Nulla di più spiacevole riuscire a comportarsi come se non sapessi nulla del suo tradimento mentre mi tiene la mano al tavolo di un ristorante esclusivo a Beverly Hills.
Mangia sereno sorridendomi di tanto in tanto.
Lo osservo mentre con nonchalance mi parla, rievoca alcune vicende del nostro passato comune e quando ride sorrido anche io commentando tranquillamente senza strafare.
Odio quando le persone mi tengono nascoste delle verità che bisogna sapere e lui lo sa bene se mi conosce, non capisco perchè non me lo vuole dire che sta con un'altra donna, perchè si ostina a recitare la parte del bravo marito?
-Ti va il dolce?- mi chiede dando un sorso al pregiato vino bianco che ci hanno servito.
-Si, direi che mi va- sta per chiamare il cameriere quando il suo sguardo viene attratto da qualcosa o qualcuno, seguo la sua stessa traiettoria e davanti mi appare una donna che da come ci sta fissando devo dedurre ci conosca o per lo meno conosce uno dei due -Puoi scusarmi un attimo?- annuisco e subito lo vedo alzarsi per andare nella sua direzione, la prende dal braccio quasi a strattonarla e la porta fuori dal locale.
Alle volte vorrei essere meno sveglia e più tonta in modo tale da non vedere l'evidenza delle cose.
Quella potrebbe essere benissimo la sua amante e devo dire che non è affatto malaccio, anzi, può soddisfare tutti i requisiti richiesti da qualsiasi uomo del pianeta.
Faccia d'angelo contornata da lunghi capelli biondi, di media statura con un fisico da far invidia a qualunque donna e buon gusto nel vestire.
Cosa chiedere di più? Ha i giusti punti per essere la mia rivale in amore.
Non so neanche io con quale forza d'animo sto resistendo al desiderio di andare lì fuori e coglierli in flagrante, ma in fondo al cuore so perchè non mi alzo da questa sedia.
Sarebbe più divertente e allo stesso tempo doloroso trovarli in una posizione molto più compromettente e se dovesse succedere non aspetterò di certo a mettere le carte in tavola per il divorzio.
Per il momento mi serve per scoprire cosa mi sia successo, poi deciderò come agire al riguardo.
Ritorna al tavolo e si siede -Chi era?- domando invasa dalla voglia di sapere il suo nome -Una delle tante segretarie che hai licenziato e che ho integrato nella mia azienda- ma certo, quindi sono stata io stessa la porta d'accesso a questa mia fantomatica ex segretaria -Come si chiama?- almeno il nome me lo deve, voglio sapere che cosa ha più di me la biondina -Amanda Higgins- stranamente mi suona molto famigliare credo che non avevo un'opinione positiva su questa tizia accalappia mariti/ricconi.
-Austin, mi puoi portare allo studio?- mi siedo sui sedili posteriori mettendomi gli occhiali da sole -Allo studio?- mi fissa allibito dallo specchietto retrovisore.
-Si, lo studio, il mio studio- spiego non capendo la sua reazione -Mi scusi, signora Twain, nell'ultimo periodo ci andava così di rado che mi ero quasi dimenticato che ne ha uno- perfetto altro mistero da risolvere, ma che diamine stava succedendo alla mia vita?
Scendo dall'auto e mi avvio verso l'entrata del palazzo in stile moderno avente delle immense vetrate.
Entrando noto che ogni singolo dipendente si gira a squadrarmi con occhi sgranati, li ignoro bellamente e mi avvio alla reception -A che piano è il mio ufficio?- domando al ragazzo che sta digitando qualcosa al computer -Al decimo piano, capo- giro i tacchi e mi avvio all'ascensore.
Arrivata al piano mi dirigo velocemente verso la porta in cui c'è la targhetta col mio nome sopra, l'apro e mettendo piede dentro trovo ad aspettarmi una sorpresa sgradita.
