La Distesa di Scagliagelida
Decenni or sono, nel piano di Virdgard, si manifestó un essere maligno fatto di distruzione e magia empia, presentandosi con il nome di Scagliagelida: il figlio degli incubi. Un insieme di energie negative accumulate per millenni tra i vari piani e concentrate in una forma senziente e bramosa di morte. Nacque al centro del mondo dalle Radici di Yggdrasil e non esitò un secondo, distrusse l'albero al suo risveglio. Mosse poi una guerra contro tutto ciò su cui i suoi occhi potevano posarsi, per dare sfogo alla sua sete innata di distruzione.
La sua esistenza era un reato alla vita stessa, per cui tutti i piani, buoni e malvagi che fossero, strinsero una temporanea alleanza per ucciderLo.
Oltre all'immenso potere di Scagliagelida, uno dei suoi tratti più temibili era la sua esistenza fatua: non poteva essere rintracciato naturalmente o magicamente se non vedendolo davanti ai propri occhi.
Ciò scatenò un'ondata di panico mondiale, perché non si poteva conoscere quale fosse la sua reale posizione.
Tra le sue azioni più terribili si ricordano: la distruzione di Yggdrasil, l'annientamento dell'impero nanico con il quasi totale sterminio della sua popolazione e la liberazione di una piaga di decomposizione a Kelos, che rase al suolo ogni forma di vita.
Accumulate le forze e gli uomini necessari, l'Unione dei Piani reagì con un poderoso attacco di massa contro Scagliagelida nella Distesa dei Ghiacci. Dopo un combattimento estenuante, che durò una settimana, Scagliagelida venne finalmente sconfitto, ma giuró di fare ritorno e scomparve disintegrandosi in microscopici frammenti di energia, che tutt'ora sono sparsi per la Distesa (ora chiamata "Di Scagliagelida" come ricordo della guerra e di tutti coloro che persero la vita in quel luogo). Questi frammenti sono inerti e volatili, ma fisicamente impossibili da distruggere. Furono molti i culti che si formarono nella speranza di ottenerne il controllo di questi frammenti, per carpire i poteri di Scagliagelida (tentativi miseramente falliti). La fine di questa epoca di terrore segnò profondamente tutti i piani e rese i popoli del Piano Materiale molto più uniti di quanto non lo fossero in precedenza, aiutandosi l'un l'altro per rialzarsi da questa profonda crisi.La Guerra dei Draghi
Da tre anni imperversa una guerra tra draghi nelle Distese di Scagliagelida, che vede il confronto tra due fazioni: quella di Bahamut e quella dei draghi cromatici, che stanno agendo di propria iniziativa e non per conto di Tiamat, il che genera ancora più dubbi sulle loro reali intezioni, intuendo che vanno oltre il semplice conflitto secolare con i draghi metallici. In questa mischia si gettano anche i sostenitori della causa di Bahamut e, dall'altro lato, i cultisti e i servitori dei cromatici. Attualmente lo scontro è in parità e non si è ancora certi delle vere intenzioni dei draghi cromatici, nè dei veri responsabili che muovono i fili dietro alle quinte per far in modo che i cromatici non si aizzino l'uno contro l'altro, come è nella loro egoistica natura.
La guerra ebbe inizio dopo che, inspiegabilmente, un'orda di draghi cromatici assalì Faliptra, la capitale fluttuante, casa dei Cavalcadraghi e del Gran Profeta Draconico Semerak. Quest'ultimo venne massacrato brutalmente insieme a un numero indefinito di draghi e cavalieri in un evento tristemente noto come il "Macello di Semerak".
Dopodichè i cromatici si ritirarono nella Distesa di Scagliagelida assicurandosi di essere seguiti dai metallici desiderosi di vendetta, per poi sfidarli apertamente nella Distesa in una guerra che prosegue tutt'ora..."Notiziario delle Grandi Catastrofi, edizione Anno della Fenice, a cura di Romvek Feystaff, bibliotecario e mago di Ha'Keth"
(Questi sono dati rilasciati pubblicamente, gran parte delle informazioni sono state redatte al pubblico per mantenere una certa riservatezza.)
«...per mantenere una certa riservatezza.»
Girai la pagina consumata del libro, pronto a leggere il seguito, qualsiasi informazione poteva tornarmi utile.
Bianco. Ne girai un'altra.
Alzai lo sguardo, gli occhi sgranati.
«...bianco. Ma cosa... Jados! È tutto bianco!»
Schizzai in piedi, continuando a sfogliare senza sosta quel libro.
«MESI DI CONFLITTO E SOLAMENTE UN INSULSO PARAGRAFO?!»
Jados si avvicinò, divertito dalla mia reazione. «Fa vedere e tieni, tranquillizzati...» Con una mano mi tolse il libro da davanti e con l'altra lo rimpiazzó con un boccale di legno. Sospirai e con il pensiero ancora fisso su quanto letto poco prima, bevvi un lungo sorso... che sputai subito.
«... Ma che roba è?»
«È acqua.»
«Stai forse cercando di avvelenarmi?»
«Smettila di fare la bambina, non riesco a leggere»
«Non sono una bambina, sono un bambino... No, volevo dire un uomo, cioè! Un DRAG- AH!» qualcosa mi colpì proprio dietro la testa. Nell'esatto momento in cui mi girai mi arrivò un altro libro in pieno volto. Grelleck, quel maledetto di un aarakocra, stava ancora cercando disperatamente dentro quello scatolone, lanciando per aria ogni cosa che non fosse di suo interesse.
