Capitolo 4

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Stavano quasi per partire ma Emma fu distratta da un gruppo di persone che urlavano ed erano occupati in una contesa violenta. Notó un giovane ragazzo che cercava di difendersi invano dalle botte che stava ricevendo, per quale ragione non si sa. Erano 3 uomini possenti a differenza sua che appariva piuttosto magro.
Essi non provavano alcuna pietà e godevano nel farlo soffrire, si vedeva chiaramente.
Emma scese dal cavallo preoccupata e corse in quella direzione senza rimuginarci troppo: voleva assolutamente capire che cosa stesse succedendo a quel tipo innocente.
Jean le urlò che era impazzita e che non sarebbe dovuta intervenire, così la inseguí e dopo averla presa per un braccio cercò di bloccarla, con l'intenzione di farla ragionare.
"Lo uccideranno, lasciatemi andare!" gridó con arroganza e riuscí a liberarsi dalla stretta forte del principe che le rispose: "Ma cosa vi importa di quello sfigato, non vedete che è un cagasotto!? Di sicuro avrà combinato qualcosa di grave, probabilmente se lo merita. Ora andiamo dai , non potrei mai perdonarmi il fatto che voi finiate tra le mani di quelli"
Emma peró non lo aveva sentito ed era ormai corsa via. Piú si avvicinava e più si rendeva conto che la situazione stava peggiorando.
Appena arrivó si piazzó volutamente davanti al ragazzo che ,nel mentre ,perdeva sangue dal naso e dalla bocca e, privo di forze, si era accasciato a terra.
"Oh ragazzina, levati di torno" disse uno spingendola un po'. "Ragazzina a chi?!" rispose lei, e senza esitare partì alla riscossa: sferró dei colpi micidiali a tutti e 3 i quali rimasero esterrefatti e sbalorditi ma cercavano ugualmente di aggredirla.
Grazie ai suoi riflessi pronti peró, Emma riuscí con abilitá a scansare i pugni tirati alla cieca e i calci.
Anche grazie soprattutto all'allenamento costante che aveva mantenuto sin da bambina, seppe avere il controllo sul combattimento e continuó l'aggressione, senza un attimo di tregua. Sapeva che se si fosse fermata sarebbe caduta sicuramente in un duro svantaggio e non poteva permetterselo.
Due di loro dopo un po', scossi dai troppi colpi , caddero a terra senza sensi; solo uno di loro sembrava non essersi arreso e voleva farla finita levandosela di torno per ucciderla.
Si avventó su di lei e tirò fuori un coltelletto: "Iniziamo a fare sul serio piccolo scricciolo invadente che non sei altro" disse con tono più che minaccioso.
Con una scaltra mossa Emma strappó dalla sua mano la piccola arma e lo ferí gravemente all'addome. Non lo uccise ma l'uomo, tra una serie continua di rantoli e gemiti, non si mosse più e rimase sofferente per terra, a differenza degli altri 2 i quali, messi leggermente meglio , erano riusciti ad alzarsi e stavano fuggendo trascinando il compagno con forza.
Emma non provó alcun tipo di pena ,anzi, era soddisfatta di ciò che aveva compiuto assicurandosi dunque una vittoria meritata.
Il giovane intanto sembrava essersi un po' ripreso, ma la fuoriusciuta del sangue dal naso e dalla bocca non cessava mai. Emma si inginocchió accanto a lui ed estrasse dalla tasca un fazzoletto.
Lui, intimorito, lo prese e se lo poggiò delicatamente sul viso. Tossí e sputó ancora sangue ma fortunatamente non aveva problemi a respirare.
"Beh io volevo semplicemente ringraziarvi... senza il vostro aiuto non so come avrei fatto...siete stata a dir poco formidabile" poi guardó in basso e aggiunse :" Non avevo mai visto una ragazza così forte come voi e nessuna mi aveva mai salvato la vita...ancora non riesco a crederci"
Emma sorrise :"Non mi dovete ringraziare, ho fatto il mio dovere. Non vi avrei mai lasciato solo in una situazione simile". Si toccó poi la fronte,bollente e rossa: era ferita anche lei, avvertiva un forte bruciore sulla pelle, ma sapeva sopportare il dolore.
"Cosa posso fare in cambio?" chiese poi lui tamponandosi il naso e la bocca , facendo cadere qualche goccia di sangue sui pantaloni.
"Nulla, non voglio niente in cambio. Cercate piuttosto di riprendervi definitivamente e,se posso chiedere, mi spiegate cosa è successo?"
Il ragazzo esitó a rispondere poi dopo un lungo sospiro parló: " Volevo fare ...una piccola scorribanda,sí,ma nulla di serio... ero con mio cugino il quale aveva deciso di ritirarsi subito perché era stato colto da una sorta di furore improvviso che gli aveva dato alla testa,non riuscivo in nessuno modo a placarlo...cosí decisi di lasciarlo perdere... io invece non rinunciai, ero sicuro di voler portare a termine il mio piano, ma vi assicuro che non sono un assassino, non ero intenzionato a far del male a nessuno...
