30/08/1981
Era il 30 Agosto, il giorno prima avevo finito gli esami di riparazione ed ero spensierato, ero steso sul letto, in pantaloncini e giocavo a rannicchiare le gambe su me stesso, mi giravo, saltellavo, ero un po' su di giri per non so cosa. Mi capitava spesso.
Il bagliore di sole che entrava dalla finestra della mia stanza era bucherellato e sin da bambino ho sempre odiato i buchini, specialmente se tanti e tutti assieme, attaccati. Una volta vidi un alveare in tv e per poco non sboccavo, la sensazione era strangolante, terribile. Sono sempre stato particolarmente "delicato".
Andavo al liceo Squinzigliani e dopo un anno scolastico andato a monte, venni indebitato di 2 materie: scienze e matematica.
Era una giornata umida, cosa che non ho mai sopportato perché l'umidità mi ha sempre causato una forte asma notturna.
Mia madre mi chiama e mi dice che mi hanno bocciato.
Me lo aspettavo.
Gli esami scritti andarono male e io in fondo lo sapevo, soprattuto quello di scienze, non credo di aver mai fatto peggio una verifica in vita mia.
L'ansia è sempre stata una mia pecca, io ero l'ansia.
Soprattutto in quella sottospecie di scuola in cui ero capitato.
L'orale non era per nulla difficile ma andai abbastanza male anche lì.
Fui bocciato in matematica e scienze.
Avevo poco tempo per decidere in che altro indirizzo iscrivermi, passai da scientifico a scienze applicate.
11/09/1981
Incominciò Settembre, i giorni passarono velocemente fino ad arrivare all'11 settembre, era il giorno in cui la scuola iniziava.
Arrivai in questa nuova scuola, molto rinomata, il liceo Pierbartolini.
Noi, quelli del primo, dovevamo entrare dentro al suono della campana e i professori che erano stanziati sulle scale ci avrebbero accompagnati nelle rispettive classi.
L'androne era spazioso, era evidente che la struttura fosse neofascista.
Pietra, grandezza d'aspetto ed enormi scale.
Stile Mussoliniano oserei dire.
La mia classe era l'ultima dell'elenco quindi vidi pian piano l'androne svuotarsi e finalmente cominciai a capire chi fossero i miei nuovi compagni di classe.
I ragazzi rimasti erano per la maggior parte femmine, vidi comunque 2 ragazzi, la mia attenzione era attratta da uno: il battito cominciava ad aumentare esponenzialmente.
Sentivo un rumore acuto e le voci ovattarsi. Aveva i capelli blu, fuori dall'ordinario e questo...beh: mi attraeva tremendamente.
Era fottutamente magro e longilineo.
Aveva una pelle chiarissima, ed era posizionato trasversalmente a me.
Al centro dell'androne c'era una grande statua greca di Apollo, ho sempre amato le statue raffigurante gli uomini greci dalle forme perfette.
Non guardare una statua del genere l'ho sempre trovato estremamente difficile, insomma c'è una statua e non la guardi? Poi i greci hanno sempre avuto la passione per l'immettere la geometria nel corpo. Era geometrica.
La guardai per abbastanza tempo, tempo in cui non avevo ancora visto quel filo di capelli che spuntava dal nulla, i suoi capelli erano lisci,lunghi e stavano sulla fronte, erano attraentemente poco ordinati. Ero ipnotizzato quel giorno, prima dalla statua poi dal ragazzo. Aveva una camicia bianca che spezzava benissimo dai suoi capelli, dei jeans aderenti e delle scarpe che solo un ragazzo etero a mio parere avrebbe indossato, sono quelle scarpe della Nike che ha sempre indossato mio fratello, dalla forma allungata e sportiva.
Quando la stanza stava per svuotarsi cominciai a vederlo e speravo con tutto me stesso che lui non seguisse gli altri e che non andasse con un'altra classe. Non sapevo cosa fosse ma sentivo di essere estremamente attratto da lui.
Chiamarono la nostra classe e lui iniziò a camminare insieme al nostro gruppo. Era silente ed io ero appena dietro di lui. Cominciai a farmi delle domande sul suo nome, su quale potesse mai essere, il non saperlo e l'ipotizzarlo mi intrigava. Si girò, cazzo, aveva gli occhi castani e delle labbra rossissime in contrasto con la sua carnagione fin troppo pallida.
Abbassai subito lo sguardo, sono sempre stato timido ma lui dopo avermi guardato per un altro po' che mi sembrava infinito, sembrava quasi infastidito, con uno sguardo inasprito ed io in colpa a fissare quel suo collo massiccio che tanto avrei voluto baciare.
Lo vidi quasi correre avanti, stando a pochi passi dalla prof che era capofila.
"Sedetevi ragazzi", la professoressa aveva interrotto con la sua voce acuta il mio sogno ad occhi aperti tutto d'un tratto.
Mentre entravamo in classe feci un atto coraggioso, provai a sedermi dietro di lui, in effetti era uno dei pochi posti rimasti.
Cominciai a spintonare e ci provai ma un altro ragazzo, si sedette lì, dove volevo assolutamente stare io ed io mi trovai in imbarazzo, adesso potevo sedermi solo nell'ultimo posto rimasto.
Finì seduto accanto ad una ragazza che non avevo nemmeno notato prima nell'androne quando il nostro gruppo si separò dalla mischia.
Aveva degli enormi occhiali tondi da nerd, dei capelli lunghi che terminavano sul davanti com una frangia e uno spirito che all'apparenza mi sembrava tanto rilassante quanto noiosetto, sì, in fondo, la ragazza mi sembrava noiosetta.
La mia ansia sociale cominciò a farsi sentire e mi sentivo in quel primo contesto sociale di classe molto goffo e imbarazzato, in realtà, mi sentivo sempre così.
Il ragazzo dai capelli blu non rise, non rise mai, qualsiasi cosa io reputavo imbarazzante, data la mia ansia sociale; lui non rideva mai, non era mai spettatore delle cose che facevo, le vedeva in modo "normale" ed io me ne accorgevo e mi sentivo "protetto".

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La statua
Fiksi RemajaAnni 80 Un ragazzo 15enne dopo essere stato bocciato deve ricominciare la sua vita. La vita di un adolescente. Cambia indirizzo scolastico e la sua vita ricomincia alla vista di un ragazzo. Nella storia entreranno altri personaggi e delle vicende to...