Teatro 4

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Michael era appena stato dipinto quando notò il fondale nero. "Un teatro non dovrebbe essere così cupo" pensava; e aveva ragione. I suoi erano dei toni blu; appassiti come i girasoli nel giardino di sua moglie. Lei non aveva mai avuto il pollice verde. Lui sì invece: avevano finito il blu.
"Non posso ritenermi un uomo cogitabondo, no di certo" pensò con fare cogitabondo. "Magari una donna cogitabonda, ma non un uomo, no di certo". Il tempo passava e Michael si sforzava di ricordare come fosse finito in quel posto. Tutto d'un tratto un lampo di luce squarciò la sala e un ascensore discese dal secondo piano: il Comignolo. Ne uscì un'ometto pallido con delle labbra sottili ma rosse. Sembrava indossare un rossetto dai toni molto marcati. Reggeva nella mano sinistra un minuscolo vaso contenente un rampicante, e nella destra uno strumento simile a un'arpa:"Buongiorno, è questo il negozio di viveri di Ella?"
"No" rispose Michael con fare parecchio infastidito. "Questo è un teatro, non lo vedi?" Michael non era mai stato un uomo garbato, e nemmeno una donna.
Il misterioso visitatore proveniente dal secondo piano sorrise di gusto e pianse 4 lacrime una più grossa dell'altra: 3 dall'occhio destro e una dall'occhio al centro e, suonate poche note del suo strumento, fece tornare il rampicante nel vaso: "Ci vediamo allora. Alla prossima".
Rientrò nell'ascensore e si accartocciò su se stesso. Era talmente di fretta...
Michael non era una donna cogitabonda, e nemmeno un uomo, ma pensò all'accaduto per diverso tempo.
Proprio non ricordava di che colore fossero le sue pupille.

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