Scappatoia legale

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"CAZZO!!!" - gridai, sbattendo le mani sul tavolo - "intendi dire che mi fanno USCIRE di galera se lo chiedo?"

"Tecnicamente... sì. Ma anche no" - disse Nathan Gilberti, il mio avvocato, dall'altra parte del tavolo aggiustandosi con calma le maniche della sua elegante giacca color crema - "vi sono delle restrizioni in proposito".

"Restrizioni? Che tipo di restrizioni?" - continuai io - "Voglio uscire da qui! Sono sette fottuti anni che sto chiuso in questo cazzo di galera, non hai idea di quello che si VIVE qui dentro" e conclusi dando un pugno sul tavolo del parlatorio.

Nathan non si scompose: "posso capire che la tua situazione sia critica, Daniel, ma devi avere ancora un poco di pazienza" concluse, fissandomi con uno sguardo che voleva essere compassionevole con il suo occhio biologico, mentre l'altro, quello artificiale, era immobile.

Yep, Nathan Gilberti era un "moddato", un vizio che aveva preso piede nel lontano ventunesimo secolo. Ora nel 2400 praticamente cani e porci si facevano impiantare pezzi di corpo, artificiali o biologici, sostituirne altri o anche peggio; Nathan almeno si era fatto mettere solo un occhio cibernetico ultimo modello con tutti gli accessori più alla moda; gli era costato un botto di soldi... in parte anche miei. Soprattutto miei.

"Un poco di pazienza" - scimmiottai io - "sono anni che me lo ripeti, anni che vomiti stronzate su come siamo vicini a una soluzione del mio caso, e non ti fai scrupolo a prenderti i miei soldi, eh! CAZZO!!!"

Nathan non battè ciglio, e con una faccia degna di un giocatore di poker rispose nel medesimo tono - "Credi sia facile difenderti? Hai idea di tutti i casini che hai combinato mentre facevi lo stronzo là fuori?" - si mette un dito sulla tempia e attiva l'oloproiettore dentro il suo occhio artificiale; un pannello di luce azzurra zeppo di scritte, numeri e firme appare, fluttuante nell'aria sopra il tavolo - "Daniel Rivera, anni 43, nato a Las Envegas il eccetera eccetera - Accuse: Scippo (vari), Rapina a mano armata (varie), Omicidio (vari), Spaccio di stupefacenti (vari), Corruzione (varie), Minacce a pubblici ufficiali (varie), Rapimento e tortura di testimoni (varie), Sfruttamento della prostituzione (vari), Stupro (vari)... e ti risparmio le cariche minori. Se in questo stato fosse ancora in vigore la pena di morte, ora saresti sei piedi sotto terra da un pezzo" - mi fissò in faccia per un attimo con il suo occhio robotico, sapeva che mi inquietava, e continuò - "sono l'unico avvocato che si è preso la briga di difenderti, per gli altri sei carne morta, tempo perso. Quindi chiudi quel cazzo di bocca e ricordati che solo io posso tirarti fuori da qui, hombre!" conclude, spegnendo il suo occhio. Il pannello torna nel nulla da cui era apparso.

"Però" - sorrisi io - "quando tiri fuori le palle sei quasi convincente; allora, coglione, mi costi una fottuta parte dei miei sudati guadagni ma sei bravo, ti ascolto: come faccio a uscire di qui?"

Nathan sospira, e ripremendo un dito sulla tempia, fa apparire un pannello di luce verde sopra il tavolo, una riproduzione di un documento ufficiale; le guardie intorno a noi non battono ciglio, se ne vedono di tutti i colori in galera, soprattutto di questi tempi.

"Dunque, Risoluzione 101 - Ordinanza JAA - 36382667343 /b; Città di New York, Stato del New Jersey, Stati Uniti della NeoAmerica - data 27 maggio 2452, firmata dal sindaco Morishita con l'avallo dei consiglieri... " ogni volta che Nathan si mette a parlare in legalese io vado nel pallone, mi distraggo e mi guardo intorno.

I monitor del parlatorio stavano trasmettendo l'ennesimo bollettino sulla ribellione delle colonie marziane.

Heh, quando la colonia lunare aveva provato vari decenni fa a distaccarsi dal controllo della Terra, la minaccia di un attacco nucleare da parte del consorzio russo-cinese l'aveva rimessa in riga. Ma forse Marte è un poco troppo distante...

