Capitolo 44

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Una settimana era passata e io mi sentivo meglio. Il mio viso non era tanto pallido come giorni fa, il mio umore era cambiato dal momento in cui Robbinson mi avvertì che Daniel si era svegliato è stava bene dopo ben 25 giorni di coma.

I giorni più brutti della mia vita. Ed erano stati proprio quei giorni a farmi capire cosa si provava a stare accanto ad una persona . Capì cosa si provava a non poter far niente per cambiare le situazioni, a sentirsi inutile con le mani in mano, proprio come si sentiva Daniel con sua sorella.
Ed era proprio per questo che feci promettere ai miei genitori di non dire nulla a Daniel dell'aggravamento della mia leucemia.
Aveva già abbastanza dolore, io non dovevo appesantire le cose, glielo dovevo dopo tutto un po' di felicità. Ero consapevole che se veniva a sapere la verità sul mio stato di salute, tutto sarebbe crollato, quella poca forza che avevo per affrontare tutto si sarebbe frattumata al solo pensiero di vedere gli occhi tristi dell'unico ragazzo che aveva fatto nascere la speranza in me di una vita migliore, per questo avevo promesso a me stessa, ai miei genitori che tutto sarebbe andato per il meglio. Avrei combattuto , lo avrei fatto fino allo sfenimento, così accettarono il silenzio che gli avevo fatto promettere.

I miei genitori mi informavano sui miglioramenti di Daniel erano andati 2 volte a trovarlo in stanza. Mi dissero che se la cavava bene, che era riuscito ad affrontare le conseguenza di un trauma cranico e che sarebbe passata un altra settimana prima che lui tornasse a casa, mentre io continuavo a fare chemio e trasfusioni di sangue,ma stavo meglio e il dottor Robbinson mi comunicò che da li a 2 giorni anch'io potevo ritornare nella mia dimora.

Quando Robbinson comunicò ai miei genitori della minaccia della mia malattia, furono distrutti ancora di più. Vedevo i loro occhi. Occhi che non mentivano perché vedevo il dolore che distruggeva il loro cuore ed è per questo che li confortai abbracciandoli e dicendo

" Sarò forte supererò anche questo, voi solamente sorridete, fatelo per me"

annuirono e di quel discorso non ne avevamo più parlato.

Quando quel giorno vidi gli occhi di mio padre capì, capì di poter perdonare Robbinson, aveva agito da padre per amore di sua figlia, sapevo che se mio padre avrebbe avuto la possibilità, anche minima ,avrebbe fatto di tutto, anche distruggere le persone se solo serviva a farmi stare bene e così aveva fatto Robbinson.
Quel pomeriggio andai nello studio del dottore e fu sorpreso quando mi trovò lì davanti ai suoi occhi.

"La perdono dottore, anche se è stato un gesto cattivo da parte sua, io la perdono perché sono consapevole che da padre avrebbe fatto di tutto per sua figlia, come d'altronde farebbe chiunque padre,
anche il mio se solo avesse  avuto la possibilità.."

Robbinson non rispose, ma una lacrima solcò il suo viso, venendo verso di me e abbracciandomi

" Farò di tutto per far si che tu stia bene Elena te lo prometto.."

Mi sentivo felice, sapevo che per superare il tutto dovevo stare in pace con me stessa e perdonare, mi faceva sentire stranamente bene, ora mancava solo Daniel , non mi restava altro che andare da lui e così feci, il giorno successivo.

La Forza del Cuore  ( COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora