Capitolo 23

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Daniel pov

Era difficile capire Elena ed era stato altrettanto difficile le settimane dopo il suo non voler vedermi.

Era scappata da me quella mattina, quando mi catapultai nella sua camera.
Era triste, terribilmente triste. I suoi occhi parlavano per lei, sapevo, o almeno mi ero accorto che lei era combattuta, come se ci fosse uno scontro tra la sua anima e la sua testa. Con le parole mi allontanava, ma con gli occhi mi ripeteva di restare. Quando era andata via di corsa, trattenendo le lacrime e senza rivolgermi un solo sguardo, mi ero sentito inutile.

In realtà era da tempo che mi sentivo così, il sapere di non poter far nulla per salvare mia sorella, sapere che il mio midollo non combaciasse con quello della piccola Katy, mi aveva destabilizzato e fatto sentire inutile. Inutile per lei.
Eppure Elena era riuscita a far allontanare questi pensieri dalla mia testa, era riuscita a regalarmi attimi di felicità. Una felicità strana.
Pensavo che la felicità poteva essere condivisa con chiunque, con i miei amici, con le ragazze che avevo frequentato in passato, ma con Elena era una felicità diversa. Una felicità che mi faceva essere ciò che ero, completo e forse non era la felicità in sé,  ma era lei  a rendermi felice.

Erano state settimane, dedicate al mio lavoro, anche se nei giorni a seguire del nostro litigio mi trovavo spesso su quella panchina, dove tutto era iniziato. Mi consolava il fatto di stare lì,  con gli occhi rivolti sulla sua finestra. Occhi che vidi nei fiorni successivi, ma che si nascosero negli altri.

Quelle settimane non solo i comportamenti di Elena mi affollavano la mente, ma anche scoprire il motivo per il quale il mio midollo non combaciasse con Katy, settimane in cui cercavo in tutti i modi di estrarre qualche parola in più da mio padre, ma con scarsi risultati.
Per questo il pomeriggio di quel venerdì andai dal Dottor Robbinson, mi avrebbe dato delle spiegazione, me le doveva anche se l'ultima volta si era rifiutato completamente, ma dovevo provare anche perché dovevo chiedergli di Elena.
Dovevo pur sempre fare qualcosa, perché l'unica certezza  che avevo in quel periodo era che mai, e poi mai avrei perso quella ragazza dagli occhi smeraldo.

Feci capolinea nello studio di Robbinson , senza neanche avvisarlo, ma lui era abituato della mia impertinenza o forse gli piaceva pure non so.

"Dottore.."

"Qual buon vento ti porta da me.. Daniel?" Disse con una punta di provocazione sapeva che volevo qualcosa, come sempre d'altronde.

"Perché non mi racconta la verità è basta Dottore? Perché devo ancora rimuginare sulla storia di katy?"dissi di botto alzando la voce.

"Si calmi signorino, cosa sta blaterando?"

"Oh andiamo perché il mio midollo non era compatibile con quello di katy? Eppure siamo fratelli, qual è il motivo ?"

" Le ripeto Daniel che non è compito mio riferirle queste cose, suo padre le dirà tutto quanto è il momento.."

Ero arrabbiato frustato da tutto, ma cosa mi nascondevano? L'avrei scoperto in un modo o nell'altro così mi rassegnai .

"Elena? Come sta?.." sbottai all'improvviso.

"Me lo dica lei .."

"Dottore, la prego, non ho voglia di questi giochetti potrebbe dirmelo e basta..?"

Mi guardò con uno strano sorrisetto " perché?"
Mi stavo per esaurire, ero incazzato con tutti, nessuno parlava, nessuno mi dava una spiegazione e io volevo sapere solamente come stava Elena era così difficile da capire?

"Al diavolo dottore se non me lo dice lei, vado io stesso vabbene ? Con o senza il suo aiuto.."

Sorrise per la seconda volta oh al diavolo , mi stava facendo incazzare sul serio si prendeva gioco di me e non ne capivo il motivo per questo stufo feci per andarmene quando il dottore mi bloccò "quanto ci tieni a lei Daniel, dimmi la verità.."

E adesso come cavolo gli veniva di dirmi queste cose non erano affar suo.
"Lei dovrebbe essere un dottore non uno strizza cervelli.."

"Oh Daniel andiamo, dimmelo e poi non penso che tu stai nella posizione di dirmi questo, se voglio non te la faccio vedere la tua Elena.."
Pensandoci aveva ragione, non potevo rispondere così, infondo il dottore anche se mi teneva testa sapevo che era stato l'unico ad aiutarmi con quella ragazza dai capelli corvini.

" più di quanto pensa Dottore.."

Robbinson mi aveva sorriso per la terza volta e non ne sapevo il motivo o forse lui si era accorto dei miei sentimenti.
"..non penso troverà la signorina Stuart in camera, ma nel caso non ci fosse qui abbiamo una vista spettacolare sul tetto dell'ospedale.."
Disse di colpo dandomi un pacca sulla spalla . Stavo per andarmene quando mi bloccò per la terza volta.. "tu non mi hai visto e io non ti ho detto nulla chiaro?.."
Annui, mostrando per la prima volta un mio sorriso sincero e lo ringraziai una seconda volta mentalmente perché infondo quel dottore voleva aiutarmi.

Erano più di 10 minuti che spiavo Elena dal portafinestra. Se ne stava lì con gli occhi rivolti verso i palazzi che giacevano difronte a lei, con sguardo completamente vuoto, era triste e aveva freddo da come si tirò la coperta sulle sue spalle, fu un quel momento che mi avvicinai a lei non prima di averle
Chiesto il consenso di sedermi vicino a lei. I suoi occhi ,il suo viso mi erano mancati, come anche le Sue labbra rosee. Entrambi eravamo come ipnotizzati dai nostri respiri e dal perfetto tramonto che si parò difronte a noi , fu in quel attimo che ammisi che quella ragazza mi era mancata, con mia grande sorpresa anche lei mi aveva confessato la stessa cosa. Non c'erano parole per  descrivere la sensazione che ebbi nel udire : <mi sei mancato anche tu>, solo il mio cuore che batteva per lei poteva capire.

Se ne stava in silenzio, non parlava eppure avrei preferito che mi gridasse in faccia anche solo per insultarmi, ma non lo fece voleva andare via e me resi conto dal momento in cui lei , inzio a raccogliere le poche cose che aveva portato con sé .
Li, il quel preciso momento ebbi paura, paura che in realtà lei non aveva provato nulla per me per questo mi ritrovai a dirglielo
"...dimmelo che non provi nulla per me ?.."
Vidi il suo nervosismo e le sue mani a pugno , come se volesse darmi contro da un momento all'altro, ma ero contento della sua reazione almeno avrebbe detto qualcosa e infatti non tardò la sua risposta:

"Cosa vuoi sapere se provo qualcosa per te ? Se mi sono innamorata di te? Bhe mio caro Daniel io non lo so, non so cosa significa vabbene? Quel che sono consapevole e che ho trascorso il più bel mese del mondo, mi hai fatta sentire viva, felice e non posso dirti di non provare nulla perché non è cosi ok? Contento? .."

Rimasi spiazzato.
Allora non ero il solo a provare qualcosa per lei? Anche lei aveva dei sentimenti miei confronti?
Iniziai a pensare al suo romanzo preferito al Daniel Grigori che nonostante tutto aspettava sempre la sua amata e così avrei fatto anch'io così diedi voce ai miei pensieri:

"Voglio essere quel Daniel , Elena , quel Daniel che aspetta la sua Lucida per amarla, voglio che ti fidi di me perché anche se non vorrai io aspetterò come il tuo amato angelo .."

In un attimo, le nostre bocche si unirono in un bacio profondo.

Profondo,come i nostri sguardi.

Profondo,come i nostri sentimenti.

La Forza del Cuore  ( COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora