Il diciottesimo

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Anna era bellissima.
Ballava senza tempo divincolandosi tra la folla.
Lenta e distaccata in mano un bicchiere di prosecco.
Era il suo diciottesimo ma da quando suo fratello era morto non riusciva a dormire ,lugubri occhiaie scure le incorniciavano gli occhi azzurri.
Si chiedeva come era possibile tornare felice.
Nella sua testa impressa l'immagine di suo fratello Claudio era venuto da lei prima di morire.
Le aveva bussato alla porta più volte,
lei gli aveva detto di andarsene che non voleva avere a che fare con la sua droga.
Lei però continuava a ballare.
Tutti la stavano guardando ma a lei non importava.
Vedeva Enrico avvicinarsi .
Ma a lei davvero non importava.
"Che cazzo stai facendo ti guardano tutti!".
Lei piroettò e cadde a terra.
"Ma ti senti bene?".
"Mi serve un po' d'aria "disse lei alzandosi in piedi.
Sentiva il bussare alla sua porta il ticchettio del orologio.
Improvvisamente colori e forme si facevano sfocate mentre scappava dal suo stesso diciottesimo.
La testa le pesava.
-Sarà l'alcol -e in effetti aveva bevuto tanto.
Arrivo nel giardino di Villa Miani,
Era un giardino molto curato pieno di fontane e alberi accuratamente tosati.
Si allontanò il più possibile dalla festa finché non raggiunse un posto isolato.
Si mise a piangere.
Il cuore le batteva forte.
Il ticchettio.
Il bussare.
La voce di suo fratello che ora non avrebbe sentito più.
Il vento era aumentato troppo per essere fine marzo.
Si accorse che il vento era solo intorno a lei.
Piccoli frammenti di rami secchi e foglie le danzavano intorno,non capiva cosa stesse succedendo così provó a toccare uno dei rami.
Ma in quel momento arrivó Enrico a passo svelto.
E le foglie dimisero di girare.
Doveva stare impazzendo.
"So cosa é successo a tuo fratello
Sono qui per aiutarti".
"Tu non sai un cazzo di me".
"So più di quello che vorrei sapere"rispose lui calmo.
"Va via".
"Io non me ne vado te lo ho promesso".
Anna lo guardò un attimo:
il sorriso appena accenato con due solchi di fossette, i capelli scuri erano spettinati e gli ricadevano a ciocche disordinate su i confini del volto.
"Sai una cosa? è solo colpa tua!".
"Perché dici così"
Anna sapeva che era stato lui a dare la droga a suo fratello.
"Tu spacci vuoi che penso che non hai nulla a che fare con questa storia?".
"Io non gliela avrei mai data".
"Vattene e fai un favore a tutti".
Lui le porse la mano lei la afferro per farsi sollevare.
"Tuo fratello era un tossico avrà trovato qualcun altro che gliela desse era disperato".
Disse lui una volta che Anna fu in piedi
Non poteva credere avesse detto così.
Ora era arrabbiata.
Lei lo Odiava .
Era colpa sua.
Lei lo sapeva.
Per un attimo le parve di sentire di nuovo il vento si voltò di scatto e in quel momento vide un ramo scagliarsi contro Enrico in piena faccia.
"Ma mi hai lanciato un ramo?".
"Io non...".
Non aveva lanciato lei quel ramo,
ma come lo avrebbe spiegato a lui
"Si lo ho lanciato io...ora vattene".
"Non finisce qui".
No,certo che non finiva lì .
Anna nella brezza primaverile che le aleggiava in torno.
Il vestito che seguiva il vento.
I capelli scompigliati.
Si sentiva fuori luogo.
"Chi va la?".
Urlò nel buio.
"Perché hai lanciato un ramo me la vedo da sola!".
Ma non rispose nessuno.
Anna rinunciò e rientrò alla festa.
Pronta a ballare di nuovo ancora e ancora fino a quando il mondo non sarebbe crollato con lei .

——
Questo spazio me lo prendo io per scusarmi degli errori ortografici sto facendo il meglio che posso per correggere da sola pur essendo dislessica e digrafica
Baci a tutti continuo presto💕

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