Il suo sole

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Lo sapevo, allora perché non smetto di piangere?

Sapevo che aveva una cotta per Michela, eppure non riesco a... prendere fiato. I singhiozzi mi fanno alzare e abbassare il capo in un gesto isterico e metto la mano alla bocca per insonorizzarli, ma non sembra funzionare. Tento col respirare forte dal naso ed espirare dalla bocca, però il soffio mi diventa di nuovo irregolare e le lacrime tornano. Ho capito come stanno le cose e allora perché vederlo seduto al tavolino nella caffetteria con lei, col braccio sulle spalle di lei e quegli occhi di lei che guardano languidamente lui, mi ha sconvolto così tanto dal dover scappare in lacrime? Per fortuna i bagni qui sono numerosi e trovarne uno in cui piangere l'equivalente del mar morto, è stato facile. In fondo è un bene, giusto? Gli ultimi giorni sono stati un inferno, ora che ho visto con i miei occhi che ha una ragazza, per giunta proprio quella con cui aveva una fissa gigantesca, e che è andato avanti dimenticandosi della mia esistenza, posso superarla. Non siamo più amici, non siamo niente... io per lui sono uno chiunque. Giusto, uno chiunque. Quindi, basta così. Passo il dorso della mano sotto agli occhi per potermi asciugare le guance e poi la sfrego con l'altra per toglierne ogni residuo. Cosa mi importa? Non mi importa. Io sono puff e scomparso per lui, allora lui per me deve puff e scomparire. Allora perché diavolo non puff e scompare. È tutta colpa mia. Se solo quella maledetta notte avessi acceso Netflix invece di uscire. No, io dovevo portare nel mondo la calamità che sono e provocare quel gigantesco cataclisma che ha colpito la mia già schifosa vita. Come ho potuto pensare... come ho fatto a credere che...

- Stupido. Stupido. Stupido. - parlo ad alta voce e me ne rendo conto troppo tardi.

- Yanyan? -

Una voce chiama il mio nome al di là della porta verde chiusa e io spalanco gli occhi inutilmente sorpreso. Sono in un bagno, è ovvio che ci sia qualcun altro oltre me, però qualcosa non mi torna.

- Tanisha? - è identica alla sua voce, ma perché dovrebbe essere nel bagno degli uomini?

- Sei tu? Ma che ci fai nel bagno delle donne? -

- Cosa? - spalanco la porta e me la ritrovo davanti. Indossa una maglietta bianca su dei jeans chiari e delle scarpe bianche da ginnastica. Ha i capelli legati in una piccola coda che non le ho mai visto avere, ma è decisamente lei e quando vede la mia faccia la sua di faccia cambia di un tratto. Il mio riflesso nello specchio alle sue spalle mi spiega perché. Ho due occhi rosso fuoco e gonfi che neanche con due cazzotti potevano ridursi così. Cerco di rimediare guardandomi le scarpe evitando in questo modo il suo sguardo. Cavolo, poi mettici pure il fatto che mi ha trovato nel bagno delle donne. Mi sono precipitato aprendo una delle due porte perché stavo per esplodere in lacrime per un ragazzo, sì, ma questo come glielo spiego?

- Non ci ho fatto caso e che prima ho bevuto un bicchiere di caffè freddo e... - mi fermo prima di dirgli che sono andato di corpo nel bagno delle donne, ma ho la netta sensazione che lo stia già immaginando. Quindi, mostrandole uno strano sorriso, ma in realtà sembra che stia abortendo uno starnuto, faccio per uscire di lì così da poter entrare in un bel fosso profondo profondo e starci per il resto della vita.

- Aspetta, dove vai in queste condizioni? - alza una spalla indicandomi il viso mandando a rotoli la mia carriera da attore. Mi fermo, ma non riesco ancora ad alzare il viso, ho troppa vergogna.

- E che sono... sono allergico. Sì, soffro di una grande allergia al... - Al cosa? Agli amici che ti voltano la faccia perché ti sei innamorato di loro e poi si fanno vedere in pubblico con la loro nuova bellissima ragazza mezza ispanica? Sì, proprio una brutta allergia. La mia frase resta a metà, ma Tanisha sembra non curarsene e si volta dandomi le spalle, solo per appoggiare la borsa sul marmo libero tra i due lavandini. Noto che sta cercando qualcosa rovistando con entrambe le mani. Poco dopo tira fuori un quaderno verde e un astuccio nero da dove prende una penna. Lancia l'astuccio in borsa e inizia a cercare una pagina libera girandole velocemente. Dopo averla trovata, ci scrive qualcosa che non riesco a vedere. Assume una strana aria impegnata e coscienziosa quando con la penna in bocca strappa la pagina e devo dire che è proprio una bella ragazza. Non che lo stia notando solo ora, solo che boh... Mi porge il foglio e finalmente posso vedere cosa ci ha scritto. Un "FUORI SERVIZIO" in maiuscolo e ricalcato riempie verticalmente tutta la pagina. Lancia il quaderno e la penna dentro la borsa e torna a frugare altro che però, trova subito. Un piccolo rotolo di scotch. Ne stacca un pezzo con i denti, poi posa anche quello in quella che posso chiaramente affermare essere la versione reale della borsa di Dora l'esploratrice. Mi lascia lì, mentre si affretta alla porta principale del bagno. Tira la maniglia il giusto per poter dare una piccola occhiata fuori. Il corridoio è libero, allora velocemente affigge al legno della porta il foglio che ha scritto. La richiude per tornare da me che la guardo a bocca aperta. Non so se sia perché sono più sorpreso del suo ingegno o più provato da tutto quello che ha fatto per me. Senza curarsi della mia espressione sbalordita, richiude la borsa e poi se la rimette in spalla.

Sunstone (YanSeph) By Glued SkinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora