Prologo

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Londra, 1857

Il candelabro posto sopra la console vicino al letto illuminava fiocamente la stanza invasa dalla penombra.
Non riuscendo a prendere sonno, Lady Diane scese dal letto. Osservò la fievole luce emergere dalla luna, ponendo la mano contro la vetrata. Finchè non sentì la sensazione di crollare. Così tornò a letto e si coprì con le lenzuola di seta.

Lentamente i suoi occhi lapislazzuli si abbandonarono al sonno. Cadendo tra le braccia di morfeo entrò in uno stato di trance, trasportandola come un'onda magnetica in un'altra dimensione.

«Diane.» Si sentì chiamare.

La giovane camminando lungo il bosco seguì sonoramente quel richiamo. Il cuore le batteva all'impazzata. Mentre rivoli di sudore scorrevano sulla sua schiena sotto l'abito in mussolina bianco.

Una donna bellissima vi era riflessa in un enorme specchio ovale, ornato d'oro, che fluttuava nell'aria e distava ormai di poco da lei. Oltre il fiume. Diane pian piano si stava avvicinando camminando cautamente sull'erba bagnata. Piccole goccioline di pioggia le bagnarono i capelli e il brusìo del vento a ogni soffio glieli spostò.

Stormi di uccelli la seguirono.

«Chi sei? Ogni notte ti vedo in sogno, perché mi tormenti in questo modo?» La voce di Diane rimbombò nella verde vegetazione mentre si avvicinava. Non ebbe risposta, ma il suono di quella voce continuava a richiamarla con l'intento di avvicinarla.

La foschia per un secondo le fece perdere il senso dell'orientamento.

Una volta che vi fu di fronte, protese un braccio attraverso quello specchio gigante con il tentativo di afferrare il riflesso di quella donna dai lunghi capelli nero ebano boccolati.

Ma la donna improvvisamente cambiò volto.

Accorgendosi che non aveva più i capelli neri, gli occhi scuri come la pece e quella voce cavernosa da farle vibrare tutto il corpo. Tramutandosi in un riflesso a lei conosciuto: ovvero sè stessa con un ghigno malefico sul volto.

Quando la mano riuscì a toccare il suo stesso riflesso, attraverso lo specchio, questo si ruppe in mille pezzi tagliandole le mani. Poi, i frammenti di vetro innalzandosi e formando un cerchio in aria, dovuto a un tornado improvviso, le penetrarono a fondo nel corpo. Addentrandosi su di sè e sfregiandola. Il sangue le scorse dal corpo invadendo tutto il terreno. Il dolore la fece accasciare sull'erba bagnata. Fin quando non sentì l'ultimo respiro farsi corto e l'ultima goccia di sangue sgorgare dal suo intero corpo morente. Il viso si fece pallido. Le pupille divennero rosse come una fiamma ardente e il corpo di Diane, ormai senz'anima, precipitò nell'oblio.

Rintontita per l'incubo che aveva appena fatto, con il respiro corto, schiuse gli occhi e si svegliò di soprassalto. Il cuore le martellò nel petto riecheggiando fino a sentirlo in gola.

Improvvisamente vide giungere una figura vicino a lei. Questa le sfiorò il braccio in una carezza. E attraverso il buio la giovane poté vedere i suoi occhi, riconoscendola.

La madre era lì accanto a lei. La luna non splendeva più e il lume si era spento, lasciandola invasa dall'oscurità.

La cullò fra le sue braccia proprio come quando era piccola. Così Diane si sentì rassicurata. Stretta tra le braccia di sua madre non ebbe più timore di nulla.

«Non avere paura piccola mia.» Le disse sua madre, dandole un bacio sul capo.

Si alzò mollando la stretta della figlia e la guardò negli occhi profondamente tanto da specchiarcisi dentro.

Un'ondata di gelo emerse attraverso uno spiffero dalla finestra invadendo tutta la stanza e raggelando i loro volti. Diane sapeva bene che sua madre doveva dirle qualcosa riguardante quei strani incubi, glielo lesse nello sguardo in quell'istante.

«Ditemi tutto ciò che sapete madre!»

La giovane la osservò espressamente in viso cercando una risposta. Vagando con lo sguardo. Finchè non si morse un labbro, nervosa, e ancora affannata a causa del brutto sogno.

«Sei pronta nel sapere tutto ciò che ti è stato nascosto fino a ora? Però dovrai promettermi che in cambio potrai perdonare sia me che tuo padre per non avertelo rivelato prima.»

All'improvviso un brivido le percorse la schiena.

E quando le fu rivelato tutto i suoi occhi divennero cristallini come il ghiaccio. Ormai gelidi e privi di emozioni.

Diane - L'altro volto della distruzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora