Impotente.
Se Mafuyu Sato avesse dovuto descrivere le sue sensazioni in quel momento, quella serebbe stata la parola più adeguata e corretta da utilizzare.La notizia era volata, accompagnata dolcemente dal vento primaverile, e tutti ormai sapevano dell'accaduto: a quanto pareva, l'ex ragazzo di Sato si era suicidato. Per colpa sua.
Improvvisamente, Mafuyu si era trovato al centro dell'attenzione, così abituato a rimanere nell'ombra che questa ondata di popolarità lo aveva letteralmente travolto.
Non era pronto per questo.La paura è l'emozione più primitiva degli uomini. La paura tormenta inesorabilmente l'animo umano, impedendo di ragionare lucidamente e divorando il corpo e la mente con sensi di colpa persistenti e invincibili.
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La presenza di quel ragazzo, sommata agli esami di fine anno e alle prove della band, non faceva altro che aumentare lo stress. Di norma Sato non si sarebbe mai aspettato che la presenza del suo migliore amico, l'unica persona che era riuscito a farlo parlare, a farlo sfogare e forse anche a fargli capire qualcosa in più sulla vita vera e propria, non si sarebbe mai aspettato che quella presenza sarebbe riuscito a farlo incasinare tanto. Non era abituato alle forti emozioni, sapeva bene cosa fare in qualsiasi situazione. Qualsiasi, certo, tranne quando non riusciva a calmare il batticuore che il suo migliore amico, un certo Yuki Yoshida, gli provocava. In quel caso, in quel momento, il panico prendeva il sopravvento e gli impediva, seppure per pochi secondi, di reagire e fare qualcosa che avesse un senso.
Sato si limitava ad assistere alle prove: dire che "doveva partecipare" è un'esagerazione della realtà: è più corretto dire che cercava un modo per passare più tempo possibile con Yuki. Perché? Ottima domanda. Con il passare del tempo, anche Sato si era reso conto di non riuscire a trovare una risposta plausibile a quel bisogno fisico di sentire il ragazzo accanto a lui. La realtà era che i due erano fatti l'uno per l'altro. Lo sapevano? Ancora no, e nessuno dei due sarebbe mai stato in grado, in quel periodo di serenità, di immaginare nemmeno lontanamente cosa sarebbe accaduto.
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𝓜𝓸𝓻𝓪𝓵 𝓸𝓯 𝓽𝓱𝓮 𝓼𝓽𝓸𝓻𝔂
FanfictionForse era la scelta sbagliata. Forse erano le parole sbagliate. Forse stava mandando tutto in fumo. Ma lì per lì le parole uscirono dalla sua bocca, automatiche, come se fossero state imprigionate per troppo tempo. "E tu moriresti per me?"