-Amanda?- l'interpellata si gira di scatto con delle cartelle in mano, l'ansia l'assale e questo non può che rendermi felice -Che ci fai qui?- mi avvicino alla scrivania, dove stava frugando aspettandomi una risposta che tarda ad arrivare -Ero venuta a prendere le ultime scartoffie che non ho fatto in tempo a ritirare dopo il mio licenziamento- spiega balbettando leggermente, la osservo scettica -Dovresti cercare nella tua vecchia postazione, quel che c'è qui dentro è roba mia- la calma con cui parlo stupisce persino me stessa, mi ero fatta mille film mentali sui peggiori insulti da rifilarle appena l'avrei rivista, invece adesso, non ho alcuna voglia di prenderla a male parole.
-Io...questa erano mie- se le stringe al petto e ciò mi dice che quei documenti contengono qualcosa di importante -Amanda, dammeli- allungo la mano aspettando che me li porga ma rifiuta -Non farmi insistere, non andrebbe a tuo favore- vacilla leggermente ma si ricompone in tempo record -Sono delle vecchie scartoffie che non le servivano- ha cambiato versione, prima le ha definite sue e adesso mi sta dicendo che erano fogli a cui non avevo dato rilievo -Non mi interessa, non dovresti essere qui e soprattutto non hai il diritto di mettere il naso nel mio ufficio- la agguanto per un braccio cercando di strapparle di mano quelle benedette cartelle ma non ne vuole sapere di mollare la presa -Sei impazzita? Se non li molli subito chiamo la sicurezza- a quel punto si arrende e me li cede proprio quando nella stanza irrompe Marc con un enorme bouquet di rose rosse, sorrido falsamente -Ma che bella sorpresa, sono per me?- freddato sul posto non può fare altro che annuire con la testa -Che pensiero gentile- le poso sulla scrivania delicatamente per poi prestare di nuovo attenzione ai due amanti -Che ci fai qui?- domanda perplesso Marc allentandosi la cravatta -Potrei chiedere la stessa cosa a te e alla tua amante- la freccia colpisce il bersaglio, si guardano negli occhi e mi viene quasi da ridere -Credo di aver capito il perchè del tuo licenziamento, quindi usavate il mio studio come ritrovo per scappatelle, interessante- mi vado a sedere dietro la scrivania mentre entrambi restano in piedi come se fossero dei bambini che stanno subendo la ramanzina del proprio genitore.
-Perchè tenermelo nascosto? Non sarebbe più facile per tutti e tre convivere senza segretucci e sotterfugi?- scuoto la testa, vorrei piangere, ma non voglio dare alcuna soddisfazione a questa strega.
-Clara, credo sia meglio parlarne a casa, vista così è tutt'altra cosa, ti sei dimenticata molte cose, non conosci tutta la vicenda- ma mi ha preso per una fessa?
Sbatto le mani sul legno -Un tradimento resta sempre un tradimento in qualsiasi modo lo giri, lo guardi, lo fai, rimane sempre lo stesso atto infimo-
Nel calore della mia vasca ad idromassaggio leggo il primo dei tre fascicoli che quella specie di Barbie voleva sottrarmi.
Sembrano essere degli appunti su di una collana appartenente alla mia famiglia, mi tocco istintivamente il collo tastando solo pelle bagnata, studio meglio la foto e solo ora ricollego il gioiello a degli affari privati di mio padre.
Devo avercela avuta in possesso altrimenti non si spiegherebbero tutti questi fogli di statistiche e altra roba collegata a denaro.
Dove l'avrò messa? E se me l'avessero presa?
Proseguo nella lettura e capisco che si tratti di roba grossa, dietro allo smeraldo incastonato in un'aureola di diamanti, si trova una micro memoria il cui contenuto qui non viene riportato.
Chiunque mi abbia assalito voleva quella collana e se non la porto al collo potrebbe essere nelle mani dei miei assalitori.
Esco dalla vasca, forse il mio vizio di fare delle copie dei miei gioielli preferiti è riuscito a salvare la collana.
Ma perchè Amanda aveva proprio questi documenti in mano?
E' coinvolta in qualche modo nella faccenda? E Marc? E' a conoscenza di tutto questo o è solo una pedina?
Angolo Autrice
Eccomi tornata con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto😘😘
A presto💕
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Sea's Memories
General FictionClarissa Twain, moglie del miliardario Marc Twain, viene trovata dopo tre giorni di ricerche su di una barca di salvataggio al largo dell'oceano Pacifico priva di sensi. Svegliatasi in ospedale, la donna, non riesce a ricordare nulla dell'ultimo dec...