Candidi incontri

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Foglie rosse precipitano lentamente al suolo.
-Merda!- odo una rude voce da uomo che impreca, sembra essere proprio dietro al tronco.
L'ho mancato volutamente, volevo semplicemente farlo venire allo scoperto.
Improvvisamente un pesante tonfo e dei passi, un uomo dalle spalle larghe, gli occhi grigio azzurri e dai lunghi capelli bianchi, cammina verso me. I lineamenti del suo viso sono molto belli e marcati, lo sguardo sicuro. A giudicare dai gioielli con cui sono acconciate le ciocche dei suoi capelli, deve provenire da una famiglia di licantropi di nobile rango.
-Fermo!- gli dico con tono perentorio -Non avvicinarti ulteriormente-
Inarca un sopracciglio e mi sorride -Le storie che descrivono la vostra bellezza non vi rendono giustizia principessa Adara...- la sua voce è pacifica e lenta, sembra compiaciuto.
-Cosa ci fate qui, signore?- chiedo esprimendo il mio disappunto, mentre Levante annaspa alle mie spalle.
-Vedo che non gradite i complimenti principessa, ad ogni modo, devo conferire con vostro fratello Mishal e con la regina vostra madre, l'incantevole Hestia.- si ferma un attimo, poi riprende, avanzando di pochi passi. -Non volevo spiarvi, ma non ero certo di chi foste ed ho preferito celarmi alla vostra vista- completa così la sua frase.
Lo guardo con aria attonita e chiedo -Sapete i nomi dei miei familiari, ma non vi siete ancora presentato...-
Mi scruta, come se stesse cercando qualcosa sul mio volto e solo successivamente ad un sospiro mi risponde -Sono Gabriel, figlio del Re Blast e della Regina Garnet, fratello della principessa Neva.-
Spalanco gli occhi, le mie iridi castane tendenti al rosso rubino si riempiono di stupore.
-Vogliate scusarmi vostra altezza, non sapevo foste il principe del regno dei ghiacci, sarà mia cura condurvi da mia madre e mio fratello.- Rispondo totalmente pentita delle mie azioni e dei miei toni.
Mi sorride con aria innocente -Vi prego di chiamarmi Gabriel principessa, non amo questi sciocchi convenevoli, il rispetto si misura in altri modi.- esordisce.
Gli faccio cenno di seguirmi ed afferro in modo più saldo le redini del mio stallone nero.
-Siete giunto fin qui a piedi?- chiedo, mentre si accinge a raggiungermi.
-No...- Mi risponde e lo vedo scorgere il cielo. -Mandate il vostro cavallo a casa principessa, avrei il piacere di condurvi io alla vostra dimora.-
Mi fermo per guardarlo negli occhi, curiosa di vedere con quale animale ci avesse raggiunti.
Lascio le redini di Levante, gli do una pacca sul sedere e grido -Va a casa bello! Va, svelto!-
Lo stallone si impenna, nitrisce e parte spedito verso casa, lasciandosi alle spalle lo scalpitio degli zoccoli.

Hope in the Wild WindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora