L'inizio - prima parte

141 12 20
                                    

* so di avere molte altre storie da aggiornare, ma l'ispirazione per questa mi chiamava, quindi eccomi qui <3 *

Settembre 2008

Claudia's POV

Sono affacciata alla finestra della mia camera, e li vedo arrivare.

Sono arrabbiata, vorrei solo mettermi a gridare, tutto questo non è giusto.

La mia mamma è morta nemmeno un anno fa, e adesso papà ha una nuova compagna, fidanzata, o come si dice. Anche il marito di questa donna non c'è più, papà mi ha spiegato che è stato un incidente stradale a portarselo via. Questa signora ha una bambina, di due anni. Non voglio una sorella, non l'ho mica chiesta a Babbo Natale o cose simili, no?

Papà dice che ho solo nove anni, e certe cose non le posso capire, ma mi ha promesso che io e Giulia diventeremo grandi amiche, tra qualche anno, quando lei crescerà un pochino. La verità? Non voglio saperne proprio niente, rivoglio solo indietro la mia mamma, ma papà mi ha spiegato che non è possibile, che adesso lei è con gli angioletti, e dorme su soffici nuvole rosa. Non ci ho capito molto, ma quello che so è che non la rivedrò mai più, e che devo accettare queste persone nella mia vita. Nella mia casa.

Mio padre mi chiama da sotto, mi dice di scendere. Sbuffo ed alzo gli occhi al cielo, non ne ho nessuna voglia, ma so che devo farlo. Lo faccio per la mia mamma, lo faccio perché al mio papà voglio bene, ma non certo per quelle persone, a loro non voglio bene... anzi, nemmeno le conosco!

Mi sistemo i capelli con le mani, mi appiccico un sorriso falsissimo in viso e scendo. La signora -  papà mi ha spiegato che si chiama Alessandra - entra e mi abbraccia. Vorrei solo mettermi ad urlare, scappare via. Non ricambio l'abbraccio, non me ne importa niente.

Mi allontano e mi volto verso mio padre, che ha una bambina in braccio. Devo ammettere che è carina, però, con quei capelli ricci ricci e le fossettine sulle guance e sulle manine.

- Principessa, lei è Giulia... la tua nuova sorellina... - mormora dolcemente mio padre - ... ti andrebbe di prenderla in braccio?

La signora, cioè Alessandra, annuisce e mi fa un cenno incoraggiante col capo. Ho un po' di paura, ma cerco di non darlo a vedere. Allungo le braccia, prendo la piccola, cercando di tenerla bene, come fanno i grandi. A lei sembra piacere. Sbatte i grandi occhioni nocciola e accenna un sorriso. Non posso evitare di sorridere a mia volta, è davvero bella.

- Ciao, Giulia. Io sono Claudia... - le dico, sperando che mi risponda, sembra intimidita quanto me.

Lei si illumina in un sorriso bellissimo, sbattendo ancora le ciglia.

- Ciao, 'Adia. - replica, mangiandosi qualche lettera.

Sospiro. Non riesco a smettere di sorridere.

Non lo posso negare, la bambina mi piace. E nemmeno Alessandra sembra poi così male.

- Principessa, perché non fai vedere a Giulia la tua stanza, i tuoi giochi? - mi suggerisce mio padre.

- Va bene. - annuisco e inizio a salire le scale, sempre con la piccola in braccio. Lei intanto ha iniziato a giocare con una ciocca dei miei capelli.

- Mobidi. - dice tutta contenta.

Sorrido.

- Anche i tuoi sono belli, sai? - rispondo dolcemente.

- Bei... - replica lei, assorta in chissà quale pensiero.

Annuisco, sono arrivata davanti alla mia stanza. La metto giù, invitandola ad entrare con un sorriso, sembra ancora intimidita.

- Lei bea! - esclama, succhiandosi il pollice, e indicando la foto di mia madre che tengo sulla scrivania.

Non posso evitare di sorridere ancora di più.

Se prima fantasticavo di soffocarla nel sonno, ora è tutto diverso.

Io mi sento diversa.

Annuisco, mentre lei si guarda intorno, saltellando mentre cammina. Ballonzola un po', credo sia normale, è ancora piccolina.

- Vuoi giocare a qualcosa? - le chiedo timidamente.

- Noi bambole. Tu hai bambole?

- Sono un po' grande, sai, per quelle... ma ho le barbie, vanno bene lo stesso?

Lei spalanca gli occhi, mi fissa un po' perplessa.

- Babi? - ripete confusa.

- Sì, guarda...

Forse, papà non ha avuto una brutta idea.

In questo momento, lo ammetto, mi sento meno sola.

Ed è una bella sensazione.

***

Marzo 2020

- Signorina, ci dispiace tanto, ma... ecco... abbiamo fatto tutto il possibile... però non...

Le lacrime rigano il mio viso.

- Chi? - chiedo, mentre osservo Giulia, seduta in fondo al corridoio dell'ospedale, che mi fissa spaventata.

- Entrambi. Mi dispiace. Condoglianze a lei e sua sorella.

Non sento più la voce del dottore, sono congelata sul posto.

Giulia si alza, mi viene incontro, vedo la scena al rallentatore.

Non posso crederci.

Non voglio crederci.

Sembra un brutto film, ma è la realtà.

Mio padre e Alessandra non ci sono più.

Il futuro di Giulia, è nelle mie mani.

E il mio, di futuro?

Ho solo ventun'anni, non ce la farò mai.

Come posso farle da madre, da padre, quando io stessa ho perso tutto ciò che avevo? Quando io stessa, ho ancora bisogno di una madre e di un padre?

Sento Giulia piangere, la stringo forte.

E poi, inizio a piangere anch'io.

Come un padreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora