice con sicurezza. Stavo per contrabattere " non accetto un no come risposta" dice serio. Mi faccio prendere dalla rabbia. Lui non può decidere per me. La vita è la mia.
"Sai quanto me ne frega" dico affrettando il passo per arrivare a scuola. Mi sento afferrare il polso. Bread mi avvicina a se e mi imprigiona tra le sue braccia.
"Ho detto che tu DEVI mangiare con me e i miei amici " dice questa volta con lo sguardo spaventoso. Mi costringo ad annuire. A quel punto lui mi lascia e io mi avvio di nuovo la scuola sapendo che lui se ne andrá per la sua strada. Lo fa sempre. Questa routin succede molte volte , ma di solito mi chiede cose tipo "scopami" oppure "fammi i compiti". Almeno ha cambiato qualcosa. Nel frattempo arrivo a scuola quando la campanella è gia suonata alla prima ora ho chimica, ma mi scoccio quindi vado verso l'aula teatro. Mi siedo e caccio il mio diario. Vi starete chiedendo perchè ho un diario. Ecco non avendo amici con cui sfogarmi mi sfogo così.
Prendo una pagina e comincio a scrivere.Caro diario,Eccomi di nuovo qui con la mia solita precisione. Sai oggi non mi hanno ancora fatti niente, ma non mi sento diversa. Ho ancora quel vuoto dentro che vorrei riempire con qualcosa, qualsiasi cosa. Almeno loro lo riempivano di dolore oggi non ho neanche quello. Sai alcune volte mi chiedo perchè è capitato a me. Sai non ho fatto nulla di male, vorrei solo avere qualcuno con cui parlare. Qualcuno che mi abbracci e mi conforti, ma quella è solo finzione. Vorrei trovare il principe azzurro come Clary ha trovato Jace o come Isabelle ha trovato Simon. Ma i miei genitori hanno ragione che leggo troppi libri. Loro dicono che dovrei vivere nella realtá. Ma alcune volte mi chiedo se esista la realtá o anche essa è una finzione. Lo so che se potessi parlare ti lamenteresti per tutte queste domande...ma io sono fatta così. Sempre i miei genitori credono che dovrei pensare a come descrivere la mia vita nel momento in quale me lo chiedessero,ma io lo so giá. Diario la mia vita è come un foglio bianco. Un foglio che aspetta che qualcuno lo riempa con qualcosa, ma non succederá. È così che mi sento, senza emozioni. Mi potrebbero anche uccidere e non sentirei niente, e sicuramente anche gli altri non sentirebbero niente. Perchè sono inutile nessuno tiene a me e neanche io tengo a me stessa. Perchè non uccidermi? Ecco mi manca il coraggio. Il coraggio di non sentire più l'aria riempire i miei polmoni. Il coraggio di non sentire più il sangue scorrere nelle mie vene. Però mi chiedo a cosa mi serva questo coraggio se sono gia morta?. Ora vado credo ti aggiornerò dopo. Ciao dalla tua inutile "amica" Sasha.
Nel frattempo la campanella è suonata allora mi costringo ad alzarmi ed ad abbandonare l'unico posto dove mi sentivo al sicuro. Metto il diario nella borsa e mi avvio verso la mia classe. Ora avevo letteratura e Evans e il suo gruppetto di amici erano in classe con me. Entro in classe e vado all'ultimo banco. Era sempre vuoto e di questo ero felice almeno nessuno poteva rompermi. Metto le cuffiette nelle orecchie e mi metto a scarabbocgiare sul quaderno nell'attesa che la lezione finisca. Io penso che sia inutile studiare se hai dei genitori ricchi che sceglieranno per te. Sento uno sguardo addosso, ma non voglio alzare la testa non voglio dargli soddisfazione perchè giá so chi è riconoscerei il suo sguardo ovunque. Mi ha tormentato per anni e mi continuerá a tormentare finchè non mi deciderò a farla finita con la mia vita. Ma non sa che non è l'unico che ci spera.
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La mia vita? Un inferno
RandomEd è successo che è arrivato quel momento. Quel momento dove cadi a pezzi, dove ti spezzi a metà. Dove tutte le certezze che avevi accumulato in quegli anni si spariscono e non ne resta più niente se non un pensiero confuso. Può essere un solo istan...