«Sì sì, bambina, draga...» aggiunse Jados mettendosi a sedere senza distogliere lo sguardo dal libro. «... Non vedo la differenza.»
«Sono un maschio!» sbraitai, massaggiandomi il naso.
«E io sono stanco di sentire lamentele. Sicuro di voler andare?»
«Quali altre scelte ho?» domandai. Ovviamente entrambi sapevamo già la risposta. «Morire? Ucciderlo? Sono finito in questo casino proprio per... Ma per Bahumut! La vuoi... SMETTERE?» mi girai verso Grelleck e gli scagliai il boccale contro.
«Chi rompe paga!» minacciò Erika dalla cucina della locanda.
Ero esausto e confuso. Mi sedetti pesantemente di fianco a Jados che ora aveva chiuso e riposto il libro sul tavolo.
«Devo assolutamente partire...»
«Spero che tu sappia cosa stai facendo... Sai benissimo a cosa andrai incontro.»
«Non voglio discutere al riguardo.»
«Non ti fermerò, ma ho anche io le mie gatte da pelare, quindi temo che dovremo dividerci di nuovo, se vorrai fare così .»
«Gatte da pelare? Immagino che c'entri con... Quello.» e indicai la lama che Jados aveva estratto dalla sua giacca e che impugnava saldamente. L'aveva recuperato poche ore prima da un pozzo, era un pugnale con l'elsa dorata e il filo brillava di una luce color acquamarina. Proprio un bel pugnale, magari una volta finito tutto, avrei potuto convincerlo a darmelo.
Stava per rispondermi, quando improvvisamente nella locanda entrò Ridoric, losco come sempre.
«...aspetta un attimo... Quel bastardo ha intascato dell'oro! Riesco a sentirlo da qui!»
Il mio fiuto per certe cose non sbagliava mai.
Ma Ridoric non mi degnò nemmeno di uno sguardo, fece un cenno di saluto a Jados, che ricambió, e andó a sedersi al bancone. Ma lui mi aveva sentito forte e chiaro, ne ero certo.
«Mi sta ignorando! Allora vedi che ho ragione! Jados! Mi sta ignorando! Fammi vedere brutto bastard-»
Tentai di alzarmi ma Jados fu più veloce e mi tirò per la maglia, facendomi sedere di nuovo.
Come potete vedere, quell'umano non mi è mai piaciuto, e proprio come un bambino misi il broncio.
«Siamo in un luogo pubblico, pieno di gente. Gradirei un po' di contegn-» il buon senso di Jados fu messo a tacere da un'altra voce, qualche tavolo più distante dal nostro.
«IO ADESSO TI AMMAZZO, STUPIDO POLLO!»
Fiamma balzò in piedi e con ampie falcate raggiunse il povero Grellek che, gettando l'ennesimo libro fuori dallo scatolone, prese in pieno la lionfolk, e la situazione degeneró piuttosto velocemente:
Jados corse a placare Fiamma, per evitare che si divorasse Grellek, e io approfittai di quell'attimo di distrazione per correre nella direzione opposta, dritto da Ridorick. Quel'umano non l'avrebbe passata liscia.
«Fammi vedere!»
«...Perché dovrei?»
«Perché sì!»
Riprese ad ignorarmi e questo mi agitó ancora di più. Alzai (leggermente, eh!) il tono della voce, continuando a tempestarlo di domande e di altre parole meno piacevoli.
Forse (ma non per colpa mia, sia chiaro) il caos che andò a crearsi scatenò l'ira di Erika, che uscì dalla cucina, silenziandoci tutti con uno sguardo che avrebbe fatto rabbrividire un Beholder.
Tutti ci bloccammo di colpo.
Muti come tombe.La porta del bagno si spalancò di colpo. Ne uscì quel tiefling nanerottolo di cui non ricordo il nome, era completamente fradicio e gli mancava una scarpa. Aveva l'aria terrorizzata, e spezzò il silenzio noncurante della tensione che aleggiava nel locale.
«...voi non avete idea di dove sono stato. Non. Entrate. In quel bagno.»
«ORA BASTA! FUORI DI QUI!» Erika lanciò il verdetto.Non pensavo che una donna potesse avere tutta quella forza, ma ne rimasi sorpreso. Non male per un'umana. In men che non si dica tutti noi ci ritrovammo con il fondoschiena per terra, nella piazza davanti alla locanda.
«Aaah! Non me ne va bene una da quando... Da quando... Io...»
-Da quando tu, cosa?- Vi starete chiedendo. No? Sì, sì che ve lo state chiedendo. Beh, questo non è il mio vero aspetto, ma per raccontarvi di come io sia finito qui, con questo corpo, dobbiamo fare un passo indietro e più precisamen-
«Hey! Ma con chi stai parlando?»
Jados, zitto! Aspetta il tuo turno! Dove eravamo rimasti? Ah sì! Tutto ebbe inizio qualche anno fa...
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Il titolo perfetto non esiste... e io ho finito il caffè.
FantasyQuesta narrazione è ambientata in un mondo di fantasia ispirato al gioco di ruolo Dungeons and Dragons, quinta edizione. Riferimenti a luoghi, persone e creature realmente esistenti, sono puramente casuali. La mappa in copertina è stata creata da @l...