Fotografie - pt 1

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Adult!au

"Ti prego dimmi che non stiamo avendo questa conversazione..."

Si trovavano in un piccolo appartamento vicino a Hosu. Il loro piccolo appartamento. Non era niente di che, stretto tra altri appartamenti. Con un terrazzetto di poco più di due metri di lunghezza.

Il ragazzo dai capelli verdi era appoggiato al ripiano della cucina, le braccia incrociate, e le pupille smeraldo che seguivano l'altra figura fare avanti e indietro per la stanzetta.

"Se la smettessi di romperti le ossa quando affronti i cattivi non la faremo"

Alzò gli occhi al cielo. "Non succedeva da tempo..."

Il biondo si fermò di fronte a lui. "Da due mesi! Ma non ci pensi ai ragazzi?!"

Stava alzando la voce, ciò non prometteva nulla di buono.

"Lo so che abbiamo due figli, non sono stupido"

"Stai proprio dando l'idea di esserlo, invece" continuò Kacchan, facendo uscire una piccola esplosione dalla mano.

"Ascolta, non succederà più. Te lo assicuro"

L'altro fece segno di no con la testa. "Non serve assicurare, Izuku"

Qualcosa dentro di lui fece crack. Spalancò le pupille.

Non lo chiamava mai per nome. Non succedeva da troppo tempo per ricordarsi quand'era stata l'ultima volta.

Col passare del tempo Izuku era maturato. Non era più il ragazzino timido e insicuro del liceo.

Era cresciuto, diventato più sicuro di sé e forte. Ma era servito un nome per far cadere tutte le sue certezze, come vetri infranti. Il suo nome.

Davvero bastava così poco per far sì che l'insicurezza s'insinuasse dentro di lui?

Nel giro di pochi secondi tutti i dubbi che lo avevano attanagliato nelle ultime settimane tornarono a tormentarlo.

Lo aveva chiamato per nome. Nessun nomignolo. Cosa voleva dire? Forse non si sentiva più vicino a lui?

Ciò andava a confermare tutte le sue teorie.

Si era accorto che qualcosa non stesse andando nel verso giusto nel comportamento di Kacchan. Era sempre più distante e freddo nei suoi confronti.

Per un po' fece finta di niente. Poi provò a chiedere quale fosse il motivo del suo atteggiamento. Era stanco. Questa la risposta che gli diede.

Ma se non fosse stata stanchezza? Se stesse mentendo?

Deku aveva chiaramente notato quasi un disinteressamento nei suoi confronti.

Pensò che fosse colpa sua, forse si era inconsapevolmente allontanato da lui e Kacchan stava semplicemente mantenendo le distanze, quindi provò a riavvicinarlo, provando di tutto. Dalle coccole a qualcosa di più spinto, ma niente.

Sentì un groppo in gola. "Kacchan..."

"Non dirmi che stai per metterti a piangere?" Stavolta era il biondo ad incrociare le braccia al petto.

"Sei davvero incredibile..." continuò Kacchan. "Quando ti si prospetta un problema piangi. Smettila di essere infantile!"

"Perché devi fare così?!" Chiese Izuku, la voce tremante.

"Non provare a dare la colpa a me!" Urlò quest'altro, puntandogli un dito sul petto, mentre il suo si alzava e abbassava furentemente.

"Non ce la faccio più" disse il verde scostandosi. "Basta con questa messinscena"

"Che cazzo stai dicendo?!" Urlò di nuovo.

"Pensi che io non me ne sia accorto? Del tempo che passi fuori casa, del distacco che hai preso da me, del fatto che non è più come prima..." stavolta non si trattenne, e una lacrima solcò la sua guancia.

"SMETTILA DI DIRE CAZZATE!"

"E TU SMETTILA DI URLARE"
"NON STO URLANDO"

Furono interrotti dal rumore di una porta che si apriva lentamente, e due teste fecero capolino. Una bionda e una verde. "Papà? Cosa sta succedendo?"

I due giovani uomini guardarono prima i figli, poi si guardarono a vicenda.

"La sai una cosa? Vaffanculo" prese la prima cosa che reputò indispensabile (una maglietta di ricambio lasciata sulla sedia) e le chiavi di casa.

"Cosa stai facendo adesso? Vuoi cercare di fare almeno una cosa logica oggi?" Chiese il biondo in maniera esasperatamente arrabbiata, afferrandosi il ponte del naso.

"Me ne vado"

"I ragazzi-"

Ma fu interrotto dal verde che, girandosi di scatto, disse. "Sono abbastanza sicuro che tu riesca a badare a loro per un po'" i suoi occhi erano rossi per aver provato a trattenere le lacrime, e la voce di un'ottava più bassa rispetto al solito. Senza aggiungere altro aprì la porta e uscì, sbattendola dietro di lui.

Raccolta bakudekuWhere stories live. Discover now