Il periodo di febbraio non finiva mai. Io e Andrea eravamo costantemente presi dai mille impegni e, in più, si aggiungevano i compleanni, le festività ecc. Non sapevamo come fare con la scuola poiché un giorno dopo l'altro avevamo i diciottesimi e, di conseguenza, la mattina ci svegliamo tardi, incapaci di andare a scuola.
Verso più della metà del mese ci fu una notizia che sorprese tutti...
A San Giorgio, il comune dov'era situata la mia scuola e dove viveva Andrea, risultò un caso positivo al coronavirus. Fù subito gioia per noi ragazzi, poiché il sindaco, poco dopo la notizia, chiuse le scuole per farle igenizzare al meglio. Quando la notizia spolpolò, io e Andrea, che frequentava la stessa scuola, saltammo di gioia, poiché senza scuola potevamo vederci di più. Decidemmo allora di andare a fare colazione insieme qualche mattina, stesso li a san Giorgio, e magari passare dalle gemelle, due amiche strette di Andrea, a prenderci un caffè e chiacchierare, e così facemmo.I giorni divennero più liberi, il tempo aumentò, e gli impegni diminuirono poiché non avevamo compiti e lo stress scolastico. Si stava bene e rilassati tra di noi, ma dimenticammo la causa per cui noi eravamo così liberi. La causa era un virus che raggiunse anche San Giorgio. In quel periodo iniziarono a sorgere i primi casi in Lombardia che giorno per giorno crescevano sempre di più, ma per noi era un problema che riguardava solo loro. Per noi popolo del sud non è mai un nostro problema finché non arriva anche qui, e quando ci furono notizie sparse di alcuni contagiati, si iniziò a pensare che forse non era poi così lontana quella realtà, ma per noi ragazzi invece, era molto lontana. Noi ragazzi eravamo spensierati, pensavamo soltanto a ridere e scherzare con gli amici e non potevamo immaginare a cosa stavamo andando incontro.
Quando seppi della Lombardia contattai subito le mie amiche lombarde per aggiornarmi sulla situazione, e mi dissero che lì la cosa stava diventando molto grave. Un po, dentro di me, mi preoccupai e ne parlai con Andrea che mi tranquillizzò, ma ciò non risolse comunque il problema.
Dopo un paio di giorni il sindaco decise di riaprire le scuole poiché riteneva che il pericolo non ci fosse e quindi, da un giorno all'altro, uscì l'ordinanza che il 3 marzo dovevamo tornare a scuola. Quel giorno era il compleanno di Andrea, e quindi decidemmo di non andare per festeggiare tutto il giorno, e così fù. La sera prima litigammo di brutto poiché, ad un compleanno a cui partecipammo, c'era una sua ex. La cosa mi fece molto male, anche perché in quella festa non conoscevo nessuno e tra l'altro questa ragazza mi metteva a disagio. Lui sapeva benissimo che lei ci sarebbe stata, ma comunque volle andare alla festa, e io passai la serata a morire dentro. La sera poi mi sfogai e lui stette molto male, fino a piangere, e io non sapevo che fare. Quando finalmente decidemmo di andare a dormire, decisi di punto in bianco di fargli una sorpresa per il suo compleanno. Di mattina gli avrei portato una bella colazione a letto e poi avrei passato l'intera giornata con lui.
Allora che feci:
Mi alzai alle 8, per fare in modo che lui non si svegliasse prima che io fossi arrivata li
Presi la colazione
Andai a bussare la porta che mi aprì la sorella
E lo sorpresi a dormireQuando si sveglio mi abbracciò forte, come se fossi tornata da posti lontani, quasi in lacrime, e sussurandomi:"sei qui!".
Eh già ero lì, a cercare di renderlo felice il giorno del suo compleanno perché non potevo rovinarglielo e, sopratutto, preferivo vederlo sorridere molto più che piangere, mettendo cosìda parte il mio orgoglio.
Facemmo colazione assieme e poi ci mettemmo a fare l'amore tutta la mattina, fino a che a pranzo non fosse arrivato il padre a prenderci per mangiare fuori.
Io il padre non lo conoscevo ancora ma ero molto curiosa di conoscerlo, e non venni delusa. Era simpatico, divertente, forse un po pessimista, ma mi piaceva. Parlò molto con me e con il fidanzato della sorella di Andrea e fu molto gentile e simpatico.
Nel pomeriggio andammo a mangiare la torta a casa delle gemelle, e la sera la pizza a casa sua con la madre fino a che non si fece ora di andare.Dopo il compleanno tutto ritornò come prima e io in primis venni travolta dalla realtà che al compleanno di Andrea evitai:
IL VIRUS SI STAVA ESPANDENDOIn lombardia prese, in breve tempo, il sopravvento e l'italia iniziò ad avere paura. Giorno dopo giorno crescevano i casi fino a che non si propose di chiudere la Lombardia.
La proposta scandalizzò molti fuorisede che, di corsa, presero il primo treno per tornare giù. Grande guaio!
Mano mano vedevamo scendere persone dal nord e iniziavamo ad avere paura.
Il governo allora decise di mettere delle regole:
Se venivi da su dovevi dichiararlo e chiamare il numero verde
Se presentavo sintomi dovevi chiamare il numero regionale dedicato al coronavirus, che ti indicava cosa fare in caso di sintomiLa cosa iniziò a diventare seria e aumentava la mia paura. Iniziai ad andare in ansia e non sapere che fare, ma mi limitai a passare i giorni con l'unica persona che riusciva a tranquillizarmi, cioè Andrea.
Mia madre iniziò a dirmi che non dovevo scendere e, sopratutto, di scendere protetta, ma io non l'ascoltavo.
Iniziai a vedere i primi cambiamenti:
Entrate nei supermercati ad uno a uno, pullman con la prima entrata sbarrata e a distanza dal conducente, gente che camminava con le mascherine, si correva a fare spese nei supermercati, insomma il panico.
Da noi il virus ancora doveva arrivare, ma già regnava il panico.
Il governo specificò che non ci sarebbero state chiusure di nessun fornitore di beni di prima necessità ma, nonostante ciò, la gente continuava ad affollare i supermercati.
La paura cresceva, la tristezza cresceva fino a che il 9 marzo...
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Il domani inaspettato
RomanceSimona racconta della primavera del 2020, dove il coronavirus ebbe il sopravvento sul'Italia costringendola alla quarantena. Le persone non potevano uscire di casa per motivi ritenuti dallo stato futili e quindi costretti alla permanenza in casa. Un...