Angelo della morte

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Io correvo, correvo nel buio della notte. Li la luce della Luna non passava, come se i rami crescessero solo per oscurare il sentiero. Inciampai più di una volta, ma non potevo fermarmi, non potevo girarmi, non mi sarebbe servito a niente, sapevo che lui era ancora dietro di me. Arrivai in un campo, lo superai fino ad arrivare al bordo di un crepaccio. Ormai non avevo speranze. Mi girai. Non c'era niente. Nessun rumore. Nessun movimento. Mi girai per osservare la profondità del crepaccio. Quando riguardai davanti a me, lui era li. Un uomo, i suoi vestiti resi stracci, i suoi piedi nudi, il suo corpo graffiato probabilmente dai rami, i capelli sporchi. La cosa che mi colpiva erano i suoi occhi; rossi, con due pupille vuote. Il suo sguardo era basso, non riuscivo a vedere bene la sua faccia.
Tese una mano verso di me ed emise un sibilio. Sentii un rumore di tessuto strappato. Era la sua maglia che si sfaceva per lasciare spazio a due ali da falco. Iniziò a volare a pochi centimetri da terra. Si stava avvicinando. Non avevo scampo. Chiusi gli occhi. Sentivo il suo fiato sfiorarmi il collo. Sibilò qualcosa di incomprensibile seguito da un urlo. Riaprii gli occhi. La mia camera era deserta. Trassi un respiro di solievo e tornai a dormire. Non mi ero accorta di due occhi rossi sotto il mio letto. È stato quello lo sbaglio. Questa era la mia storia. Io sono Isy, o almeno, ero Isy. Sono stata ritrovata morta mangiata e smembrata nel mio letto.

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