".. in parole povere" - prosegue l'avvocato, inconsapevole della mia distrazione - " la situazione a New York è ben oltre il livello di guardia; polizia e forze dell'ordine non riescono a tenere sotto controllo il crimine, organizzato e non, quindi si cercano 'volontari' fra i detenuti disposti a collaborare; secondo questa risoluzione tu puoi lasciare sì il carcere, ma sarai messo sotto stretto controllo e ti verrà affidata una hovermacchina dallo stato; dovrai dare -obbligatoriamente- la caccia ad altri criminali -soprattutto corrieri della droga- e assicurarli alla giustizia o ucciderli sul posto direttamente; per ogni criminale 'sistemato', non importa come, guadagnerai crediti che andranno poi nella tua fedina penale. Catturane o ammazzane abbastanza e sarai libero. Il programma non consente il ritiro; se cercherai di fare il furbo o tentare di scappare sarai sbattuto in qualche carcere di massima sicurezza come l'Inferno Rosso nel Mojave e se neppure il Padreterno potrà tirarti fuori da lì, figuriamoci io".

Sussultai. nelle varie carceri del paese l'Inferno Rosso è dannatamente celebre, molti, tanti sono stati portati lì e nessuno è mai tornato indietro, nè vivo nè morto, intero o a pezzi. Puf, svanito.

"Questo per quanto riguarda le restrizioni...ma ricorda" - continuò, fissandomi con quel suo dannato occhio metallico - "che diventerai bersaglio di tutto il mondo criminale, sai che i tuoi 'colleghi' ti vedranno come nemico... e soprattutto traditore. Aggiungo... nessuno è mai sopravvissuto abbastanza a lungo da potersi riguadagnare la libertà. Sei certo di volere partecipare al programma?"

"Credi che io mi spaventi per questo?" - risposi in tono spavaldo - "Io voglio uscirmene da qui a qualsiasi costo, cazzo; e sai quanti di questi stronzi ho sistemato qui dentro? Almeno avrò una scusa per poterne sistemare altri... tutto con copertura legale! E una volta che mi sarò comprato la libertà me la spasserò con il resto dei miei soldi in qualche paradiso tropicale in compagnia di una bella coppia di pu..."

"Benissimo" - disse Nathan con tono leggermente spazientito, interrompendomi e spegnendo il pannello verde smeraldo - "mi occuperò dei documenti per la procedura, in pochi giorni dovresti essere fuori di qui".

Mise due dita sulla tempia e un pannello di colore rosso con tanto di onde simili a quelle degli oscilloscopi apparve di fronte a me; "ripeti il tuo nome, cognome, data di nascita e codice cittadino ad alta voce" - disse Gilberti; io ripetei tutto quanto, ad ogni parola l'onda sullo schermo si alzava e si abbassava; la registrazione terminò e si spense - "ora che abbiamo la tua firma vocale la procedura è in effetto; massimo un paio di giorni e sarai convocato dal capo della Polizia per il tuo -lavoro-" - si sfregò le mani - "molto probabilmente non ci vedremo più, oramai sei da solo in questa impresa, ma se ti va bene..." - sorrise imbarazzato - "ora scusami, sono quasi in ritardo per una cena di beneficenza alla Gordon Tower, e sai come sono questi VIP, precisini".

Si alzò e mi strinse la mano velocemente, avviandosi poi in direzione della porta.

Prima di uscirsene Nathan si voltò e mi lanciò un sorrisetto ironico - "oh, che testa, ho dimenticato di dirti... non sei l'unico a beneficiare della risoluzione, anche altri volontari si sono offerti per "ripulire" la città, tra cui alcuni tuoi ex-complici che hai incastrato. E ovviamente tu per loro sarai uno dei tanti criminali da togliere di mezzo. Ci tenevo che tu lo sapessi, consideralo il mio regalo d'addio" - concluse, uscendo e chiudendo la porta di fronte alla mia faccia sbalordita.

Cazzo, che giornata.

Libertà sì o no, avvocati stronzi, gente che vuole farmi la pelle, non ci si annoia mai qui.

Le guardie vennero a prendermi per riaccompagnarmi in cella, l'agente O' Mulligan in testa, ghignando: "ehi Rivera, ho saputo che ti sei iscritto alla risoluzione. Non ti vedremo più qui, eh, stronzo?"

Dannato irlandese mangiatrifogli, gli avrei strappato quei suoi baffi rossi e glieli avrei ficcati nel culo per tutte le volte che mi aveva trattato da coglione.

"Stanne certo che qui non mi rivedi più, O' Mulligan" risposi tranquillamente.

"Che tu ce la faccia a sopravvivere o ti facciano saltare in aria mi sta bene lo stesso" - rispose l'agente, dandomi una pacca sulla testa e sempre ghignando - "basta che stai fuori dalle palle" concluse, accompagnandomi per il corridoio fino alla mia cella.

Scappatoia LegaleWhere stories live. Discover now