Capitolo 2

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Vorrei non aver mai ricordato, non può essere lui, non può essere Cole Evans, il bambino che all'asilo mi tirava le trecce, che alle elementari mi rompeva i colori , che alle medie mi prendeva in giro e che ora tranquillamente seduto sul divano di casa mia, non può essere quel Cole, deve essere per forza un'altro.

Entro in cucina e , dopo aver guardato quello che avevo in frigo decisi di fare degli hamburger e delle patatine fritte, apparecchiai la tavola con bicchieri e piatti visto che avremmo usato le mani per mangiare i panini e le patatine.

A tavola c'era silenzio, si sentiva solo la tv in sottofondo, Cole e mio fratello si lanciavano occhiatine come per parlare ma senza aprire bocca così decido di farlo io per prima

<Allora, vi piacciono questi hamburger?>

I due si girano contemporaneamente verso di me ma nessuno dei due sembra voglia parlare , annuiscono entrambi e tornano con lo sguardo sul piatto,mi è passata la fame, mi alzo da tavola e appoggio il piatto nel lavandino. Torno in camera mia per sistemare i mobili che avevo ordinato mesi prima.

Posiziono il letto vicino la finestra, l'armadio attaccato al muto della porta e la scrivania in ciliegio sulla parete vuota, appendo qualche foto e metto a posto i libri sulla parete piena di mensole pronte per essere usate.

Infilo il pigiama e scendo nuovamente disotto per prepararmi un caffè, ultimamente ne sto bevendo molto ma è così buono che non riesco a farne a meno.

<Me ne fai uno anche a me per favore?>
<Evans,che piacere rivederti,non ti ricordi di me?>

La faccia si racchiuse in un'espressione interrogativa come se non si ricordasse veramente, veramente un'attore impeccabile.

<No, non mi ricordo, ti ho vista oggi per la prima volta in vita mia>
<Non ti ricordi la bambina a cui tiravi le trecce all'asilo? Quella a cui alle elementari rompevi i colori?o che la prendevi in giro alle medie?>
<Si me la ricordo, siamo sempre stati in classe insieme, ma perché me lo chiedi? Non capisco>
<Perché quella bambina sono io>

Un'espressione di stupore gli apparve sul viso e improvvisamente parve collegare le informazioni che gli ho fornito.

<Non puoi essere te, lei è sempre stata in sovrappeso invece te sei magra, lei aveva i capelli bruni mente te li hai marroni chiari, e aveva gli occhi celesti , tu li hai verdi>
<Sono io, nei ultimo anni mi sono dimagrita, mi si sono schiariti i capelli e i miei occhi sono sempre stati verdi, tu non te ne sei mai accorto perché non hai mai avuto il coraggio di guardarli>

Afferro la caraffa di caffè e ne verso un po nella tazza, aggiungo del latte e torno in camera mia oltrepassando Cole senza degniarlo  neanche di uno sguardo. Per oggi ne ho abbastanza di tutti, mi rifugio sotto le soffici coperte del mio letto e in pochi secondi il modo dei sogni prende il posto di un mondo freddo e monotono.

Mi sveglio di soprassalto sentendo un grande casino provenire dalla cucina.Mi alzo ed infilo le ciabatte curiosa di sapere cosa è successo disotto, scendo velocemente le scale ed entro in cucina dove trovo Cole e mio fratello in piedi davanti ad una distesa di composto per terra.

<Ma si può sapere cosa è questo casino alle nove di mattina?>
<Buongiorno Alli,scusa se ti abbiamo svegliato, stava facendo i pancake e ci è caduta la ciotola con l'impasto>
<Lo avevo notato, la prossima volta svegliami che li faccio i pancake altrimenti dovrò pulire la cucina ogni mattina>

Prendo lo straccio e pulisco il casino che quei due hanno creato. Gli porgo un'asciugamano per pulirsi i piedi evitando che portino l'impasto per tutta la casa ,ripongo il mocio nel ripostiglio e mi siedo sul divano nella speranza di non dover pulire ulteriormente la cucina o la casa in generale.

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