𝑡ℎ𝑒 𝑢𝑝𝑠𝑖𝑑𝑒 𝑑𝑜𝑤𝑛 ✞

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Il Sottosopra.
Il Sottosopra, iniziamo con questa parola.
Una parola che può sembrare il nome di un luogo incantato, o di qualcosa di terribile.
Esatto, è qualcosa di terrificante.
Ma per quanto la mente umana possa sforzarsi ad immaginare qualcosa del più spaventoso e disgustoso possibile, non conoscerà mai il vero e proprio aspetto di quel posto, se non l'ha visto con i propri occhi.
E nessuno, esclusa la gente che ha vissuto la mia stessa esperienza, può avere una lontana idea della sensazione che si prova ad essere portato lì.
Non so nemmeno come descriverla, sono quelle emozioni che non si raccontano. Si vivono, e basta.
Quella sera dell' '83 in cui ho visto per la prima volta un demogorgone, non la scorderò mai.
Ricordo ogni preciso dettaglio.
Stavo tornando dalla casa di Mike dove, assieme a Lucas e Dustin, avevamo giocato a D&D.
Facevamo quel gioco quasi tutte le sere, alla stessa ora, nello stesso posto.
Stavamo ore e ore intorno a quel tavolino nello scantinato ad urlare vittoria come pazzi.
Era fantastico.
A quel tempo sì che ero felice.
Dopo otto ore che eravamo lì, la signora Wheeler ci mandò tutti a casa nostra.
Ho percorso la strada di ritorno con la bici, come sempre.
Era tutto perfettamente normale, finché non mi accorsi dell'ombra di una creatura che non pareva affatto ordinaria.
Quell'apparizione mi scosse un po', ma non ci feci troppo caso, mia madre mi ha sempre insegnato a dare il giusto peso alle cose.
Così, arrivai sulla soglia di casa mia, ma non c'era nessuno.
Intanto l'ombra si stava facendo più grande, e dopo qualche secondo non vedevo più solo un'ombra ma un vero e proprio demogorgone, il mostro che io e i miei amici avevamo sempre temuto a Dungeons and Dragons.
Fino ad allora era sempre stata l'inventiva di un gioco per ragazzi a spaventarci, ora era qualcosa di reale.
Ho capito che tutta quella storia era qualcosa di serio.
Sembrava uno dei tanti film di fantascienza che vedevo con mio fratello, ma non lo era.
Provai a chiamare ripetutamente Jonathan, che a quell'ora sarebbe dovuto già essere a casa, ma non rispondeva, e il tempo per nascondermi da quella creatura sconosciuta, stringeva.
Che dire, meglio arrivare al punto: non riuscii a sfuggire dalle fauci di quel mostro.
E lì incominciò la rovina della mia vita.
Si potrebbe pensare che tutta questa storia sia colpa di mio fratello, ma io non la penso così.
Insomma, lui non esce mai, e per una volta invece lo avevano invitato da qualche parte a fare festa.
Di solito, le poche volte che gli chiedono di uscire, Jonathan rifiuta: è un ragazzo chiuso, introverso, certamente non un tipo da discoteca.
Mentre quel giorno si era deciso a lasciarsi andare.
Be', io che posso dire a riguardo? Sono contentissimo per lui, anche se credo che ora, dopo tutto ciò che è successo, uscirà ancora meno.
E poi, se fosse rimasto a casa, sono convinto che non sarebbe cambiato un bel niente, anzi avrebbe rischiato di farsi prendere anche lui.
E sarebbe stato ancora più brutto, se possibile.
Non sopporto di vederlo soffrire.
In realtà, odio veder star male chiunque.
Vorrei un mondo in cui siano tutti allegri e gioiosi, ma purtroppo è una realtà irrealizzabile.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 27, 2020 ⏰

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