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Leland riuscì a spuntare un buon posto dove combattere contro Diaspro, un luogo privo di abitanti e un poco fuori città, ossia la vecchia fabbrica di giocattoli, chiusa da parecchi anni e  mai demolita.

La donna aveva accettato solamente perché voleva farla pagare all'uomo che l'aveva respinta parecchi anni fa: gli umani non contavano nulla ai suoi occhi, erano individui così arretrati e stupidi che li avrebbe uccisi appena Le'Land avesse capitolato.

Prima che lui andasse all'incontro, Amy lo abbracciò strettamente, stupendo perfino sè stessa con quel gesto.

《Ce la farai. E noi ti guarderemo le spalle》gli promise, facendogli addirittura l'occhiolino.

L'alieno dalle fattezze umane si commosse davanti alla donna: non credeva che lei si schierasse con lui in una battaglia così importante e invece gli umani lo stupivano sempre.

《Grazie, Amy. Però, mettiti al sicuro. Non vorrei che ti succedesse qualcosa》le raccomandò lui prima di abbandonare lei e Wayne al parco.

Il suo giovane agente non gli aveva rivolto la parola e Le'Land capiva e accettava la sua rabbia. Voleva dirgli quanto gli dispiaceva per non avergli mai detto nulla, ma il tempo delle parole era finito: ora doveva combattere e vincere.

Diaspro fu puntuale. Indossava ancora la veste con cui l'aveva vita quella notte e lui sorrise nel pensare alla sua infinita boria. La donna si inchinò nello stesso istante in cui lo fece lui e l'incontro all'ultimo sangue ebbe inizio.

Il primo a colpire fu Le'Land che centrò la guancia di Diaspro con un pugno, che, però, non la fece cadere a terra. Lei si rialzò e si pulì il sangue argentato dalla bocca dopodiché scattò all'attacco.

Wayne e Amy rimasero soli. La donna, allora, si girò verso il suo ex, che aveva ancora lo sguardo rivolto in direzione del cielo scuro e parlò con voce più dura di quanto, in realtà, volesse.

《Allora, hai intenzione di venire con me o no?》 

L'uomo si riscosse  dalle sue riflessioni e seguì la ragazza, quasi di malavoglia. Amy camminava velocemente, cercando di ricordare dove si trovava la sede dell'Agenzia, ma, alla fine, prese il comando Wayne e giunsero a destinazione dopo una mezz'ora.

《Mi spieghi il tuo piano oppure vuoi fare di testa tua?》le domandò, non appena furono all'interno dell'edificio.

A quella tarda ora, ormai, non vi era nessuno, a parte qualche agente e tecnico montavano la guardia. Così, nei corridoi, i due non trovarono anima viva e riuscirono a raggiungere il piccolo ufficio di Paul senza problemi.

《E' semplice. Troviamo informazioni su Taxad e un modo per fermare Diaspro》gli rispose lei con voce lineare e cristallina《Il punto è: tu che vuoi fare?》

I pensieri e i sentimenti dell'agente erano ancora un groviglio confuso e rabbioso, però, non potevo stare fermo mentre il suo capo rischiava la vita per un pianeta a cui non apparteneva.

《Ti aiuterò》sospirò, varcando la soglia dell'ufficio.

Come previsto, Paul si trovava ancora lì, che sonnecchiava davanti ai suoi quattro computer, mezzo sdraiato sulla scrivania. Amy ridacchiò e si fece avanti per scrollarlo con forza: il tecnico sobbalzò spaventato e si passò le mani sul volto stropicciato dal sonno.

《Che volete a quest'ora?》domandò, sbadigliando più volte.

《Informazioni su un pianeta di nome Taxad》rispose Wayne, con voce metallica e pressante《Il capo è in pericolo.》

Tutto il sonno sparì dal viso di Paul che si mise subito al lavoro e schiacciò tasti con frenesia mentre finestre e documenti si aprivano sullo schermo dei suoi computer a velocità allarmante.

《Allora, Taxad è un pianeta quasi sconosciuto quindi le informazioni che abbiamo sono davvero scarne. Razza umanoide, battagliera, molto progredita in campo scientifico e tecnologico》elencò Paul, spegnendo le speranze di Amy man mano che parlava.

《Ma non hanno un punto debole?》chiese, controllando l'orologio con sguardo preoccupato.

Era passata più di un'ora da quando Leland e Diaspro avevano iniziato a combattere e Amy provava una brutta sensazione.

Le'Land cadde a terra per l'ennesima volta. Le costole gli facevano male, così come il braccio sinistro che aveva utilizzato per parare gli ultimi colpi della sua nemica. Il respiro era affannoso e il rumore del sangue lo assordava.

《Ti arrendi?》gli domandò lei, lisciandosi la veste leggermente sgualcita dalla lotta.

《Mai》affermò Le'Land, rialzandosi e sputando un grumo di sangue, argentato con venature rosse, sul terreno.

Non si soffermò per indagare sulla strana tinta che aveva assunto il suo sangue e ritornò all'attacco, pur sapendo che non sarebbe mai riuscito a sconfiggere la sua ex: lei era troppo veloce e subdola per essere battuta in uno scontro alla pari.

Leland stava rimandando  l'inevitabile eppure non riusciva a smettere di combattere, non poteva smettere di combattere.

Intanto, Amy e Wayne avevano trovato un modo per aiutare l'alieno Leland, anche se forse questo avrebbe decretato la sua fine. Si recarono in armeria e presero una bomba ad argon, che l'agente nascose sotto la giacca, dopodiché uscirono dall'Agenzia velocemente e senza essere visti, grazie all'aiuto di Paul, che deviò il raggio di alcune telecamere.

《Sai dove si tiene il combattimento?》chiese Amy al suo compagno mentre correva a perdifiato fra le vie della città.

《No. Però so come ragiona il mio capo. Avrà, di certo, scelto un luogo abbastanza lontano dagli abitanti quindi in periferia. Qualche tempo, avevamo discusso di un edificio abbandonato che doveva essere demolito. Penso che sia andato laggiù》le spiegò Wayne, continuando a correre con una mano posata sul cuore, dove teneva la bomba ad argon.

《Ricevuto》replicò lei, iniziando ad aver il fiato corto.

Non era abituata a correre in quella maniera, però sapeva che non poteva rallentare: la vita di Leland dipendeva da loro.

L'alieno dalla sembianze umane non se la stava cavando molto bene. Infatti, Diaspro l'aveva gettato a terra nuovamente, dopo che lui le aveva dato un potente calcio al petto, e ora torreggiava su di lui.

《Basta solo che tu ti arrenda e tutto questo finirà》disse la donna in tono mellifluo, premendogli una scarpa sul petto, all'altezza del cuore.

Il tacco perforò i vestiti e la carne, facendo gemere Le'Land di dolore, ma lui voltò la testa dall'altra parte. Quando se n'era andato, scappando dalla guerra in corso su Taxad, aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai fatto ritorno sul suo pianeta d'origine, piuttosto avrebbe preferito la morte.

E così accettò la sconfitta con stoicità.

Chiuse gli occhi e cominciò a pregare gli Dei di Taxad, chiese loro di avere cura della sua anima e dei suoi protetti, Amy e Wayne, dopodichè attese la fine.

Fine che, però, non arrivò.

I ragazzi, infatti, fecero detonare la bomba nei pressi della vecchia fabbrica, sperando che le supposizioni dell'agente Wayne fossero esatte. Non vi fu alcun boato ne un'esplosione come si aspettava Amy, ma l'aria si fece più pesante e densa, colma di morte.

Diaspro prese un profondo respiro e alzò la gamba pronta a trapassare il cuore del suo sfidante, esattamente come lui aveva fatto con lei molto tempo prima, però qualcosa andò storto. I polmoni si intasarono e la donna cominciò a tossire in maniera spasmodica.

Leland aprì gli occhi e vide Diaspro cedere sotto il peso di un'aria che conteneva troppo argon per un abitante di Taxad: la guardò soffocare velocemente e diventare polvere mentre si domandava come mai poteva ancora respirare.

Forse sono più umano di quanto credessi...

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