Il mio scopo era semplice: rubare almeno due quattrini,tanto da riuscire a comprarmi un pezzo di pane per sopravvivere...ma non è andata come speravo... uno di loro mi stava spiando, io inizialmente non me ne ero accorto,poi chiamó gli altri che giunsero in pochissimo tempo e si piazzarono minacciosamente di fronte a me...a questo punto cercai di darmela a gambe pur non avendo sottratto nulla...poi mi hanno trascinato e il resto lo sapete già... "
"Ma poi sono intervenuta io e vi ho salvato la pelle"aggiunse lei fieramente. "Comunque mi dispiace...altro non so dirvi" e subito divenne cupa, come il sole coperto da nuvole grigiastre.
"Non dite nient'altro avete già fatto abbastanza per me fidatevi..." rispose lui. "Voi invece chi siete?"
Emma non sapeva se affermare subito la verità o meno, dunque, si limitó a dire lo stretto necessario senza indugiare oltre.
"Io provengo da un paesino qui vicino e mi trovavo da queste parti perché ...stavo facendo un giretto ...per prendere un po' d'aria nuova ecco". Le sudavano le mani: fu consapevole che non era il massimo con le menzogne, ma non voleva riporre troppa fiducia in quel ragazzo,sí affascinante,ma all'apparenza ambiguo.
"Sembrate una abbastanza ricca, siete fortunata" disse lui guardandola negli occhi. "E anche molto bella..."
Dopo quella frase Emma divenne ancora piú fredda: " Tagliamo corto coi complimenti grazie" disse distogliendo lo sguardo, con voce nervosa.
Lui però non le levava gli occhi di dosso e ciò provocò un'atmosfera che non la faceva sentire a proprio agio. In quel momento sarebbe voluta scomparire all'istante.
"Si è fatto tardi, io devo rientrare..."replicó alzandosi e mantenendo un certo distacco. Lui fece altrettanto, ma si avvicinó e le prese la mano stringendola lievemente. "Spero di rivedervi"
"Questo ce lo saprà dire solo il destino. Arrivederci" rispose lei scappando via ,col vento che le scompigliava i capelli.
Lui restó fermo ad osservarla; avrebbe voluto trattenerla ancora un attimo, forse perché sentiva il bisogno di ascoltarla,di averla al proprio fianco e di passare altro tempo con lei. Chissà come si chiamava,quanti anni aveva e soprattutto chi era realmente. Provó a inseguirla ma fu frenato dalla comparsa inaspettata del cugino che aveva visto da lontano la scena ma nn aveva avuto il coraggio di immischiarsi. Gli disse che sarebbe dovuto rientrare poichè fortunatamente era riuscito a procurarsi qualche vivanda da un vecchio amico.
Teneva due sacchi in mano e parevano un po' pesanti.
"Philip,ascolta,chi è quella ragazza così tanto coraggiosa da averti salvato le penne?" domandó ridacchiando, porgendogli un sacco.
Philip peró era incantato,pensava ancora ad Emma, al suo viso e alla sua audacia.
La sua mente ripercorró velocemente la scena in cui ella combatteva per lui e gli sembró di captare ogni minimo suono: la sua voce, le grida intense di rabbia e dolore,i tonfi, etc... era rimasto a fissare il tramonto rosaceo che si propagava dinanzi ai suoi occhi ,sognanti e ricchi di speranza , mentre lo stridio di un gabbiano lo riportò alla realtà.
Il cugino,non ottenendo segnali d'attenzione, lo scosse dalle spalle per cercare di farlo evadere dal suo mondo in cui si era rifugiato. "Oh Philip svegliati su,ora non c'è tempo di fantasticare su cose che neanche accadranno dai, dimmi invece come ti senti, che sicuramente è molto più importante di una ragazzina che ha fatto solo ciò che qualsiasi persona avrebbe fatto"
Philip si mise le mani tra i capelli e lo guardò con aria da superiore: " Ció che qualsiasi persona avrebbe fatto vero? E allora tu,dato che parli e fai tanto il gradasso e l'uomo vissuto dimmi,avanti, dove ti eri cacciato? Si puó sapere o vuoi fare il misterioso?Sappi che è solo grazie a lei se sono ancora qui senza le osse rotte e la faccia distrutta. Tu invece hai preferito abbandonarmi come fai sempre e lasciarmi in balìa di quei bastardi. Tu non capisci, lei è un angelo, mi ha salvato la vita..devo trovarla,devo vederla..." e iniziò ad agitarsi e a camminare nervosamente avanti e indietro.
L'altro lo fermó squadrandolo dalla testa ai piedi : "Non ti piacerà mica una sconosciuta?" chiese sbigottito,facendo una risata un po' maligna . "Non potrà esserci niente tra voi due, ficcatelo in testa.Senti, ora segui il mio consiglio: pensa a te stesso che qui rischiamo di rimanere senza viveri ogni secondo. Datti anche tu da fare e cerca di non distrarti. Ora io vado, non ho voglia di sentire certe baggianate" e detto questo sbuffó lasciandolo solo.

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