//4// nuovo inizio

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*aury's pov*
Sono esattamente le 6 e 30 del mattino, è lunedì, mi sono appena svegliata e sto facendo colazione con del latte caldo e dei cereali squisiti coreani
"Emaaa svegliati è il primo giorno di lavoroooo" le urlo dalla cucina essendo sicura al 100% che riesca a sentirmi vista la mia stridula e acuta voce, infatti dopo esattamente 2 minuti la vedo scendere dalle scale di vetro tutta insonnacchiata e con il pigiamone ad orsetto
"Buongiorno dormigliona ti sei svegliata tardi oggi eh! Hai fatto le prove sabato e domenica per svegliarti presto oggi ma alla fine ti sei svegliata tardi" le dico ridendo e mettendo nel lavandino la tazza e il cucchiaio "la colazione è già pronta, grazie a me" ridacchio e le faccio l'occhiolino fiera di me.

"Grazie amo come farei senza di te, e comunque è colpa della sveglia, non è suonata!" Dice mettendo il broncio e iniziando a mangiare
"Ovvio che non è suonata ieri sera non l'hai messa" scoppio a ridere con la mia classica risata isterica e da mialino
"Davvero? Aish ma mi sono drogata ieri?" Mi dice lei subito dopo aver bevuto il latte
"Non hai bisogno di drogarti tu, lo sei già dalla nascita" continuo a ridere divertita
"Vabbè vado a lavarmi, vai pure tu che tra un ora abbiamo l'incontro com il signor Kim nel suo palazzo" le dico facendo le virgolette con le dita mentre pronuncio l'ultima parola
"Se a noi ha dato questo pensa lui dove vive" mi risponde lei dicendo esattamente le stesse parole che stavamo suonando silenziose nella mia mente
"Già, sai penso di sentirmi davvero a disagio una volta lì" scuoto leggermente la testa sospirando
"Siamo in due biondina" mi ribatte Emanuela alzandosi e camminando verso la sua stanza
"A dopo nanetta" le dico ridacchiando, Emanuela è più bassa di me, solo di alcuni centimetri, tipo 6/7 centimetri in meno di me ma io la definisco la mia nanetta personale.

Una volta entrata in camera mia, guardo fuori dall'enorme vetrata e mi spoglio, lo faccio com tranquillità poiché nessuno può vedermi a quell'altezza e poi i vetri sono oscurati, io posso vedere il mondo, ma il mondo non può vedere me...

Faccio una veloce doccia, una volta finito torno in camera e mi asciugo i capelli, sono davvero lunghissimi e biondi, non sono biondi naturali ma lo sembrano davvero, me li ha fatti mia mamma, è un estetista e parrucchiera. È davvero brava, ogni volta che le chiedevo di farmi i capelli o di truccarmi mi faceva diventare meravigliosa, forse solo in quei casi la mia autostima saliva alle stelle, per il resto la mia autostima rimane normale, non mi piaccio ma nemmeno mi faccio schifo, insomma mi ritengo... normale.. o almeno è questo quello che mi sono sempre sentita dire, mai nessuno mi ha detto di essere bellissima o di essere una bella persona... tranne mia mamma e la mia migliore amica, ma ovviamente io sto parlando di ragazzi, non di loro...  credo proprio di non aver mai amato nessuno, ho avuto alcuni ragazzi che mi andavano dietro, solo i primi anni delle superiori ma mai nessuno che mi dicesse che ero importante per loro o che ero bella per loro, mai nessuno.

Insomma dopo essermi vestita con un vestitino rosa ed essermi messa delle scarpe con il tacco sempre rosa mi siedo nella mia specchiera e mi inizio a truccare, è un trucco semplice alla coreana, voglio dare una bella impressione di me a tutta l'azienda del signor Kim e soprattutto a lui, perché ci tengo davvero a questo lavoro. 

"Ora sono davvero pronta!" Esclamo sorridendo mentre mi guardo allo specchio, ho fatto anche la piastra e ho i capelli lisci e lucidi che si abbinano perfettamente al mio outfit formale.

Dopo essermi messa il profumo esco dalla mia camera e vedo Emanuela uscire nel mio stesso istante, con in dosso un vestitino corto quanto il mio ma di colore rosso fuoco e delle scarpe nere, ha i capelli riccioli e color mogano, sono lunghi e molto curati, anche lei si fa fare i capelli da mia mamma, insomma mia mamma è la nostra parrucchiera personale. Ridacchio a tutti i miei pensieri che però vengono interrotti dalla voce di Emanuela che chiama il mio nome  "aury ci sei?" Mi dice non capendo il perché io non le parli.
"Ehm si ci sono stavo solo pensando, insomma siamo entrambe pronte, andiamo? Mi ha chiamato Seulgi e mi ha detti che abbiamo un autista che ci aspetta"  le dico iniziando a camminare verso l'ascensore che abbiamo nel nostro attico, che ci porta direttamente all'entrata del grattacielo. Una volta entrate nell'ascensore premo il pulsante e sistemo la mia borsa rosa pastello, sulla mia spalla, contiene tutte le cose che mi serviranno oggi, computer,  raccoglitore con i vari progetti e vari fogli che devo dare al signor Kim riguardanti il mio percorso scolastico fino ad ora.

Non appena arrivate nella portineria, usciamo dall'ascensore e salutiamo il portiere con un semplice ma elegante inchino.
"Credo sia quello l'autista" mi dice Emanuela indicando lo stesso autista che ci ha portate venerdì dall'aeroporto a casa nostra
"Si credo di si" le rispondo e vado dal signore

"Buongiorno, è lei il signor jeung? Seulgi mi ha chiamata dicendomi che lei ci avrebbe portato al colloquio" gli sorrido educatamente
"Si sono io, buongiorno signorine" ci dice con un inglese molto basico mentre ci apre la portiera dell'auto, noi sorridiamo semplicemente ed entriamo una dopo l'altra.

Durante tutto il tragitto facciamo dei respiri profondi per calmarci e ammiriamo Seoul dal vetro dei finestrini.

Dopo circa 20 minuti l'autista parcheggia davanti un altissimo grattacielo com scritto Kim in grigio.

Mi volto a guardare Emanuela e le sorrido avendo capito che siamo appena arrivate. Lei mi risponde con un altro sorriso dolce ma anche agitato e ansioso.

Nel frattempo l'autista scende dall'auto e ci apre la portiera per farci scendere "siamo arrivati" ci dice con voce quasi da robot, da questo deduco che l'inglese non lo parla benissimo, ma sa solo le cose basi... Però apprezzo molto il suo sforzo, insomma non tutti possono conoscere più di una lingua, ci sono persone che nemmeno ci provano, ma lui si vede che si sta impegnando per migliorare nel suo lavoro.

Così scendo dalla macchina seguita da Emanuela, facciamo un leggero inchino rivolto al signore che ci ha accompagnate e poi ci voltiamo verso l'altissimo palazzo, facendo delle facce assolutamente sbalordite.

"Entriamo, ho un ansia assurda e poi siamo in ritardo di 5 minuti!" Dico ad Emanuela iniziando a correre verso l'entrata dell'edificio, corro come se non ci fosse un domani finché non vado a sbattere contro qualcuno e tutti i fogli che avevo in mani riguardanti i miei progetti cadono per terra.

"Oh ma dai! Stia attento!" Urlo in inglese sperando di essere capita mentre mi piego a prendere tutti i miei fogli senza nemmeno guardare la persona contro cui sono andata a sbattere
"Io dovrei stare attento? Lei deve guardare dove va! Non è sola in questo mondo signorina." Sento dire a questa persona, parla l'inglese ma non perfettamente...  ma non decido ancora di alzare lo sguardo troppo intenta a raccogliere e sistemare i miei importantissimi fogli. 
"Aurora ma che fai?" Mi dice Emanuela non capendo la situazione
"Quest'uomo mi ha fatto cadere tutti i fogli!" Dico finalmente alzando lo sguardo e guardando l'uomo che mi ha fatto cadere le mie cose.
Wow è davvero un uomo affascinante, è davvero altissimo, ha un completo elegante grigio e i capelli neri lisci, mi sta guardando troppo intensamente e sono sicura che sto diventando rossa, cazzo aurora riprenditi! Lui è stato scortese con te!
"Senta chieda scusa alla mia amica e finiamola qui, abbiamo del lavoro da fare" Dice Emanuela vedendomi completamente persa.
"Io non devo chiedere scusa a nessuno, è stata lei a sbattere contro di me, non guardava e non prestava attenzione, correva come una bambina di 10 anni"  dice com torno arrogante mentre non stacca lo sguardo dal mio
Questo suo sguardo mi sta facendo battere il cuore fortissimo e non riesco a capire il perché, il mio cuore non aveva mai avuto questo ritmo, sento di star per avere un infarto!  Però ripenso alle parole brutte dette dall'uomo così mi risveglio dai miei pensieri e lo guardo male puntandogli il dito contro
"Senta non le permetto di parlarmi in questo modo, e poi non è colpa mia. Okay? Se ha qualche problema se lo risolva da solo." Gli rispondo a tono e lui si avvicina di più a me.
"Sono kim seokjin." Mi dice dal nulla porgendomi la mano.

Lo guardo scioccata e sorpresa dal suo cambiamento di atteggiamento, abbasso lo sguardo sulla sua mano e deglutisco, avvicino lentamente la mia mano per stringere la sua ma Emanuela l'afferra prima di lui.
"Aurora dobbiamo andare è davvero tardissimo non possiamo permetterci di fare tardi il primo giorno, ci daranno per irrealizzabili." Mi dice trascinandomi lontano da quell'uomo, io mi volto e lo guardo mentre cammino trascinata da Emanuela.

"Ragazze eccovi, prego entrate, il signor kim vi sta aspettando per parlare" ci dice Seulgi aprendoci la porta dell'ufficio dell'imprenditore. 

Entrambe annuiamo ed entriamo molto ansiose mentre sentiamo la porta chiudersi dietro di noi.

Moon // k.sj//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora